Se il mondo non gira intorno a noi e cerchiamo il colpevole

Foto © Luigi Avantaggiato / Imagoeconomica

Come i discepoli di Emmaus che si diedero un'immagine di Gesù in linea con i loro desideri, così noi imponiamo le nostre aspettative alla vita. Ma possiamo cambiare idea e trovare la bellezza in quello che semplicemente gli altri sono.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Noi speravamo che Egli fosse colui che avrebbe liberato Israele

*

Avrei voluto che, se fosse andata in quest’altro modo, io pensavo che…   Sono frasi che ripetiamo tante volte quando le cose non vanno bene. Desideriamo un mondo in una certa maniera e poi invece la realtà appare diversa da quella che ci saremmo aspettati. Si potrebbe dire che è una reazione normale, di fronte ad una delusione.

Il guaio sta però nel fatto che spesso quelle espressioni nascondono una tentazione molto potente nella nostra vita quotidiana: noi desideriamo che il mondo vada secondo i nostri desideri. Quando ciò non accade, e purtroppo avviene spesso, allora scatta la scelta dell’irresponsabilità: io avrei voluto che quelle persone si comportassero così, io supponevo che le scelte sarebbero state queste altre e così ci rifugiamo in un atteggiamento di altezzoso risentimento perché gli altri non sono come noi, meglio, come noi desidereremmo che fossero.

San Girolamo, che antepose il rigore ad ogni forma di aspettativa

E’ una sorta di delirio di onnipotenza che ritroviamo nell’espressione dei due discepoli di Emmaus  che se ne stanno tornando alla loro cittadina. Perché quel Gesù in cui tanto avevano riposto le loro speranze non era stato quello che loro pensavano dovesse essere. Ecco il dramma di tante nostre considerazioni di fronte alla realtà che invece ci fa incontrare scelte diverse da quelle che piacerebbero di più a noi.

I due discepoli si erano costruiti un’immagine di Gesù secondo i loro desideri. Non l’avevano seguito in maniera sincera ma perché speravano che avrebbe raggiunto quell’obiettivo che loro due si erano proposti. Però hanno il coraggio di cambiare idea. Finalmente riconoscono Gesù non nella figura che avevano immaginato, ma in quello che il messia davvero era. Così cambiano idea, rifanno il viaggio a ritroso per andarlo a dirlo agli altri seguaci di Gesù.

Questo dobbiamo fare anche noi: renderci conto che possiamo cadere nella trappola del risentimento. Poi scegliere però di invertire la rotta, tornare a Gerusalemme, rifare il viaggio in salita, senza indugio, senza crogiolarsi nella ricerca delle responsabilità altrui. Assumendo invece la responsabilità di affrontare la vita così com’è e non come vorremmo che sia.