I 40 anni dalla visita di Giovanni Paolo II ad Alatri. Quando salutò gli "alatrini”. Ma dall'Acropoli lanciò un messaggio che vive ancora oggi. Come ricorda il sindaco
Le immagini sono sfocate, bruciate dalla luce, poco nitide: non erano un granché le telecamere nel 1984. Catturavano le immagini su nastro largo un pollice e per rivederle occorrevano videoregistratori larghi quanto un tavolo. Quarant’anni fa: la Ciociaria era ancora una terra ricca degli stipendi pagati dalla moltitudine di industrie arrivate con la Cassa per il Mezzogiorno e sorgevano ai lati del tracciato dell’autostrada, c’erano le multinazionali e c’era Giulio Andreotti.
In quella Ciociaria il 2 settembre venne a compiere la sua visita pastorale il papa venuto da lontano, Karol Wojtyla da Cracovia appena all’inizio del percorso con cui diventare santo con il nome di Giovanni Paolo II. Arrivò in elicottero: ad accoglierlo ad Alatri furono il vescovo Umberto Florenzani ed il ministro Giulio Andreotti dominatore assoluto in quella Ciociaria democristiana, ed il sindaco Dc Francesco Priorini. Oltre che migliaia di fedeli
La giornata
Giovanni Paolo II atterrò nella zona di Chiappitto poi in iniziò il viaggio verso il centro su un’auto blindata: si era a tre anni dall’attentato di Ali Agca in piazza San Pietro.
Tre le tappe concordate con il Cerimoniale: l’arrivo in Piazza Santa Maria Maggiore, la visita al monastero di clausura delle Benedettine a due passi dalla piazza, ed infine il saluto con il discorso finale sull’Acropoli. Dove resta ancora impresso il suo incipit “Cari Alatrini” che emozionò l’anima dei fedeli.
Perché era il suo italiano ancora stentato a dare la dimensione umana di quel nuovo pastore, così giovane e fuori dagli schemi, amante della montagna e dello sport. Infallibile in fede e fallibile ancora nel lessico come per il primo grande applauso strappato la sera della sua elezione, quando ruppe subito il protocollo e si affacciò per parlare alla folla e disse “se sbaglierò mi corrigerete”.
Le sue parole e
Non sbagliò quando dall’acropoli disse «Sono venuto per esprimervi la mia affezione e la mia stima per la vostra antica città, a cui sovrasta la famosa Acropoli, che già formò l’orgoglio del fiero popolo degli Ernici. Ed oggi costituisce una rara testimonianza della più perfetta costruzione ciclopica conservata in Italia». Chissà se immaginava che a quarant’anni di distanza ancora sarebbe rimasto aperto il dibattito sulle sue origini e la valorizzazione di quelle mura. Compresa quella turistica.
«Sono venuto soprattutto per esprimervi la mia soddisfazione e nel sapere quanto fervida sia stata la vostra tradizione religiosa attraverso i secoli. E quanto sia al presente viva ed operante la vostra fede cristiana, sulla scia dei grandi esempi a voi lasciati dagli antenati». A chi si riferiva Papa Giovanni Paolo II? Lo chiarì subito: «Una figura esemplare è certamente il vostro santo patrono San Sisto I, Papa e Martire».
Invitò i cattolici a rimanere saldi nella fede, spiegando che «Questa visita vuole essere altresì un incentivo a non venire mai meno al vostro prezioso patrimonio di fede e di sensibilità religiosa, di cui risplende la storia della vostra città non solo per lo zelo dimostrato dai pastori, ma anche per la generosa risposta dei fedeli».
E poi il passaggio che ricordò il “mi corrigerete”: «Cari Alatrini, vi esorto a continuare il vostro cammino di fede in armonia con le vostre profonde radici culturali e spirituali e con quella coscienza cristiana, libera e forte, che contrassegnò il papa martire, San Sisto».
Il ricordo Alatri
Cittadino onorario gli è stato dedicato uno dei viali dell’area sovrastante dell’Acropoli a dimostrazione di quella presenza sul sito alatrense che resterà una pietra miliare.
Lo ha ricordato in queste ore anche il sindaco Maurizio Cianfrocca: “Un evento davvero memorabile per tutti gli alatrensi che lo vissero in prima persona, come anche per quelli che hanno potuto riviverlo nei racconti, appassionati, intensi, emozionati, di chi lo ha tramandato negli anni”.
Il sindaco evidenzia che San Giovanni Paolo II, nel suo discorso alla città di Alatri pronunciato dall’Acropoli, “esprimeva la sua soddisfazione nel sapere quanto fervida fosse la nostra tradizione religiosa attraverso i secoli, e quanto fosse al presente viva e operante la fede cristiana, sulla scia dei grandi esempi a noi lasciati”. Karol Wojtyla esortava a continuare il cammino di fede in armonia con le profonde radici culturali e spirituali tracciate da san Sisto.
Alatri ricorderà la visita del pontefice con una mostra documentaria. Ci sarà il materiale a disposizione del Comune ma soprattutto quello della diocesi e quello che i cittadini spontaneamente hanno messo a disposizione. Affinché un ricordo privato possa diventare ricordo di tutti.