
Il filo che unisce Papa Leone XIV con la figura di Leone XIII, il papa partito dai Lepini. La sua missione è ricollegare cultura e lavoro, riflettendo su radici italiane e legami con popoli. Come contadini del Peru e operai di Chicago.
È mio dovere testimoniare. Passa come se non fosse che il nuovo Papa, il Vescovo di Roma, viene si dall’America, è si Agostiniano, ma ha anche scelto come nome quello di Leone.
E allora testimonio che questa scelta ci chiama in gioco. Prima di Leone XIV, Leone, il tredicesimo, fu Giacchino Pecci da Carpineto con mamma di Cori: un lepino. I papa nostro si dice di lui da noi.
Il pontefice che cresce con il Semprevisa davanti e li capisce la fatica, il lavoro, le cose nuove.
La missione di Leone

Lui era chiamato a parlare alle anime che non era più re. E dire che anche la terra sua era italiana e non più papalina. Quindi chiamarsi Leone è ricordare la nostra pietà lepina, la sua cultura della fatica, del sacrificio. Il nuovo Papa si occuperà di questo.
E poi la radice della terra che per il papa nuovo sta nel Peru dei contadini e nella Chicago degli operai. Ma per il Leone di Carpineto stava nel compare che lo va a trovare in Vaticano con un viaggio a dorso di mulo che dura giorni: quando dopo aver attraversato stanze e stanze, affreschi e broccati, finalmente arriva davanti all’ amico Papa e dice “compare Giacchino che posto te su trovato, mo mantenatiglio“.
Il Papa, il suo Giacchino lo prese in parola e di anni di pontificato ne fece un quarto di secolo.
Quindi questi monti, dove venne a morire anche San Tommaso non lontano dalla Sua Aquino, qualcosa di santo l’ hanno dentro. Terra di abbazie, terra di spiritualità… terra di Leoni.