Al centro ernico il meritato riconoscimento di “Città che legge” assieme a meno di altre ottocento municipalità italiane
“Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”: Daniel Pennac la vita ce l’ha salvata milioni di volte con l’arguzia grottesca del suo signor Malaussène, e con la dolorosa esplorazione dell’animo umano. Un vento che ogni pagina di quei libri soffia in petto al lettore ad ogni fruscio che goloso la volta. E il segreto sta tutto in quel gesto: nella voglia di girare pagina ad un libro per vedere come va a finire, cioè dove andremo a finire noi che grazie a quel libro viviamo mille vite oltre la nostra.
E’ un meccanismo bellissimo, e quando la preziosità del medesimo diventa mission di una comunità quel che accade è ancora più bello. Può accadere ad esempio che una città già storicamente vocata alla cultura decida di mettere e regime questa sua vocazione. E perseguire lo scopo di amplificarla attraverso la lettura, che di ogni cultura non è totem sterile, ma ponte imprescindibile.
Tra le 755 “Città che leggono”
Veroli quel ponte lo ha attraversato e ne è al contempo campata. Ed oggi si ritrova ad essere confermata come “Città che legge”. La perla ernica è stata inserita infatti nel novero di quei 755 Comuni italiani cui è stata “riconosciuta questa importante qualifica”. Chi lo dà, quel bollino benefico che certifica come un sistema complesso abbia dato il giusto rilievo ad un’attività la cui carenza è sintomo certo di degrado sociale e comunicativo?
Il Centro per il libro e la lettura. Che lo fa in collaborazione con Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani. Cioè quell’organismo che annovera e governa le municipalità di un’Italia sempre più protesa ad esaltare le skill tecnologiche e smart e sempre meno propensa a riscoprire l’immenso valore della cultura come mission, non come orpello sterile.
Due indizi, una prova sola
Da questo punto di vista Veroli è riuscita a mettere a combo due elementi: il primo, legato all’immenso patrimonio storico, umano, artistico e bibliografico di un sistema complesso incasellato ai piani alti della storia. Il secondo, incappare in amministratori che di quella peculiarità hanno colto l’usta e, senza stasi compiaciute, ne hanno affinato il naturale compimento.
Iniziative come “Verolibri”, il Festival della Filosofia e la più recente ed invernale “Strenne” altro non sono che la testimonianza di un’attenzione al tema. Un’attenzione che è andata ben oltre quel minimo sindacale che ogni comune italiano deve ostentare per non sembrare un caseggiato degli Appalachi.
Le iniziative ed il target
Il Centro per il libro e la lettura conferisce il riconoscimento di “Città che legge” su scala nazionale. E lo fa – come spiega una nota stampa – “alle comunità che sostengono la diffusione della lettura come valore condiviso”. La soddisfazione del sindaco Germano Caperna e della titolare della Cultura Francesca Cerquozzi da questo punto di vista è qualcosa di più che una manciata di righe per un’eccellenza benvenuta ma poco sentita.
E’ il core di un’azione umana prima ancora che amministrativa che alla diffusione della cultura ci crede, e tanto.
E ancora, a conferma del fatto che leggere e far leggere sono combo inscindibile: “La nostra Città tra festival, presentazioni di libri e rassegne, fa e continuerà a fare della cultura una cifra distintiva”.
Caperna, Cerquozzi e la mission
I due amministratori hanno proseguito: “Un percorso virtuoso intrapreso già da tempo che trova conferma nella qualifica di ‘Città che legge’. Si tratta di un riconoscimento che ci consentirà di rispondere a bandi per ampliare l’orizzonte del mondo della lettura del nostro Comune”. Il senso è chiaro: non compiacersi ma agire, e farlo nel solco delle opportunità concrete con cui impalcare un sistema di promozione che è una conferma, non certo una novità.
“Come amministrazione, rinnoviamo l’impegno a promuovere nuovi progetti che rendano la lettura ancor più accessibile: la partecipazione sempre numerosa alle nostre iniziative è la prova di come la cultura sia un collante sociale di cui avere cura”.
Guerri, Recalcati ed altre conferme
Tra qualche settimana a Veroli arriveranno in prosieguo virtuoso Massimo Recalcati e Giordano Bruno Guerri. Arriveranno in una città che in tema di libra vanta tra le altre cose la presenza della Biblioteca Giovardiana, una di quelle di massimo rango a livello regionale. Ed una città che possiede ed opera per offrire certi scrigni alla fine poi certe cose se le merita davvero.
Ed è il più fecondo dei meriti, quello che Marguerite Yourcenar mise a concetto in maniera insuperabile.
“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”.
Ecco, da questo punto di vista Veroli, in barba a quota ed orografia e senza iperboli inutili, è una città che conosce solo primavere.