
Gli Atti degli Apostoli ed il Vangelo di Giovanni offrono spunti di riflessione alla vigilia del Conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco. La scelta dei Cardinali sarà difficile: dovranno nominare un uomo capace di votarsi completamente al Signore
Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini
At 5,27
Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare.
Gv 21,7
Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene»
Gv 21,15
I tre versetti, che guidano la nostra riflessione oggi, sembrano adattarsi perfettamente al compito che i cardinali del Sacro Collegio stanno per adempiere in conclave: devono nominare il successore di Papa Francesco. Il primo riferimento è al libro degli Atti quando Pietro risponde al Sinedrio che aveva imprigionato lui e i suoi compagni. Egli sostiene appunto che il principio fondamentale dell’esistenza per un credente è l’obbedienza a Dio, anche quando questo significa disobbedire agli uomini.
In questi giorni leggiamo resoconti giornalistici che ci raccontano di forze politiche, potenze internazionali che premono a favore di un candidato invece che di un altro. La storia della chiesa è piena di ingerenze di questo genere durante le elezioni pontificie. Anzi lo stesso conclave nasce come tentativo di rispondere a pericolose ingerenze da parte del potere civile.
L’arduo compito dei Cardinali

Ogni Papa che che è stato eletto ha provato a modificare le regole del conclave, proprio per rispondere alle difficoltà, che il collegio cardinalizio che l’ha eletto si è trovato di fronte. I cardinali sono persone come tutte le altre, sono molto colti e ora hanno grande esperienza di chiesa, di pastorale, di cura delle comunità di fedeli. Hanno di fronte a sé la necessità di scegliere una persona che sia il successore di Pietro.
Come scegliere tra tante persone che rappresentano tante esperienze ecclesiali diverse ma sempre molto importanti?
Il principe degli Apostoli non è un diverso da tutti gli altri, è pieno di difetti, dà consigli sbagliati a Gesù, lo tradisce nel momento del pericolo, lo abbandona, viene salvato dallo sguardo di Gesù, che fa sgorgare dentro di lui il pentimento, necessario al rinnovamento. Ma lui, Pietro, e ogni suo successore è un pover uomo come tanti altri.
L’esempio di Pietro

E allora quali sono le caratteristiche di questo “Pietro” che lo differenziano dagli altri e che possono quindi aiutare i cardinali a scegliere? Penso siano negli altri due versetti. Nel primo siamo al momento della pesca miracolosa. Gesù ha invitato i discepoli a buttare di nuovo le reti ma non ci sono ancora accorti che quell’uomo che gli sta dando consigli per una nuova fatica nel lago sia Gesù.
Quando, finalmente, lo riconoscono, ecco che Pietro fa una cosa diversa da tutti quanti gli altri: non aspetta, non cerca di capire che succede, prende e si getta in mare per raggiungere Gesù. Pietro non esita: va subito da Gesù. Cerca subito di collegarsi con Gesù, di avere un rapporto diretto con lui.
I cardinali devono cercare il nuovo Pontefice tra quelli che hanno un rapporto diretto con Gesù, che nel momento in cui riconoscono la sua presenza non esitano, qualunque sia il rischio che si possa correre.
Quello che distingue il primo dei servi di Dio

Il secondo versetto è ancora più chiaro: Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro? Devono scegliere un uomo che è capace di abbandonare anche le proprie idee anche i propri ragionamenti, pur di essere fedele a Gesù. Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro? Non ci sono altre linee guida. Certo, c’è da tener conto della situazione della chiesa, c’è da tener conto delle scelte pastorali da compiere.
Ma queste appartengono a tutti i vescovi del mondo. Quello che distingue il primo dei servi di Dio, il papa, è il suo amore per Gesù. Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro? Questa è la scelta che devono fare i cardinali nei prossimi giorni nella cappella Sistina e lo faranno di fronte al giudizio universale di Michelangelo, di fronte allo sguardo di quel Cristo giudice di fronte al quale dovranno rispondere delle loro scelte.