Il giogo che non pesa ma porta ristoro

Siamo stanchi del giogo che ci viene imposto dalla vita. Tentiamo di toglierlo, spesso pensando di essere i padroni della nostra esistenza. Ma c'è un giogo 'dolce' che non ci viene imposto. E che ci dà ristoro

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.

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Le parole del Vangelo si adattano perfettamente alla nostra condizione esistenziale: siamo stanchi per le tante difficoltà di questi mesi di pandemia. Per alcuni è stata terribile, per tutti ha voluto dire un ridimensionamento della nostra vita, la ricerca di modi diversi di vivere. Per altri ancora c’è una sorta di intima oppressione che deriva più dall’incertezza del futuro che da una sofferenza attuale.

Sì: non sappiamo cosa accadrà, abbiamo perso, forse definitivamente, quella sorta di delirio di onnipotenza che ci portava a pensare di essere gli unici padroni della nostra esistenza. È bastato un virus per angosciarci con un’ansia indefinita: sembra che ci manchi l’entusiasmo, non ci azzardiamo a viaggiare, a riprendere la nostra vita con gli amici, guardiamo con timore chi incontriamo, in ognuno di loro ci sembra di percepire un pericolo…

Siamo stanchi e oppressi dunque.

Giovanni Fattori (1825-1908) – Il riposo (1887) – Pinacoteca di Brera

Sono proprio le persone cui si rivolge Gesù, rassicurandole, invitandole a ragionare, a fare i conti con i nostri limiti, e nel contempo invitandole a fare la scelta decisiva.

Il giogo è lo strumento attraverso il quale il contadino guida la pariglia di buoi che arano il terreno. Se non ci fosse il giogo, i buoi si sforzerebbero vanamente, la loro fatica sarebbe inutile: il giogo però spaventa, spesso tendiamo a liberarcene, a non ascoltare la guida di chi ha più esperienza di noi. Anche se obbediamo, se “diamo retta”, ne sentiamo altresì il peso opprimente.

Invece il giogo “dolce” che Gesù ci prospetta consiste nel comportarci come lui, mite ed umile di cuore: un comportamento attivo che si concretizza nel rinunciare ai commenti di odio, alla logica degli insulti, a dover trovare per forza un capro espiatorio e che invece sceglie la solidarietà, la comprensione, la cura per tutti.

Questo è il giogo che non ci viene imposto ma che dobbiamo scegliere per trovare ristoro per la nostra vita, è il dolce giogo della vita che Gesù ci prospetta.

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