Latina, Stefanelli e Carnevale pellegrini a Roma per salvare l’Appia

Come Pietro e Paolo, con un dossier ed un incontro con il sottosegretario Mazzi e i funzionari del dicastero sulla "Regina viarum"

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Eh no, Provincia e Comune di Latina non rinunciano al riconoscimento anche nel territorio pontino dei tratti dell’Appia regina viarum, Patrimonio mondiale dell’Unesco. E così, ecco che via Costa e piazza del Popolo vengono ricevuti a Roma, al ministero della Cultura, per perorare la causa. Un dossier e un incontro con il sottosegretario Gianmarco Mazzi e i funzionari del dicastero.

Per il Comune, assente la sindaca Matilde Celentano, che ha tenuto per sé la delega alla Cultura, c’era il suo vice, Massimiliano Carnevale. Accompagnato dal presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli a fargli da spalla. Un colloquio lungo, a quanto si apprende, che avrebbe dato speranze agli amministratori pontini.

Poi, le foto di rito, in serata postate anche sui social. Il primo a postare su Facebook è il capo di gabinetto della Provincia, Alessandro Cozzolino, in passato consigliere comunale del Pd e segretario Dem, sotto una foto di lui e di Stefanelli in treno.

Il post social di Cozzolino

Foto © DepositPhotos.com

«Di ritorno da Roma, dopo l’incontro al ministero della Cultura per parlare di Appia Patrimonio dell’Unesco e tutelare i tratti esclusi dalla prima proclamazione. Giornata estremamente positiva con il presidente Gerardo Stefanelli». Più tardi, è il turno anche di Carnevale, stavolta su Instagram, con una serie di foto presso il ministero.

“Presso il ministero della Cultura ho avuto l’onore e l’opportunità di perorare l’inserimento della nostra amata città di Latina per il riconoscimento del tratto della via Appia, che attraversa il nostro Comune, come Patrimonio mondiale dell’Unesco”.

Borgo Faiti e il Foro Appio, con il passaggio dell’apostolo Paolo, rappresentano uno dei momenti centrali nella diffusione della cultura cristiana. Latina è attraversata dalla via Appia da oltre 2000 anni e continua a essere un simbolo storico e culturale di grande valore“. E aggiunge di avere ricevuto “sostegno e parole incoraggianti dal sottosegretario Mazzi”.

La Cabina di regia ed i Comuni

La candidatura Unesco nacque due anni fa, concretizzatasi poi nel gennaio 2023 con la firma del protocollo d’intesa con 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata, Puglia). Poi 12 tra Province e Città Metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 Università italiane e straniere.

Questo fino all’istituzione della Cabina di Regia che ha visti coinvolti i 13 Comuni pontini attraversati dall’Appia, Cisterna di Latina, Latina, Norma, Sermoneta, Sezze, Pontinia, Terracina, Monte San Biagio, Fondi, Itri, Gaeta, Formia, Minturno. Il 27 luglio 2024 poi, la proclamazione ufficiale da parte dell’Unesco: l’Appia era Patrimonio mondiale, il 60esimo sito italiano a ricevere il prestigioso riconoscimento.

Poi, due giorni dopo, l’amara doccia fredda: nel parere favorevole dell’Icomos (il Consiglio Internazionale per i Monumenti e i Siti) al riconoscimento, erano esclusi alcuni tratti.

La doccia fredda, e amara

Gerardo Stefanelli

E non sono pochi: praticamente erano tagliati fuori Comuni come Genzano, Nemi, Lanuvio, Velletri e, in provincia di Latina, Cisterna (dove c’è il prezioso sito archeologico di Tres Tabernae), Norma (dove c’è anche il sito dell’antica Norba), Latina, Sermoneta, Sezze, Pontinia e Terracina.

Qual è la linea adottata per cercare una soluzione? Che alcuni tratti non potessero essere inseriti era chiaro. Perché non rispondevano ai requisiti del bando. Potevano entrare nel progetto l’Appia e le strade direttamente connesse ma strategiche; qui ci sono aree che sono separate da altre strade e quindi non possono fare parte del dossier. Chi ha presentato la domanda ha fatto un ragionamento cinico ma funzionale: provare ad inserire da subito quelle strade avrebbe portato alla bocciatura dell’intero progetto. Provare ad inserirle dopo, discutendo con Icomos ma con in tasca il progetto approvato è un’altra cosa ben diversa.

La prospettiva è di una debacle, con Stefanelli che allora promise di battersi per un riconoscimento unitario del percorso. Il pellegrinaggio a Roma delle ultime ore ne è un esempio.