Appia patrimonio dell’Umanità e anche Latina si fa antica

Da venerdì prossimo la Regina viarum, l'Appia Antica, sarà ufficialmente Patrimonio Mondiale dell'Umanità, iscritta nella lista dell'Unesco

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

A Latina ci balocchiamo sulle scale delle Poste, siamo impegnati a dare ogni spazio che resta libero all’Università: l’ultimo è l’ex Intermodale. Fuori da Latina il mondo ha i valori veri. Venerdì prossimo la via Appia, la Regina viarum, sarà patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Verrà inserita durante una cerimonia che si svolgerà a Nuova Delhi in India.

Insomma continuiamo a guardare la punta delle scarpe razionale e non vediamo la fantastica via che da Cisterna a Sezze attraversa la nostra pianura da secoli. La prima strada del mondo, la strada dove la storia è passata ha insistito, si è fatta vera.

Lì si fermò pure Paolo

La statua di Paolo di Tarso realizzata da Pierre-Étienne Monnot / Basilica di San Giovanni in Laterano / Roma.

Una decina di chilometri di strada diritta a partire da Cisterna fino a La Storta e poi la fettuccia di Terracina (non esattamente l’Appia antica, ma…). Si incontrano Tres Tabernae, Foro Appio, la Chiesa di Tor Tre Ponti. A Foro Appio si è fermato Paolo di Tarso e la storia del cristianesimo.

Certo dire che l’Appia è il manufatto più significativo di Latina contraddice l’assunto che prima del 1932 qui non c’era nulla. Dal 1907 poco distante costruivano la Ferrovia Roma-Napoli via Formia terminata nel 1927. Insomma prima di prima c’era qualche cosa.

L’Appia non solo è la regina delle strade ma per secoli la strada verso Oriente: arrivava a Brindisi e poi la Grecia, il medioriente e la grande Asia. L’Appia segna il territorio: fa da confine tra Latina, Sermoneta, Cisterna, Sezze, Pontinia. Qui ci provavano, quando è arrivato il tempo del motore, i bolidi da cento all’ora del grande Taruffi: la Fettuccia di Terracina portava direttamente senza una curva e prima delle autostrade, al mare. All’Appia la Lancia ha dedicato una automobile, per altro bellissima.

Patrimonio dell’umanità un sito di Latina, ma un sito che coinvolge: coinvolge 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra Province e Città metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 università italiane e straniere.

Una strada per uscire dai luoghi comuni

Cippo miliario sull’Appia ad Albano Laziale (Foto: Alessandro Scillitani)

Una opportunità per uscire dai luoghi comuni, per aprirsi al mondo, per uscire dall’isolamento. Antonio Pennacchi esaltò il ponte romano che ancora oggi fa il suo mestiere all’altezza di Tor Tre Ponti. E qui la storia non si è mai fermata ma ha viaggiato.

Percorrendo la via Appia, all’altezza dell’incrocio con la via che conduce da Latina a Latina Scalo, si nota un’edicola di marmo sormontata da un timpano triangolare (per metà distrutto). Sulla lastra di marmo è riportata un’iscrizione in cui si legge il nome del papa Pio VI, la data MDCCLXXXVI (1786), il nome del “prefetto delle strade” Francesco Mantica e si fa riferimento ad alcuni lavori di bonifica dell’area.

Questo è il testo completo dell’iscrizione:

EX AVCTORITATE PII VI PONT. MAX. APPIAE TRACTVS AD PISSINARIAM QVEM AQUAE STAGNANTES INTERRVPERANT PONTIBVS IVNCTVS AGGERIBVS MVNITVS ANNO MDCCLXXXVI CVRATORE FRANCISCO MANTICA PRAEF. VIAR.

(Ecomuseo dell’Agro Pontino).

Ora esiste un segno importante di questa terra, iniziamo da qui: da Roma e dai suoi ingegneri per togliere al confronto culturale il monopolio degli architetti, e al dibattito la visione a senso unico della bonifica integrale.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com).