Il monito di Isaia verso il suo popolo è sempre di stretta attualità in un mondo dove sopraffazione, povertà, consumismo, egoismo e delirio di onnipotenza ostacolano la proposta di salvezza di Dio
Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedrannoIs 40 3-5
Che grandi parole di speranza quelle che Isaia scrive per il suo popolo! Lo avverte: il Signore sta arrivando ma bisogna facilitargli la strada, nel deserto, costruire le vie che possa percorrere facilmente, valicare le valli, abbassare monti e colline.
I versetti di Isaia mi hanno fatto venire alla mente i lavori di costruzione dell’Autostrada del Sole o ancor di più quelle abruzzesi. Quelle opere sembrano echeggiare le parole del profeta, sono opera dell’uomo, del suo ingegno, della sua volontà e dedizione, che facilitano la comunicazione, l’incontro, lo scambio.
Le parole evocative di Isaia
Ricordo i viaggi che facevo con mio padre, da bambino, verso le Marche. Erano viaggi, ci voleva quasi una giornata intera, rispetto alle tre ore di oggi. E’ facile allora comprendere il significato evocativo della parole di Isaia: come potrà il Signore raggiungere tutti gli uomini con la sua proposta di salvezza, di vita onesta, libera da ogni condizionamento?
Potrà farlo se qualcuno costruirà le autostrade, che non sono realizzate in cemento e asfalto, ma in solidarietà e promozione della qualità della vita per tutti gli uomini. Quali sono le valli da colmare e i monti da spianare? L’ignoranza, l’abuso, la sopraffazione, la povertà, la malattia, la fame, ma anche l’indifferenza, l’egoismo, il delirio di onnipotenza.
Sono tutte cose che possono essere fatte e che non facciamo. Isaia ci mette davanti alla scelta: vuoi favorire o no l’arrivo del Signore che viene? Vuoi spianargli la strada o vuoi invece collaborare con quelli che erigono barricate per ostruire la strada a chi viene ad annunciare la liberazione dal male, dal condizionamento, dallo sfruttamento?
La vacua felicità
Ci sono tante valli, colline, montagne che ostacolano l’incontro tra Dio e l’uomo: pensate al rapporto che abbiamo con il consumismo. Viviamo appesi all’ansia di cogliere lo sconto dei saldi, per comprare cose che non ci servono, tanto per avere la soddisfazione di aver acquistato qualcosa ad un prezzo inferiore a quello degli altri. Non conta se ne ho davvero bisogno, quanto la soddisfazione dell’acquisto… Ci hanno convinto che comprare è bello! Non sono gli oggetti il piacere, ma il fatto di acquistarli…
In un simile modo di pensare è difficile fare posto alle esigenze di Dio, che ci dicono che per essere liberi dobbiamo capire che tutte queste cose, che ci paiono scelte di libertà, sono invece bisogni indotti, ansia per acquistare cose di cui non abbiamo bisogno, vacua felicità nel mostrare oggetti che, per valere, non contano sui materiali di costruzione ma su un nome, un marchio, una firma, una griffe appiccicata da qualche parte.
Sicuri che valga la pena?