Non è costui il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria? (di P. Alviti)

I danni creati dal pregiudizio, dal giudicare prima di sapere. Come nel caso del Coronavirus. C'è un modo per superare la paura...

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Anche Gesù è stato vittima del pregiudizio, dell’ignoranza, del rifiuto di ragionare, il più grande dono ricevuto da Dio. In queste ore, assistiamo ad assurdi fenomeni di sinofobia, di paura della Cina, dell’asiatico, perché non siamo neppure in grado di distinguere un cinese da un coreano, un vietnamita, un giapponese…: ed è successo tutto in pochi giorni, a dimostrazione di come sia facile si sviluppi il pre-giudizio, il giudicare prima di sapere, di conoscere.

In questi giorni di paura, per il coronavirus rinunciamo a tutte le nostre straordinarie capacità di comprensione, per rifugiarci nel timore di ogni cosa che possa richiamare alla mente il pericolo. Non valgono statistiche, non valgono pareri di uomini di scienza, vale soltanto la furia vìndice, che cerca affannosamente un capro espiatorio, qualcuno da incolpare del proprio terrore.

È un fenomeno sempre accaduto: in questi giorni abbiamo tanto parlato di Shoah, l’azimut del pregiudizio che si rende servo del potere, della volontà di predominio di chi è in grado di governare questi terribili sentimenti della folla. In queste ore si è arrivati a chiedere a gran voce l’allontanamento dei bambini di origine cinese dalle scuole, anche quelli che sono nati in Italia, anche quelli che sono i compagni dei nostri figli da anni, senza chiedersi se fossero o no malati.

E non si bada invece  a migliorare le proprie pratiche igieniche, ad imparare uno stile di vita che, al di là dell’emergenza da coronavirus, possa essere un’efficace barriera nei confronti di tante malattie infettive.

In questi corti circuiti del nostro cervello si insinua il germe del razzismo, dell’idea cioè che noi abbiamo dei diritti che ad altri non spettano: potevano starsene a casa loro, portano malattie, non sono civili… . Le stesse identiche frasi che erano pronunciate in America e in Australia nei confronti degli immigrati italiani, in Piemonte e in Veneto nei confronti dei terroni… Ora gli Italiani d’oltre Oceano e i terroni sono tra i protagonisti della vita sociale di quelle terre.

C’è voluto del tempo ma si può fare… Il coronavirus, l’emergenza può essere una grande occasione di solidarietà, non la fiera della cattiveria.