Uomo e Donna sono uguali. Lo sbaglio commesso per secoli nell'interpretare la Bibbia. Ritenendo che dicesse il contrario e lei fosse di importanza inferiore
Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda
Gn 2,18
Queste parole hanno segnato la cultura per secoli, assecondando e anzi fondando, quasi in maniera soprannaturale (con una lettura incapace di comprenderne il reale significato) il mantenimento di una supremazia dell’uomo sulla donna. La cosiddetta cultura patriarcale, che proprio quel testo voleva invece combattere.
Quando si legge la Bibbia bisogna fare molta attenzione al contesto in cui il brano viene scritto, pena il fraintendimento e la forzatura. Il capitolo II del libro di Genesi è un testo che risale al X-IX secolo avanti Cristo e vuole insegnare quale sia il rapporto tra uomo e donna secondo l’insegnamento di Dio. Lo fa attraverso un racconto, in cui Dio è una specie di vasaio che crea dalla terra informe, dando, appunto, forma all’uomo, e soffiandogli dentro la vita.
Un essere vivo grazie a Dio
Facile cogliere già qui l’insegnamento: l’uomo, tratto dalla terra, è un essere vivente grazie al soffio di Dio. Cosicché se l’uomo togliesse Dio dalla sua esistenza egli non sarebbe altro che polvere del suolo.
Il racconto però vuole anche insegnare chi siano le donne e quale rapporto ci debba essere con gli uomini. Tradizionalmente l’interpretazione di questo racconto è stata quella che affermerebbe, una volta per tutte, la superiorità dell’uomo sulla donna.
L’uomo è stato creato prima, la donna è stata creata da una parte dell’uomo quindi è indubitabile che gli uomini siano più importanti delle donne. Ma una lettura corretta del testo del libro di Genesi ci dice cose ben diverse.
Di patriarcato ed effetti nefasti
Innanzitutto il contesto. Dieci secoli prima di Cristo, le donne venivano scambiate con gli animali, ci sono tracce di queste usanze anche all’interno della Bibbia, con matrimoni che prevedono appunto lo scambio fra la donna data in sposa e gli animali portati dallo sposo al suocero. Appunto per affermare la dimensione servile sia delle donne e gli animali domestici.
E’ la cultura patriarcale i cui effetti nefasti vediamo ancora oggi, nella lunga scia dei delitti all’interno delle famiglie e delle relazioni amorose. Il testo invece fa emergere un’immagine della donna che è un aiuto uguale a lui un aiuto che gli corrisponda. L’autore del racconto immagina che Dio faccia a sfilare davanti ad Adamo tutti gli animali. Adamo impone loro il nome, dichiarando così, secondo la consuetudine semita, la propria signoria su di loro.
Ma, fra gli animali, non trova nessun aiuto che gli sia simile. Poi la scena straordinaria, da grande narratore: Dio addormenta Adamo e gli toglie una costola, espressione significativa della vicinanza fra l’uomo e la donna. La costola, infatti, è la parte dell’uomo più vicina al punto dove, secondo la cultura semita, risiede la vita: il cuore.
La donna esaltata
Dunque si tratta di un racconto di esaltazione della figura femminile, della sua dignità, della sua sostanziale uguaglianza con l’uomo. Invece, in tanti secoli, queste parole sono state usate per affermare il predominio maschile sulla donna. Basterebbe l’esclamazione di Adamo quando vede finalmente Eva: questa è carne della mia carne ossa delle mie ossa che nella cultura semita esprime appunto l’uguaglianza tra i due esseri viventi.
L’altro elemento forte del versetto sta nelle parole iniziali: non è bene che l’uomo sia solo. Viene indicata qui una delle caratteristiche dell’essere umano: la sua socialità e il suo vivere insieme con gli altri. Anche l’espressione più alta della cultura greca sarebbe arrivata a questa definizione con Aristotele che chiama l’uomo un animale politico, cioè uno che vive insieme con gli altri.
Socialità ed eguaglianza
Si tratta di un versetto fondante la cultura occidentale nelle sue espressioni più alte, la socialità e l’uguaglianza tra l’uomo e la donna. Dobbiamo imparare ad interpretare sempre la Bibbia, nella consapevolezza di che cosa il testo voglia dire, rispettando anche le intenzioni degli autori.
Il capitolo 2 del libro di Genesi non è un testo di storia, non è la cronaca di un fatto, ma un racconto pedagogico. Che insegna quali siano i rapporti corretti tra Dio e gli uomini e tra uomini e donne fra di loro.
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