‘Mors tua vita mea’ sfrutta il potere, non porta l’amore

È l'esempio del Battista che dovrebbe guidarci: preparare il terreno a chi è migliore di noi invece di usurparne gli spazi per acquistare un credito che non dà meriti.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali” (Marco 1,7)

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Ecco una cosa che succede raramente: tirarsi indietro perché si riconosce che c’è qualcuno che può far meglio. E’ un atto di grande elevatezza morale, vuol dire davvero apprezzare più il bene comune che il proprio interesse personale. Assistiamo invece all’affermazione di principi ben diversi: chi va a Roma perde la poltrona, piatto ricco mi ci ficco. Sembra semplice sapienza popolare ma in realtà è alla base della gestione del potere in tantissimi casi.

L’incarico come servizio

Il potere come viatico di ricchezza e non come strumento di servizio è un male

Si assume un incarico non per servire e farsi da parte quando c’è qualcuno che può fare meglio di noi. Ma per esercitare un potere, sfruttare le occasioni per sé stessi, arricchirsi sulle spalle di chi invece dovremmo servire.

Gesù lo dice apertamente: i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. E’ una realtà che accompagna tutta la storia dell’uomo. La tentazione del potere, la superbia, può essere così forte da dimenticare il senso di una elezione, di un incarico. E può spingere ad utilizzare quel potere per diventare più ricchi, per acquisire privilegi, per sistemarsi, per costruirsi una piccola rendita, comprarsi una villetta al mare…

La tentazione del comando

Eh sì, perché non c’è soltanto il potere dei governanti ma anche quello dei tanti funzionari cui spetta servire i cittadini. Anche lì c’è la tentazione: velocizzare l’iter di una pratica o rallentarlo, mettere una firma o non metterla, fare una contravvenzione o non farla…

Sono scelte cui ci troviamo di fronte tutti i giorni e allora l’esempio del Battista può esserci d’aiuto. Egli è lì per preparare la strada a qualcuno, noi siamo qui per aiutare gli altri.

Non è vero che mors tua vita mea, anzi vita tua vita mea.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti)