I doni sbagliati ai nostri figli (di P. Alviti)

Riempiamo i nostri figli di oggetti. Senza renderci conto che così gli insegniamo che si possono compfrare brandelli di felicità. Ma non impareranno ad essere felici

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”» .

*

Non riconosco più mio figlio: non so cosa sia successo. Era un bambino tanto caro, educato. Ora se ne sta sempre chiuso nella sua stanza, nessuna relazione con la famiglia. Eppure gli diamo tutto, non gli manca niente.

E quell’altro che sta sempre a dormire, sembra non volere più niente nella vita, pensa soltanto a sé…

Perché ci trattano così?

 

La Parola ci racconta di un bambino affidato all’anziano Eli. Di fronte al ragazzo che dice di sentirsi chiamare di notte, Eli ha nell’immediato la reazione saccente dell’adulto che sa tutto… poi capisce che deve creare l’ambiente ideale perché il bambino incontri il Signore e Samuele finalmente parla con Dio.

Il racconto è illuminante per i genitori e gli educatori di oggi e per tutti coloro che hanno in qualche modo la responsabilità del futuro dei giovani. Se non creiamo un ambiente favorevole perché i nostri ragazzi facciano esperienze buone, incontrino persone degne, spendano la loro esistenza per aiutare gli altri, comprendano quanto sia importante essere onesti e quanto invece non paghi l’essere furbi, il ricorrere a sotterfugi, se noi adulti non creiamo tutto questo che diritto poi abbiamo di lamentarci che i nostri ragazzi siano attenti soltanto al taglio dei capelli o alle loro scarpe, all’ultimo modello di smartphone, o alla borsa tal dei tali.

Magari siamo proprio noi a cercare di blandire i loro animi, riempiendoli di oggetti, instillando noi stessi in loro la fetida piaga del consumo. Così impareranno che possono comprare brandelli di felicità ma non impareranno ad essere felici.

Invece come Eli con Samuele, dobbiamo insegnare loro quali sono le cose importanti dell’esistenza: l’amicizia, l’amore, il rispetto, la collaborazione, la solidarietà, la responsabilità, la fede…

Dobbiamo spingerli a cercare qualcosa di più importante degli oggetti di marca, degli abiti, a cercare qualcuno che possa davvero orientare la loro vita verso il bene.

Se non lo faremo noi, chi lo farà?