Ecco dove sono i miracoli che non vogliamo vedere (di P. Alviti)

Ci sono miracoli che avvengono sotto i nostri occhi ogni giorno. Spesso non li vediamo. Perché non abbiamo occhi per vederli. O perché abbiamo paura di vederli.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!

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Non crediamo più ai miracoli, li consideriamo inganni, imbrogli di chi ci vuole prendere in giro. Non parlo dei miracoli bislacchi, di brocche che si riparano, di invenzioni di reliquie, no. Dico dei miracoli veri, quelli che trasformano gli uomini in straordinari campioni del bene, persone che si mettono a servizio degli altri, che costruiscono ospedali, inventano cure, aiutano chi ha bisogno, danno la loro vita in cambio degli altri.

Sono i miracoli di cui Gesù manda a dire a Giovanni per testimoniare l’arrivo del Regno di Dio. Ed eccolo il regno di Dio, infatti: è dovunque si lotti per la promozione dell’uomo , per l’educazione dei giovani, per la giustizia nei trattamenti, per il commercio equo, per la cura della malattie; è dovunque si decida di utilizzare le risorse di una comunità in favore di coloro che maggiormente hanno bisogno; è dovunque le lance vengano trasformate in falci, dovunque si utilizzi il genio umano in favore degli uomini, non per la loro distruzione.

Questi sono i miracoli: ebbene, come al tempo di Gesù e di Giovanni ci sono coloro che non vogliono che questi miracoli accadano, coloro che desiderano che le nazioni siano l’una contro l’altra.

Ci sono coloro per i quali fare il bene è scandaloso perché, secondo loro, non si può aiutare in maniera disinteressata, sicuramente c’è qualche imbroglio dietro.

È un veleno sottile che è stato iniettato nella cultura popolare, un veleno che giorno dopo giorno ci spinge a diffidare di tutti, a mettere in evidenza gli episodi peggiori e dimenticare invece l’impegno di quanti, in ogni parte del mondo, sono impegnati in favore dei più deboli.

È un veleno che ha come scopo quello di toglierci la fiducia  negli altri, un veleno che vuole spingerci ad atteggiamenti vendicativi, a non avere pazienza, a chiedere punizioni esemplari piuttosto che a capire, a comprendere, a studiare il perché dei comportamenti peggiori e a modificarli.

E’ il veleno che sobilla, che cerca odio e violenza, che punta sui nostri setimenti più bassi. E’ il veleno dell’avversario di Cristo, è il veleno del diavolo che vuole farci credere che il bene non esista e che dobbiamo essere malvagi per resistere ai malvagi.