La quotidiana lotta tra bene e male dentro di noi

Al di là del bene e del male (dipinto di Gianni Bonina)

La Pasqua non è solo la mangiata fatta una settimana fa. È tutti i giorni. È quella quotidiana lotta tra la nostra onestà interiore e la fuga dalle responsabilità

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Morte e Vita si sono affrontate

in un prodigioso duello.

Il Signore della vita era morto;

ma ora, vivo, trionfa. 

Sequenza Victimae Paschali laudes

Una lotta, terribile, definitiva, una vera e propria guerra, quella fra la vita e la morte, fra il bene e il male. Fra l’alleanza promessa da Dio e l’interesse meschino degli uomini, capaci di non accettare la luce, di rifiutare la sua vista, di accecarsi per non vedere. Pretendendo di vedere invece ciò che fa loro comodo. È il significato della Pasqua, del passaggio. Del momento tremendo, di scontro che già il libro di Esodo rappresenta come un combattimento.

È il combattimento tra il Dio degli Ebrei, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, tra gli Ebrei e Mosè che scaglia su di loro le tavole della Legge, tra gli Ebrei e Dio che per punire la loro ribellione li fa vagare per 40 anni nel deserto. E’ il combattimento che si svolge nell’animo di Gesù, nella sua coscienza diremmo oggi, tra la possibilità di fuggire, andarsene tra i suoi in Galilea e quella di rimanere a Gerusalemme a testimoniare la verità e a finire in croce.

La lotta dentro di noi

La ‘banalità’ del bene che permise a Perlasca di salvare migliaia di ebrei

Ma è la stessa lotta che ogni giorno si affaccia alla nostra coscienza, chiamata a decidere costantemente da che parte schierarsi, se guardare soltanto al proprio interesse o mettere le proprie capacità, i propri talenti, la propria vita anche a servizio degli altri.

Questo è il prodigioso duello cui siamo chiamati: si svolge dentro di noi, nel sacrario della nostra coscienza, quel luogo in cui siamo soli, noi stessi e Dio, e non possiamo mentire. Lì, in quel luogo segreto di cui soltanto noi conosciamo i duelli, possiamo innanzitutto fare una scelta, se voler essere onesti, l’onestà intellettuale, ed ammettere le nostre responsabilità quando facciamo le scelte sbagliate o se invece preferiamo fuggire il combattimento, scavare una trincea in cui ripararci dai colpi della nostra coscienza, ottunderla, ricoprirla di tanti altri pensieri, drogarci con le attività, il lavoro, lo sballo, insomma “nun ce pensa’”.

Ecco il nostro combattimento, il prodigioso duello cui quotidianamente siamo chiamati e in cui, se vogliamo, possiamo far vincere il Signore della vita anche se magari sulla nostra coscienza abbiamo fatto rotolare chissà quante pietre sepolcrali.

Il Signore della vita era morto come chissà quante volte lo siamo stati noi ma ora è vivo, trionfa, come noi se daremo retta alla nostra coscienza, al profondi di noi stessi dove Dio ha iscritto quella regola: fa’ il bene, evita il male!

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).