
L'idea è costituire un Osservatorio Teatrale, un momento di confronto e ascolto periodico tra tutte le realtà interessate della Ciociaria
Le energie ci sono. Gli uomini e le donne per metterle in campo pure. Quello che serve è una direzione comune. Un’idea chiara di dove si vuole andare, per dire cosa ed in che modo. E magari anche più strutture, soldi e comunicazione. Nasce da qui l’intuizione degli Stati Generali del Teatro in Ciociaria, la manifestazione organizzata qualche giorno fa a Veroli da Duecento22 – arti e spettacolo e MadeInTerraneo APS per fare il punto sullo stato di salute del mondo del palcoscenico in provincia di Frosinone.
A spingere per un incontro che puntava a fare rete ed a mettere in circolo energie preziose sono stati Enrico Quadrozzi e Andrea Di Palma; il primo, originario di Veroli, è il referente di Duecento22-arti e spettacolo. Il secondo, anagnino doc, è la voce ed il volto di Madeinterraneo, oltre che autore e protagonista di uno degli spettacoli più potenti degli ultimi anni, Mani di Sarta, dedicato al tema del disastro ambientale della Valle del Sacco.
Esperienze diverse, con un punto in comune: quello di non considerare il teatro come un fatto privato, ma come una scommessa di comunità.
Il momento pubblico di confronto

Di qui l’idea di organizzare un momento pubblico di confronto tra compagnie, operatori culturali, teatri ed istituzioni. Un momento che ha visto, tra gli altri, il Sindaco di Veroli, Germano Caperna, la Vicesindaca Francesca Cerquozzi e l’Assessore Provinciale con delega alla Cultura, Luigi Vacana.
Non è stato però solo un semplice incontro; quanto piuttosto un vero laboratorio, con due momenti precisi. Nel primo intitolato “C’è teatro, ma dove sta andando?”, sono state condivise riflessioni, esperienze e criticità. gli organizzatori della manifestazione ma anche molti altri presenti, hanno offerto un quadro variegato ma coerente delle difficoltà che oggi chi fa teatro in Ciociaria si trova ad affrontare.
Difficoltà e problemi che hanno nomi chiari: la mancanza di spazi performativi adeguati (ad Anagni, città del Festival del teatro medievale, un teatro vero e proprio non c’è!). Poi una diffusa insoddisfazione verso le politiche culturali comunali e provinciali, e la carenza di una comunicazione efficace degli eventi teatrali. Il sistema di cui si diceva insomma.
E che, per ora, manca. Ecco perché si è affermato con forza un desiderio comune di costruire relazioni, fare rete, uscire dall’isolamento.
“Che teatro vogliamo?”

Questo per quanto riguarda i principi generali. Poi, nella seconda parte dell’incontro, dal titolo “Che teatro vogliamo?”, i presenti si sono concentrati sulle proposte concrete per arrivare al teatro che si vorrebbe avere nella nostra Provincia. E, proprio per evitare di fermarsi alla semplice testimonianza, sono state varate tre proposte operative a breve termine.
La creazione di una squadra di lavoro, coordinata da Quadrozzi e Di Palma, che possa avviare concretamente un circuito di collaborazione tra compagnie e teatri della provincia. La redazione di una lettera ufficiale per richiedere l’istituzione di un tavolo permanente presso le istituzioni provinciali, capace di affrontare in modo partecipato la programmazione teatrale del territorio.
La costituzione di un Osservatorio Teatrale, un momento di confronto e ascolto periodico tra tutte le realtà interessate, che permetta di continuare a raccogliere dati, delineare criticità e sviluppare strategie. L’idea è di partire nei mesi estivi; per rivedersi ad ottobre, verificare i primi risultati e rilanciare insieme i prossimi passi.