Un opuscolo documentato contro la cyberviolenza a cura dell'associazione che ha in Sarah Grieco la sua Portavoce
Una pubblicazione che ha fatto luce su un tipo di violenza più subdola, e che spesso, in questa sua veste poco “mainstream”, non gode della rispondenza che toccherebbe a certi ambiti. Gli ambiti ambigui e sotterranei in cui una donna crede di essere immune dalla violenza esattamente mentre la subisce. Perché quella di cui è vittima è la violenza partorita dall’ossessione di controllo.
Una nota delle Democratiche di Frosinone che illustra l’iniziativa esordisce esattamente con questo mood analitico. Quello che illustra “i numeri impietosi di una ‘guerra contro donne’ che non conosce fine. Anzi”. Perché quando non uccidono in un solo colpo, alcuni uomini cominciano ad ammazzare la libertà della donna, e lo fanno agitando su di essa lo scettro paleolitico dei sistemi hi-tech. Un ossimoro atroce per il quale la tecnologia avanzata di quest’epoca arida si veste di progresso ma cela le fattezze della barbarie.
Non solo femminicidi e stalking
“Accanto al dramma dei femminicidi (di cui non si riesce più neppure a tenere il conto, mediamente 1 ogni 72 ore), ai maltrattamenti fisici e psicologici, sempre più spesso assistiti dai minori, alle continue vessazioni e umiliazioni, allo stalking, al revange porn, si verificano nuove forme di violenza”. E la nota delle Democratiche spiega che sono forme “sempre più subdole. Sono quelle legate all’utilizzo di computer e smartphone, spesso a danno anche di giovani e giovanissime”. L’associazione ha una postazione “privilegiata” da cui monitorare il fenomeno.
“Dal nostro osservatorio vediamo che si accetta passivamente di essere controllate sui telefonici o negli spostamenti, con sistemi di geo localizzazione senza neppure rendersi conto che si tratta di cyberviolenza, spesso preludio, come ci dicono i dati, di quella fisica”. Né mancano aspetti paralleli a questo format, che ne incentivano l’accettazione supina da parte di molte donne.
La paura di denunciare e diventare povere
Quale? “Il timore di tutte quelle donne che pensano, denunciando, di non poter andare avanti economicamente”. Bisognava fare qualcosa e il team che fa capo alla portavoce provinciale Sarah Grieco ha messo a regime l’unica soluzione cardinale in questi casi: informarsi ed informare. Spiegando quindi che contro questa “guerra senza fine come Democratiche di Frosinone abbiamo puntato, ancora una volta, sull’informazione. Sono ancora troppe le donne che non denunciano perché non conoscono i supporti economici, oltre che psicologici e sociali a cui possono accedere”.
Questa campagna di informazione ha poi trovato polpa in “un opuscolo semplice e intuitivo, che contiene le principali forme di protezione di cui ogni donna, vittima di violenza (di qualunque natura), può beneficiare”. Dentro c’è tutto quello che serve per capire se si è oggetto di questa forma strisciante di violenza e per agire a suo contrasto.
Gli uomini che fanno male due volte
Spesso a prevenzione provvidenziale, perché un uomo che vuole sapere ad ogni costo ed in ogni momento dove tu sia ti fa male due volte. La prima perché quell’atteggiamento spesso è prodromo di violenze ulteriori e più dirette. La seconda perché quel tipo di uomo è totem perfetto di una condizione per cui ogni donna per essere libera dovrebbe essere coraggiosa, e invece ogni donna deve essere libera senza alcuna precondizione di allerta. Ma se proprio ci sono sintomi da rilevare allora è meglio agire. E sapere cosa consultare per farlo.
Con quei “numeri da poter contattare per chiedere aiuto”. Oppure utilizzando “il percorso rosa nelle strutture ospedaliere”. O ancora con i “servizi forniti dai centri antiviolenza, le modalità per richiedere congedi retribuiti, reddito di libertà, assegno d’inclusione e tutti gli altri supporti per poter affrontare le conseguenze (anche economiche ) che seguono alla denuncia”.
De Angelis: “Agire perché riguarda tutti”
Elsa De Angelis, membro della direzione nazionale delle Democratiche, dà la cifra di quanto sia importante agire, oltre che riflettere: “Aggiungo solamente che i numeri sono impetuosi e ci riguarda tutti. Il 25 Novembre non deve essere solamente un giorno per riflettere, ma un giorno per agire”.
Perciò “abbiamo tutti il dovere, a partire dalle istituzioni, di fare la propria parte per compiere la rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno: dalla cultura del possesso alla cultura del rispetto”.
Un opuscolo per informare e proteggere
Tutto questo per dare sostanza all’endiade “Più informate, più protette”. Con una campagna “per dire alle vittime: ‘Non sei sola’ Oggi, come ogni giorno”. La chiosa della nota stampa della Democratiche spiega che “vogliamo rassicurarle sulla presenza di una capillare rete territoriale che le sostiene e le aiuta ad uscire dalla violenza, salvaguardando sia loro che i loro figli”.
Grazie “alla spinta e all’impegno della nostra Portavoce Provinciale Sarah Grieco”. E per una iniziativa a cui, secondo la stessa “hanno già aderito numerose associazioni del territorio, centri anti violenza, comuni e liberi cittadini che hanno voluto dare il loro contributo”. Perché il controllo con l’amore non c’entra nulla. Ed è ora di caapirlo.