Troppo facile amare gli amici: il grande mistero è porgere l’altra guancia

"Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro". La frase dell'evangelista Luca apre una riflessione sul comportamento di tutti noi: bisogna mettersi sempre nei panni dell'altro che incontriamo. Una regola che cambierebbe in meglio il nostro lavoro, la nostra famiglia, le nostre relazioni amicali ed in generale la nostra vita

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro

Lc 6,31

Una regola aurea, non è un divieto, non dice: non fare questo, non fare quest’altro. Rovescia tutto in positivo: come vorresti essere trattato? Ecco, tratta gli altri nello stesso modo. Pensateci un momento: cosa desideriamo? Affetto, amore, considerazione, lavoro, aria pulita… pace… tranquillità… Questo desideriamo tutti. Il guaio è che se qualcuno non ha quello che noi desideriamo come lui, magari perde il controllo e cominciano i guai. E’ il segreto di quella frase che l’evangelista Luca pone sulla bocca di Gesù, al termine del discorso rivoluzionario della guancia.

La parola di Dio è rivolta a tutti

Il vangelo di Luca (Foto: IchnusaPapers / AIaf)

Il contesto è importante per comprendere il significato delle parole di Gesù: per un ebreo di quell’epoca, e Gesù è pienamente ebreo, ci sono due grandi categorie di persone, appunto gli ebrei e poi i gentili. Invano i profeti avevano cercato di spiegare agli israeliti che la parola di Dio era rivolta a tutti gli uomini e che l’elezione di Israele, il popolo “eletto”, non era un privilegio, un essere migliori degli altri, grazie ad un nome o ad una genealogia, ma la missione di annunciare quella parola a tutti gli altri popoli della terra. La separazione tra ebrei e gentili era fortissima e riguardava naturalmente anche i rapporti sociali. Si aiutavano i fratelli, gli amici, i correligionari, non gli stranieri, il contatto con i quali rendeva impuri.

La preghiera di Gesù: amate i vostri nemici

Ma era così anche per i Greci: netta separazione con chi non parlava la loro lingua, i barbari, i balbuzienti, coloro che stentavano ad usare la lingua di Pericle e di Platone. E lo stesso per i Romani che considerano privi di ogni diritto coloro che non erano cittadini romani: civis romanus sum, si vanta Paolo per salvarsi dalla lapidazione e sono proprio i soldati romani a difenderlo dalla comunità dei suoi correligionari. Gesù rovescia icasticamente il rapporto: che merito c’è nell’amare gli amici, che ci vuole? Invece, amate i vostri nemici.

Questa incredibile affermazione chiude la famosa questione dello schiaffo: se uno ti colpisce la guancia destra… Perché proprio la destra? Provate ad immaginare di dare uno schiaffo. A meno che non siate mancini, colpirete la guancia sinistra. Per schiaffeggiare la destra bisogna dare un manrovescio: non si tratta di un buffetto salutare, ma di un colpo per fare del male.

Mettersi nei panni dell’altro che incontriamo

E’ di fronte a schiaffi di questo genere che bisogna reagire porgendo l’altra guancia. La spiegazione è nel versetto di Luca che stiamo cercando di capire. Dobbiamo sempre metterci nei panni dell’altro che incontriamo. Cosa vorremmo noi se fossimo al suo posto? Pensate, se adottassimo questa regola, come cambierebbe il nostro lavoro, la nostra famiglia, le nostre relazioni amicali. Certo, è molto difficile, ma è l’obiettivo che potremmo porci per migliorare la nostra vita, o no?