Sotto l’albero la Lettera 22 di Indro, che aveva previsto (quasi) tutto

L'aneddoto riportato dalla Fondazione voluta da Montanelli e la finestra su un futuro che egli "vide senza vederlo"

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Sembra un paradosso, ma Indro Montanelli aveva in ubbia i fatti salienti della Storia: a lui piacevano di più le persone che quei fatti li determinavano. A volte al punto da anteporre le seconde ai primi. Da questo meccanismo a rovescio poi però si generava un paradosso. Quello per cui la Storia raccontata da Montanelli, attraverso la lente della trattazione cesellatissima dei suoi protagonisti, assumeva un rigore straordinario. Non hegeliano in senso stretto, ma compiuto.

L’intervista a Papa Giovanni XXIII

Papa Roncalli

Come quando, ad esempio, nell’intervistare Papa Giovanni XIII nel 1959, si concentrò talmente su di lui da relegare a metà del pezzo, e non nel lead, la notizia-bomba dell’indizione del Concilio Vaticano II. Il direttore del Corsera, Missiroli, retrocesse il pezzo in terza pagina, ed il cronista prese d’aceto forse come mai prima.

Perché Montanelli era fatto così: amava quello che emerge dall’indole umana più di quello che l’indole poi arriva a graffiare sulle pareti del mondo, e rivolgeva questa attenzione intimista a se stesso per primo. Come per il Natale ad esempio, quando nel parlare del suo rapporto con la Massima Festività Cristiana ebbe un approccio talmente light da tirarci fuori alla fine un vero vaticinio per un futuro di cui Montanelli empiricamente sapeva pochissimo ma, poiché curioso ed intellettualmente affilato, intuendone comunque le rotte.

E’ stata la Fondazione Montanelli Bassi, presieduta dalla nipote del giornalista, Letizia Moizzi, a dare menzione social di questo ulteriore piccolo miracolo della “cicogna allampanata” di Fucecchio, che tra l’altro con quel periodo dell’anno non ebbe sempre particolare sintonia.

Il post della Fondazione ed il natale del ‘43

Indro Montanelli

Questo forse perché fu proprio un Natale, quello del ‘43, che Montanelli ebbe a coltivare i primi dubbi sulla portinaia dello stabile in cui lui viveva con la moglie Margarethe de Colins de Tarsienne. Lo scrittore aveva appena aderito al gruppo Giustizia e Libertà e ripudiato il suo essere stato un fascista ma troppo liberale nel midollo per conservarsi tale. Non sbagliava, perché poche settimane dopo lui e la consorte sarebbero stati arrestati e portati nella prigione crucca di Gallarate proprio grazie alla “cantata” della donna.

Sul tema del Natale Montanelli ci sarebbe tornato nel 1997, il 24 dicembre, rispondendo alle domande di “un giovanissimo Paolo Di Paolo (divenuto poi giornalista e affermato scrittore, anche con saggi su Indro)”. Futuro autore de “La classe operaia va in Paradiso” che “gli spiegava come con il computer si potesse oramai realizzare quasi tutto e come il mezzo possedesse tante più funzioni dell’ormai superatissima macchina da scrivere Olivetti Lettera 22. Anche per il cosiddetto ‘shopping natalizio’.”

La Stanza e la risposta a Di Paolo

Ecco, ci sono momenti glabri della Storia, robina light e di fuffa salottiera, che all’improvviso diventano portali giganti. Molto dipende dalle persone che di quei momenti si fanno bouquet e quel Montanelli là non si sottrasse ad un ruolo che non lo tradì mai, fin dai tempi del “Papa Buono”. Perciò, tra il gonzo generazionale e l’ammiccante furbissimo, parlò del Natale e di come fare i regali.

Di Paolo, che è di Marino di Roma, scrisse a Montanelli nella sua celeberrima Stanza. Lo fece egli stesso un po’ stupito dal fatto di aver appreso che con il computer non ci si potesse solo scrivere, ma anche ordinare regali via Internet. Ecco, fermiamoci un attimo e riflettiamo su un dato cardinale.

Se chi allora era poco più che un post adolescente coltivava blando stupore per le potenzialità consumistiche del nascente web, cosa sarebbe andato a peppiare nell’animo, e quindi nella risposta, di un giornalista che all’età del suo interlocutore scriveva una tesi sulla Legge Acerbo?

Muovere il “topo” per i regali

Più o meno roba come questa che segue: “Sapevo che dentro Internet ci doveva essere qualcosa di buono, e tu mi hai mostrato cos’è. L’idea di liquidare le compere natalizie senza muoversi da casa, lo confesso, mi affascina. Non so bene come funziona il sistema (e, ti prego, non provare a spiegarmelo), ma immagino che gli acquisti avvengano tramite qualche movimento del ‘topo’. Il topo era ovviamente il mouse, e lì, in quell’approssimazione lessicale gonza, quasi infantile, si creò il contrappasso del trappolone che Montanelli stava involontariamente (o forse no?) apparecchiando. (…) “Non posso negare che la novità si presenta rivoluzionaria. Solo chi ama la gioiosa confusione prenatalizia si butterà nella calca del centro (…)”.

Poi la finestra sul futuro da una Stanza che nei vestiti del passato ci stava strettissima, futuro che guardava senza saperlo alla pelata spavalda e riccona di Jeff Bezos: “Sono certo che tra cinquant’anni tutti sceglieranno (anzi sceglierete) quest’ultima soluzione.

La lista con la Lettera 22

Poi il dissenso salace della Mente Grande e Cangura, quella che ha bisogno di creare quadri surreali ma a servizio della realtà. Montanelli spiegò a Di Paolo che anche con la sua “Lettera 22” si potevano ordinare regali senza muoversi. A suo parere sarebbe bastato inserire il foglio, compilare la lista dei regali… e consegnarla ad una persona “di fiducia”. Ad un totem di vantaggio cioè, perché con quel mezzo umano e non tecnocratico non ci sarebbe stato bisogno: “del modem, del telefono e della fornitura del numero di carta di credito ad estranei”.

Poi la skill finale, quella che disegnò tutto Montanelli e tutto d’un fiato. Il “buonsenso della persona incaricata che, son certo, non ha eguali nella rete”. Ancora una volta e col senno amaro di poi ebbe ragione.

Certe differenze, abissali…

Una buona idea nuova a cui contrapporre il buonsenso di quella vecchia. La guareschiana differenza basilare tra progresso e civiltà. E la differenza abissale fra tradizione e frenesia. Quella che abbiamo tutti oggi e quella che Montanelli non ebbe mai.

Neanche sotto l’albero ed a Natale 2024, quando fare gli auguri dovrebbe essere qualcosa di più di un paio di tap su Whatsapp. Perché sì, le persone sono molto di più della Storia che le contiene.