Dopo il Covid la vita di prima? No grazie

C'è l'ansia di tornare subito alla 'vita di prima'. Ma ce la ricordiamo davvero? Un piccolo ripasso delle cose che abbiamo dimenticato. Per capire le due possibilità che ora abbiamo

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli – (Rm 8,15)

Quanta ansia di libertà in questi giorni, tutti la stiamo provando, grazie al miglioramento della situazione pandemica, alla grande campagna vaccinale. Tutti speriamo di tornare alla “vita di prima”.

Ma ce la ricordiamo “la vita di prima”? Scontri odiosi, parole violente, risse tra giovani, prevaricazioni, menzogne, uomini, donne, bambini costretti a viaggi disperati in mari infidi, e ancora sfruttamento, insoddisfazioni, tradimenti…  questa “la vita di prima” che vorremmo riconquistare?

O per “la vita di prima” intendiamo soltanto l’aperitivo al bar, il ballo in discoteca, la crociera? Sarebbe ben triste riconquista.

Come prima a no: il momento della scelta

Ora siamo al momento della scelta: molti di noi hanno scoperto nuovi stili di vita grazie alla pandemia, non soltanto dal punto di vista igienico ma anche dei trasporti ad esempio: biciclette, monopattini non sono mai stati così numerosi nelle nostre strade, facendo percepire che può esserci un modello di mobilità diverso da quello di prima.

In molti hanno riscoperto la bellezza di avere più tempo per la propria famiglia, pur con tutte le difficoltà. E così per il sistema sanitario e per modalità lavorative più intelligenti rispetto a quelle del passato.

Ma dobbiamo decidere anche noi:  ciascuno di noi deve decidere se ritornare alla vita di prima o invece accorgerci che in molte situazioni eravamo davvero degli schiavi: schiavi di consumo, di acquisti, di mode, di ostentazione, di confronti, di pregiudizi,di narcisismo esasperato, incapaci di ribellarci soltanto per non avere la disapprovazione di quelli che ci vivono intorno.

E Invece ecco, per tutti noi, in questo tempo di svolta, di nuovo inizio, di “terzo dopoguerra” come qualcuno l’ha definito, la possibilità di essere davvero figli dello spirito di libertà che ci aiuta a non subire i condizionamenti del mondo in cui abbiamo vissuto nella “vita di prima”.

È un’occasione imperdibile: abbiamo riscoperto il valore della casa, dei piccoli luoghi, della ricerca di cose nuove, di un rapporto migliore con la natura, e anche un po’ di solidarietà con gli altri. Possiamo fare due cose: cambiare la nostra vita diventando finalmente figli e non più schiavi oppure possiamo scegliere una cosa peggiore della stessa pandemia: uscirne come eravamo prima, senza cambiamenti…

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).