Rinnegare se stessi: per ritrovarsi diversi

È una delle frasi più celebri. ma misteriose allo stesso tempo. Cosa vuole dire "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso”? Per secoli in tanti si sono cimentati. Oggi sappiamo il significato pieno. Che è una via di cambiamento

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso – (Mc 8,33)

Perché un rinnegamento? Possibile che ci si chieda di rinunciare a noi stessi? Questa espressione evangelica, in tanti secoli di cristianesimo, è stata interpretata in mille modi diversi, fino addirittura a rinunciare ad essere uomini, alle caratteristiche della nostra umanità. Diversi movimenti ereticali ne estremizzarono la lettura, non riuscendo a coglierne invece il significato pieno che oggi, invece, siamo in grado di comprendere.

Il rinnegamento di sé è quello che San Paolo chiama “metànoia”, conversione, cambiamento di esistenza e si riferisce alla capacità che ciascuno di noi ha di comprendere in quale situazione si trova, quali condizionamenti subisce, come possa essere vittima degli scatti d’ira, degli impulsi di avidità, degli atti di superbia. E di come questa condizione possa fortemente limitare la libertà. Anzi possa farci credere di di essere liberi proprio in quanto capaci di comportarci in quel modo.

La via per cambiare l’esistenza

Dante e il suo poema, affresco di Domenico di Michelino nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze (1465)

A 700 anni dalla morte di Dante, capiamo quanto sia significativa l’allegoria del primo canto della Commedia: si ritrova nella selva oscura, senza capire dove dirigere la sua vita ma non sa neppure  come ci si è trovato in quella situazione di smarrimento totale. Però, finalmente, sta tornando in sé, ha paura di questa condizione, si accorge che lo porterà ad una morte devastante e allora vede un barlume, un raggio di sole e si dirige verso quel monte, al di sopra del quale brilla la luce che può orientarlo nella sua esistenza e tirarlo fuori dal buio sconvolgente della selva.

Ma, quando ha ormai deciso di salire verso la luce e sente di essere salvo, ecco che gli si parano davanti tre fiere: sono i suoi difetti, i suoi limiti dai quali, da solo, non riuscirà mai a liberarsi

Virgilio, che è lì per trarlo in salvo, gli dice che deve fare un altro cammino, un itinerario di consapevolezza e liberazione dai suoi limiti, grazie all’aiuto che i suoi amici, che i suoi santi protettori, la fede possono offrirgli. Ecco cosa Dante deve rinnegare: deve rinunciare ai suoi vizi, ai suoi difetti e cambiare direzione, convertirsi. Ma anche la pretesa di potercela fare da solo, se non vuole essere divorato dalle fiere. 

Questo è il rinnegamento che ci viene chiesto: un pieno di consapevolezza, di coscienza di sé, di capacità di accettare l’aiuto che ci viene offerto, quel “vieni dietro a me” del versetto seguente del vangelo di Marco.

Certo è difficile, è quella croce che ci libera perché ci rende migliori ma ogni miglioramento richiede allenamento, sforzo, costanza, disciplina…

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).

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