Il grido di Greta e l’amministratore disonesto (di P. Alviti)

Abbiamo vissuto rubando al nostro pianeta, ipotecando le generazioni dei nostri figli e nipoti. Che ora, come Greta, ci mettono di fronte alla realtà. Cosa possiamo fare? Come nella parabola dell'amministratore disonesto.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

l’interrogativo dell’amministratore disonesto, cacciato dal padrone: «Che cosa farò, ora?»

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È la domanda della disperazione, di quando ci accorgiamo di aver toppato nel più drammatico dei modi, di non aver più vie d’uscita, almeno quelle cui siamo abituati. È il momento in cui dobbiamo tirar fuori il meglio di noi stessi per risollevarci, altrimenti c’è soltanto il baratro della disperazione.

Si tratta della storia del fattore disonesto che ha rubato al padrone ma, nel momento in cui è scoperto,  si ingegna in tutti i modi per farsi degli amici che possano accoglierlo quando verrà cacciato via.

È uno intelligente: Gesù apprezza la sua scaltrezza, certo non la sua disonestà. Perciò ci invita a far del bene con la ricchezza disonesta.

In questi giorni i ragazzi di tutto il mondo ci hanno costretto, se ce ne fosse stato ancora bisogno, ad aprire gli occhi sul disastro che abbiamo combinato in questi anni in cui abbiamo fatto finta di non vedere ogni volta che abbiamo violentato l’ambiente in cui viviamo, l’abbiamo tradito, con i nostri consumi, le nostre disattenzioni, dai gesti più semplici e banali, mozziconi, fazzolettini, bottiglie cartoni, all’insensato interramento di veleni, al selvaggio utilizzo di fiumi come fogne, all’infrazione di ogni regola non soltanto legale ma di buon senso.

Ci siamo comportati da amministratori infedeli di un mondo, tanto infedeli da arrivare a zittire coloro che ci mettevano in guardia, accusandoli di essere parte di chissà quale grande complotto che vuole impedirci di usare il petrolio o di avvelenare ancor di più l’ambiente in cui viviamo.

Come l’amministratore disonesto però possiamo volgere la nostra scaltrezza, che fino ad oggi ci ha consentito di vivere al di sopra delle nostre possibilità, lo sviluppo “insostenibile”, a fare scelte di sostenibilità, di sobrietà nei consumi, appunto scelte di una vita che sia sostenibile a cominciare dai nostri comportamenti quotidiani.

Non è più una moda, un atteggiamento da snob, una scelta ideologica: è una necessità, un dovere inderogabile di solidarietà, il cui venir meno ha conseguenze terribili per noi stessi, per gli altri e soprattutto per le generazioni future.

Il grido di Greta richiama tutti noi alle responsabilità dell’amministratore disonesto: abbiamo tante capacità, sappiamo fare tante cose. Forza, usiamole per salvare il pianeta, noi, i nostri figli.

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