“Willy – Different is good” è il corto animato sul 21enne ammazzato a Colleferro che immagine un finale diverso, e che andrà a Venezia
Rimpianto. Immenso. Incolmabile ed inutile. Lo provammo tutti alle prime luci del 7 settembre 2020, quando sapemmo di Willy Monteiro Duarte. Di lui e di come la brutalità possa facilmente figliare la morte, morte di un ragazzino di 21 anni che voleva vivere secondo regole di umanità. Quelle per cui se vedi una rissa o un pestaggio cerchi di sedare quella barbarie. E non volti la testa a guardare altrove, no. Provi a far ragionare chi la ragione non l’ha messa in casella valori e, nel provarci, muori.
Te ne vai via dalla vita pestato a sangue, battuto, rotto, umiliato prima che moribondo, squalificato dal decoro prima che dal respiro. Rimpianto, grande, immenso, per l’omicidio di Colleferro ad opera di una ghenga di Artena su alcuni dei quali oggi grava il fumus delle attenuanti generiche per cui la Cassazione ha disposto un Appello bis tematico. (Leggi qui).
Morto prima di cominciare a vivere
Fuffa rispetto all’orrore come ci arrivò in petto a noi, calibro doveroso per come deve funzionare la Legge, se davvero vuole inseguire la rotondità irraggiungibile della Giustizia. Non fu giusto che Willy venisse ammazzato ed ammazzato così e, maledizione, non fu giusto che per lui la vita finì quando di solito la vita adulta comincia. Rimpianto, perché vivere nei cuori di chi ha provato pena immensa per quel che ti è successo e per quel che hai segnato nei cuori di chi ti amava non è vivere.
E’ consolazione, accettazione, magone represso. E’ spettro che ti visita ogni notte e non va via. Ma non è vita, è un qualcosa che abbisogna di essere pasturato, coltivato, ricordato e preservato. Proprio come hanno fatto gli studenti della Side Academy di Verona, che si sono immaginati un finale diverso per quei minuti concitati in piazzetta.
L’opera della Side Academy di Verona
Un articolo di Tecnica della scuola orgogliosamente diffuso sui social anche dal Sindaco di Paliano Domenico Alfieri spiega che “l’accademia, rinomata per l’insegnamento dell’arte digitale nel settore cinematografico, ha realizzato un cortometraggio animato in 3D”. Sì, su Willy. E quell’opera ha un finale diverso dal finale di rantoli, pugni e calci che conosciamo. “Un finale in cui i conflitti si risolvono pacificamente e la diversità viene celebrata come un valore”.
Perché così è meglio, perché quando l’arte si mette a servizio di quello che dovremmo imparare dalle storture della vita prende quella maiuscola di merito e diventa Arte. E mezzo, viatico per capire e far capire che c’è sempre una strada alternativa alla violenza.
L’altro finale possibile
C’è sempre il momento magico in cui l’essere umano usa quel che ha e fa quel che mediamente è, senza aberrazioni bestiali, senza la rabbia cieca o il turgore primitivo di vincere come vincono i primati. Si intitola “Willy – Different is good”, quell’opera, ed avrà un palco di assoluto rispetto. “Verrà presentato in anteprima il 31 agosto alla Mostra del Cinema di Venezia, con Milena Monteiro, sorella di Willy, invitata come ospite d’onore”.
Ci sono volute più di centomila ore di lavoro e tre anni di impegno per partorire un’opera che, oltre ad essere vocativa, è anche e soprattutto didattica. Un “progetto che combina tecnologia avanzata e narrazione emotiva.” Al Corsera il fondatore della Side Stefano Siganakis l’ha messa così: “Abbiamo usato la tecnologia dei videogiochi per creare un universo parallelo con un piccolo alieno”.
La prima alla Mostra del Cinema di Venezia
E il messaggio è forte: essere diversi significa essere parte di una ricchezza universale che dovremmo vedere tutti e di cui tutti dovremmo serenamente godere.
“Willy – Different is good” non è solo un’opera d’animazione, ma “un potente strumento educativo che mostra come le differenze possano contribuire all’evoluzione della società, piuttosto che alimentare conflitti”.
Un giovane cuoco di origine capoverdiana che non cucinerà più, una masnada di bruti, una medaglia al Valor Civile concessa postuma da Sergio Mattarella ed un orrore che rischiava di stare nella sentina delle cose cassate. Degli abomini superati in attesa di altri abomini, e senza mai trovare la radice che li foraggia. E reciderla con un corto: quello che per Willy ha disegnato un finale diverso.