Nessuno può giudicare la coscienza altrui. Tranne Dio

La famosa risposta di Gesù alla domanda sulla sorte di una donna sorpresa in flagrante adulterio squarcia un velo sull'ipocrisia del mondo ed è sempre attuale. E' un invito a ritrovare l'umiltà

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei

Gv 8,7

Si tratta di una delle risposte più conosciute di Gesù che merita però qualche approfondimento, per capire meglio che cosa possiamo imparare per la nostra vita quotidiana. La risposta è data ad una provocazione, ad una domanda capziosa che viene fatta a Gesù. Proviamo a ricordare il contesto: portano davanti a Gesù una donna sorpresa in flagrante adulterio. E gli pongono subito la domanda, con una premessa: Mosè ha detto che deve essere lapidata. Tu cosa dici?

Il piano dei nemici di Gesù è molto chiaro: qualunque cosa avesse risposto, l’avrebbe messo in difficoltà. Infatti, se avesse detto lapidatela, tutta la sua fama di bontà, di comprensione, di accoglienza dei peccatori, sarebbe venuta meno. Se, al contrario, avesse detto: “Lasciatela libera“? L’avrebbero subito accusato di essere contro la legge di Mosè e, quindi, meritevole lui di lapidazione.

Lo scontro aperto tra Gesù e le élites del tempo

Gesù durante una predica

Ma c’era anche un ulteriore motivo, che rendeva la risposta di Gesù ancora più complessa: infatti, dal momento dell’arrivo dei romani in Giudea, gli occupanti avevano sottratto agli Ebrei la possibilità di condannare a morte una persona. Ne abbiamo chiara testimonianza nel processo a Gesù. Quindi, ancor di più, se avesse detto di condannarla, sarebbe andato contro le leggi romane e i nemici di Gesù avrebbero chiesto l’intervento dei soldati di Pilato. Il contesto è chiaramente di lotta, di scontro aperto tra Gesù e le élites dominanti del tempo.

L’adultera

Conosciamo tutti la risposta di Gesù. L’abbiamo sentita ripetere tante volte a proposito di cose diversissime, ma è nel contesto del Giudaismo che quella risposta assume un valore ancora maggiore. Chi veniva chiamato a gettare la prima pietra nel caso di una condanna? Era il testimone che aveva portato alla condanna dell’imputato. Quindi scagliare la prima pietra vuol dire essere certi di quello che si sta facendo, essere assolutamente convinti della colpevolezza dell’imputato.

L’evangelista Giovanni, a cui è attribuito questo brano, fa una singolare annotazione: dice che gli accusatori se ne andarono uno alla volta, a cominciare dai più anziani. Probabilmente proprio i più anziani avevano inteso per bene che cosa Gesù intendesse dire: siete proprio sicuri che quella donna meriti la morte? Siete proprio certi che si possa strumentalizzare la vita di una persona, pur di colpirne un’altra?

Tutti pronti a scagliare il sasso di condanna

Anche nella nostra vita quotidiana siamo sempre pronti a scagliare il sasso di condanna. Ci basta un titoletto su facebook o un’occhiata a tik tok, per raccogliere la pietra e lanciarla, senza un minimo di riflessione, pronti a rovesciare sugli altri la nostra insoddisfazione, la nostra cattiveria. Pronti a scaricare responsabilità. La risposta di Gesù è invece illuminante: chi è senza peccato? Chi può dire di aver fatto tutto il suo dovere, tutto il bene possibile che poteva compiere nella sua condizione storica? Chi potrebbe essere in grado di lanciare quella pietra?

Nessuno, in realtà. Nessuno ha il diritto di ergersi a giudice della coscienza altrui, tranne Dio. E infatti Gesù giudica l’adultera, non l’assolve, non le dice facciamo finta che non sia successo niente. Ma: renditi conto che la tua azione è stata malvagia, non ripeterla più. In un mondo in cui siamo abituati a giudicare tutti e subito l’invito di Gesù può essere per ciascuno di noi un salutare bagno di umiltà.