La battaglia buona di Sara, che ci ha messo la faccia

Assieme a Barbara Di Rollo ha invitato 100 donne della provincia a simulare i segni delle percosse in foto. Svegliando le coscienze. E Sara Battisti non si ferma ai messaggi: fa leggi e dà un tetto per scappare dall'orrore.

Lorenza Di Brango

Guardare sempre lontano, col sorriso

Ha voluto il progetto, ci ha messo la faccia: il suo primo piano, il suo volto coperto di lividi, segnato dalla violenza. Finta, creata dal make up. Un trucco così realistico da far fermare molte persone a guardarlo, per assicurarsi che non ci fosse nulla di vero. No, sul viso di Sara i segni sono solo creati, non come quelli di tante donne che invece ogni giorno subiscono violenza, che cercano di nasconderli quei segni, per vergogna. Quando invece dovrebbe vergognarsi solo chi li provoca.

Nel giorno internazionale contro la violenza sulle donne i social sono stati inondati dai volti di 100 donne della provincia di Frosinone che hanno raccolto l’invito della consigliera regionale Sara Battisti e della presidente del Consiglio comunale di Cassino di Barbara di Rollo.

Ammuri Liberi per il no alle botte

Amministratrici, imprenditrici, giornaliste, docenti, infermiere, donne dell’associazionismo. Anche loro hanno prestato il proprio volto al progetto di Ammuri Liberi per una campagna virtuale che in questo 25 novembre ha fatto molto parlare. Perché quei volti lividi, graffiati, tumefatti, sono i volti che hai visto migliaia di volte e mai avresti pensato che potesse toccare a loro. Lo scopo del progetto è proprio questo: far capire che dietro qualunque porta può nascondersi un dramma simile.

Obiettivo raggiunto. Si, ma non basta. 100 DONNE non si ferma. Verrà stampato un fotolibro, e ne verrà distribuito uno in formato digitale.

Pierpaola D’Alessandro al trucco per 100 Donne. E lo scatto a Maria Rita Scappaticci

È solo uno dei fronti che ha visto impegnata Sara Battisti, al suo terzo 25 novembre da consigliera regionale del Lazio. Perché il rischio è quello di limitare il risveglio delle coscienze ad una sola giornata: troppo poco. La lotta per tutelare le donne vittime di violenza non si deve fermare mai se si vuole raggiungere un risultato duraturo. Non solo il 25 novembre allora: un impegno costante, con il coinvolgimento delle scuole, la volontà di far parlare sempre di questa emergenza.

La nuova cultura parte dai giovani

Nel 2018 Sara Battisti ha promosso il “Patto generale di collaborazione” tra le Istituzioni della Provincia. Patto da affiancare ai Protocolli d’intesa, in modo tale da creare un’interlocuzione quotidiana tra la Regione Lazio e gli enti promotori di una nuova cultura di contrasto alla violenza di genere. Nello stesso anno è arrivata la prima edizione del Contest “Parole contro la violenza”, coinvolgendo gli studenti: i giovani alunni delle terze medie della Provincia di Frosinone hanno potuto raccontare con le parole ciò che vivono, pensano, combattono di questo fenomeno.

«È da loro che deve partire una nuova cultura – ha detto Sara Battisti –  che si fondi sul rispetto, la giusta educazione affettiva e sessuale». Da questo progetto è nato un libro raccolta, con la prefazione del Presidente Nicola Zingaretti.

Anche Elisa Ceccarelli si è prestata all’iniziativa

Ma è il 2019 l’anno che ha visto la sfida più dura: il momento in cui ha depositato la sua Proposta di legge per il sostegno, la prevenzione e il contrasto al Revenge Porn, per prendere in carico le vittime, supportarle ed accompagnarle fuori dall’incubo. Un sostegno psicologico, legale ed economico con una parte fondante dedicata ai progetti di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole.

Una legge ambiziosa, la prima in Italia che ha ottenuto da subito un grande sostegno da tutte le parti politiche. Tanto da essere stata votata all’unanimità dal consesso del Consiglio regionale lo scorso 17 giugno. 

L’anno scorso a ridosso del 25 novembre, 70 centri della provincia di Frosinone hanno votato nei propri consigli comunali una mozione della Battisti. Mozione per la valorizzazione del ruolo delle donne nei Comuni: il #noviolencetour.

Sara: la legge, le mostre, il rifugio

«Ho provato ad allestire ben due volte ( in occasione dell’8 marzo e poi per questo 25 novembre) una mostra nella nostra Provincia (già di grande successo a Milano e a Roma). Mostra a cura della fotografa del nostro territorio, Marzia Bianchi, con l’esposizione di una raccolta di lastre di donne arrivate nei pronto soccorso, a seguito di una violenza dubita». Ce ne sono anche alcune fatte allo Spaziani di Frosinone. L’ultimo Dpcm ha impedito per ora lo svolgimento dell’evento: slitta, ma si farà. Si deve fare. (Leggi qui La violenza invisibile che Marzia sbatte sotto gli occhi).

Un photo frame di Cento Donne, con Nadia Bucci

Il 26 novembre l’evento più importante: “Inauguriamo una nuova casa rifugio a Cassino”. Nell’anno in cui il covid ha acuito ancora di più questa emergenza, con le donne costrette in casa h24 con i propri aguzzini durante il lockdown, arriva il risultato più concreto.

Perché dare un tetto sulla testa a chi denuncia ed è costretto ad andare via da casa è una urgenza, una impellenza. Non si può attendere, c’è bisogno di posti, c’è bisogno di sfuggire all’orrore, c’è necessità di un posto sicuro. La nuova casa rifugio sarà proprio questo.