Le parole di speranza di Gesù crocifisso e la forza di Maria

Il significato del calvario nel mondo attuale dove ci sono croci, tanta indifferenza ma anche persone pronte ad aiutare il prossimo in difficoltà

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Gv 19, 25-27

Non c’è soltanto il tradimento, l’abbandono, l’indifferenza nella via dolorosa che sale al calvario. Quell’uomo crocifisso, il suo sguardo, incontrano tante persone: alcuni cercano di evitarlo, guardano da un’altra parte, vorrebbero non essere mai andati lì, altri invece si fermano, piangono, lo accompagnano, sfidano le sferzate dei soldati romani, gli insulti di scribi e sacerdoti che disprezzano anche la compassione. Uno, un tale di nome Simone, che veniva da Cirene, come lo definisce il vangelo, accetta di dargli una mano a portare la croce, una donna gli si fa incontro e gli asciuga il volto insanguinato.

Che fare di fronte all’uomo crocifisso?

Un’immagine della crocifissione (Foto © DepositPhotos.com)

Quel corteo attraversa le nostre strade, ogni giorno, tutti i giorni, e ci incontra, ci costringe a decidere: che fare di fronte all’uomo crocifisso? Di fronte al povero, all’abbandonato, al violentato, al disoccupato, al tossico, al giovane senza speranza… Ignorarlo o stare lì insieme con lui? Quel verbo “stava” ha ispirato poeti, compositori, romanzieri, drammaturghi, a cominciare da Jacopone Da Todi: la croce rappresenta la vita fallita, la fine terribile di un uomo, che vede infranti tutti i suoi sogni, i suoi progetti.

Tutti sono fuggiti, tutti l’hanno abbandonato: Maria, invece, è lì, “stava”  sotto la croce, ancora fiduciosa nelle parole del figlio, che pure è appeso, sanguinante, sconfitto, fallito, in mezzo all’odio dei suoi avversari che lo insultano, lo invitano a dimostrare la sua potenza, a far vedere a tutti, finalmente, se è davvero il figlio di Dio. Sono pronti a mostrare che loro avevano ragione, non quel nazareno che li aveva sfidati in nome di Dio. Vogliono affermare così che soltanto loro potevano adorare nel giusto modo. Maria rimane lì,  nonostante tutto.

Sotto le croci

Maria con Gesù morto

Ci sono tante persone che stanno sotto le croci: tante mamme che continuano ad assistere i loro figli ammalati, figli che non abbandonano i vecchi genitori al deserto delle residenze sanitarie, persone che fanno bene il loro lavoro, per cercare di far vivere meglio gli altri, amici che non ti lasciano nel momento della necessità, volontari che si danno da fare negli ospedali, nelle strutture carcerarie.

Da quell’uomo appeso vengono parole di speranza: donna, ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre. È  come se Maria, privata del figlio, mutasse la sua maternità, diventando la madre generatrice dei credenti. Maria, madre della speranza, nonostante  le tante croci che ci spaventano in questo mondo difficile. Nell’anno giubilare, la forza di Maria è l’invito a dare il meglio di noi, per la vita del mondo.