Rocco Alonzi apre un'altra delle sue mostre. E si racconta, come in una seduta di psicoterapia. Ormai è un artista cult. ma antidivo.
Mercoledì… alle 21…. giorno e ora veramente insoliti a Frosinone per un vernissage artistico.
Da un po’ di tempo, bisogna riconoscerlo, in città c’è un overdose di eventi: l’agenda è un puzzle tra mostre e libra. Ma solo un artista stravagante come Rocco Alonzi poteva scegliere quest’orario durante un giorno feriale, in una città in cui la sera scatta il coprifuoco.
La location è il bar Il Bagatto, nella centralissima via Aldo Moro, che dopo lo struscio pomeridiano di giovani la sera cede il posto alle ombre di pochi temerari, che generalmente se escono è per un drink.
Organizzatori di questa rassegna artistica, generalmente alle ore 18, sono Alfio Mirone e Roberta Fanfarillo. Di scena questa volta nelle pareti del Bagatto è la nuova collezione dell’Alonzi ”il vintage” l’artista sorano che da un po’ di tempo ha scelto di vivere dalle parti del lago di Posta Fibreno. Ciclicamente è attraversato da una fase, in cui esplode la sua creatività.
I Cuori sono un cult della sua produzione, poi la serie degli animali, i paesaggi delle industrie dismesse, gli oggetti della quotidiano. Poi il Rocco a pois, adesso il ”vintage” con l’ omino dei materassi.
Un vernissage con una presentazione originale, niente tagli del nastro, niente battesimo della politica, l’unica donna in politica presente è la Pina Bonaviri, al Bagatto per un ”richiamo di sangue”. Sora è la città di adozione di donna Raffaella Bonaviri Osario, la mamma della Bonaviri. Seduti in circolo, sembra una seduta collettiva di psicoterapia, sarà forse un effetto della presenza della psichiatra Bonaviri, il Rocco si racconta come se fosse sul lettino della psicanalista.
La sua passione per l’arte nasce nella falegnameria paterna, utilizza i fondi dei cassetti , trasforma resti di legno in opere d’arte. Produce tantissimo, ha all’attivo tantissime mostre, collettive e individuali, ha avuto diversi riconoscimenti tra cui il premio Celeste. Sue opere sono esposte in diversi locali a Sora, dove possiamo dire che è un artista cult. Entrando nei locali facilmente trovi un Alonzi, si potrebbe organizzare un tour tra aperitivi e pizze per scovare alle pareti una sua opera.
Il mondo di Rocco è fatto di ricerche pittoriche, trasporta sulla tela tutto ciò che vede, sente, tocca. «Ho fatto delle mie emozioni il mio nutrimento e dell’arte della provocazione il mio stile di vita» è la sintesi della sua filosofia di vita. Disegna su tutto ciò che trova. Così anche dei tovagliolini di carta al Bagatto sono diventate ”opere d’ arte”.
Madonnaro, una forte passione. Nel 2003 ha preso carta e penna ed ha scritto la sua biografia, scherzando dice «ho provveduto da solo in attesa che tu trasformi la mia vita in un best seller». ”Ma che palle sono queste” è il titolo del suo libro.
Poliedrico ed eccentrico, le opere esposte anche questa volta non sono mai banali e scontate…. Come da tradizione ti interrogherai:chi è il volto della donna del Cinzano? Ma chi lo versa? Sono gli interrogativi in cui ti proietta l’artista, come in quel famoso vecchio telefono con la cornetta semi alzata, se pensi che sia la proiezione dell’incomunicabilità, lui sorride e ti dice ”ma io sono social , così social che sembra uno stalker”. Una risata attraversa le sue amiche che nonostante sia un giorno feriale sono partite da Sora per non perdere il suo vernissage.
Forse è per questo che ha scelto quell’orario insolito L’ Alonzi lavora in un mobilificio ed ha pensato alle sue amiche e amici che solo in un orario insolito forse l’avrebbero raggiunto. E cos’ è stato.