Il cancro silenzioso dell’avidità che consuma le nostre vite

Gli esattori delle tasse, i 'pubblicani', ai tempi di Giovanni il battista venivano considerati tre volte traditori. Ma anche per loro veniva indicata la via che porta alla salvezza. Sono tanti i traditori dei giorni nostri. Quelli che fino a ieri non hanno visto Mondragone, quelli che hanno truccato tutti gli appalti Atm, quelli che hanno truccato le relazioni sui ponti...

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato.

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Sono le parole che Giovanni il Battista, nel racconto di Matteo, dice ad una categoria molto particolare: gli esattori delle tasse, pubblicani li chiamavano i conterranei di Gesù, con un’espressione piena di disprezzo.

Li consideravano tre volte traditori: riscuotevano le tasse. e già questo non deponeva bene, le raccoglievano per l’occupante romano e poi soprattutto erano ladri, facevano la cresta, arricchendosi sulla pelle della povera gente.

Ma anche per loro Giovanni indica l’umana via della ripartenza, del cambiare esistenza: smettete di rubare, non chiedete nulla di più del dovuto.

LA POLIZIA A MONDRAGONE

In questi giorni abbiamo sentito storie di corruzione: il funzionario dell’ATM che guadagnava oltre il dovuto, facendo favori a tutte le ditte impegnate nella manutenzione degli impianti semaforici e di segnalazione e ricevendone denaro sonante. A quegli impianti e a quelle comunicazioni è affidata la vita di passeggeri e macchinisti. Eppure nulla contava la vita dei passeggeri e del personale di fronte al denaro e all’avidità.

Nessuno vede

E allora, la domanda terribile: possibile che nessuno si sia mai accorto di niente? Possibile che nessuna ditta abbia denunciato il sopruso infame? Possibile che  fossero tutti collusi, pur di spuntare un compenso maggiore nell’appalto, rubando sulla qualità dei cavi e degli impianti cui è affidata la vita di centinaia di migliaia di persone?

Per tutti dunque valevano di più i soldi della vita stessa dei passeggeri. È una storia terribile proprio perché banale: dalle prime notizie dei giornali sembra che i magistrati non abbiano trovato una sola gara non truccata.

E’ impressionante l’ordinarietà di questa storia: dalle parole di Giovanni al funzionario milanese dell’Atm, agli ingegneri che truccavano le relazioni sulle manutenzioni dei ponti, a chi non ha mai visto in giro prima di questi giorni i braccianti bulgari di Mondragone, c’è una linea tragica che unisce i tanti fatti di corruzione che incancreniscono la nostra vita, la rendono più difficile, inaspriscono l’animo delle persone: auri sacra fames, la definisce Virgilio, la terribile avidità di ricchezze, l’alternativa a Dio, la chiama Gesù (non si può servire a due padroni, dio e la ricchezza…) una vera e propria idolatria come la stigmatizza Paolo di Tarso.

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