Il segreto della mitezza che ci rende liberi da ogni peso

È facile allearsi con i potenti, mettersi d'accordo con chi chiude un occhio. Ma in questo modo alimentiamo quel gioco sporco contro il quale poi strilliamo e protestiamo. È la mitezza a fornirci la via. Ecco perché

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.

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Perché la mitezza dovrebbe darci la vita? Non è meglio essere potenti, invece? Saper cogliere l’occasione favorevole, magari mettendosi d’accordo con qualcuno disponibile a chiudere un occhio? Non è preferibile allearsi con i potenti, cercare la loro protezione, prostituire la propria coscienza, mettere una firma dove non si dovrebbe,  consentire che non ci rilascino la ricevuta al ristorante o dal medico?

Sembra brutto che anche loro paghino le tasse. E poi li malediciamo come evasori, quando siamo noi a consentire il giochetto sporco. Senza la nostra collaborazione non ci riuscirebbero.

E la cosa più brutta è che tutte queste azioni ingiuste, che generano ulteriore ingiustizia, che tolgono risorse agli ospedali, alle scuole, ai bilanci comunali, persistono perché noi ci prestiamo al gioco e spesso ne facciamo parte, traendone qualche vantaggio.

Però, poi urliamo contro la politica dei ladri, le istituzioni che non funzionano, gli ospedali che non curano, i ponti che crollano: protestiamo, dimenticando che spesso anche noi collaboriamo al sistema, nel momento in cui ci prestiamo ai giochetti più diversi, pensando di essere furbi.

E invece soltanto la mitezza, il non essere violenti, il cercare di capire, l’approfondire le questioni senza lasciarci andare a giudizi affrettati e sommari, l’evitare di offenderci reciprocamente, magari in pubblico, sulle diverse piattaforme social  che frequentiamo, soltanto quest’atteggiamento, quello di Gesù davanti ai suoi accusatori, a coloro che l’odiavano perché vedevano in lui colui che stava per scoperchiare le infamie di cui era ammantata la loro autorità, quella mitezza di chi non risponde al male con il male, alla violenza con la violenza, può portarci a trovare ristoro in una vita che invece rischia di avvitarsi in una spirale di violenza e di insulti, di giudizi affrettati, di notizie false, costruite apposta per sollecitare i nostri istinti più bassi, i nostri sentimenti peggiori.

Soltanto quel ristoro, il ristoro della mitezza, invece ci restituirà la bellezza di un’esistenza che ruoti attorno alla comunione dei talenti che ciascuno può mettere a disposizione di tutti: questa “comunicazione” di talenti e risorse farà crescere ognuno di noi e la comunità in cui siamo inseriti. È il significato della radice di tutte queste parole: la communio, il mettere insieme il bene che ciascuno di noi può fare

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