La storia e le storture della festa modaiola esportata dall'America che si contrappone alla ricorrenza di Ognissanti. La celebrazione del buio e della morte è diventata una tradizione solo per fini commerciali. Ed invece si dovrebbe tornare alla luce della santità per imparare ad amare Dio ed il prossimo
Ma festeggiatela voi Halloween schiavi di ogni moda commerciale americana anche delle più retrive e deleterie. Festeggiatelo voi il buio la morte le anime dannate. Io festeggio Ognissanti. La luce.
La dovete smettere di considerare la festa di tutti i santi come una festa residuale nella quale vengono semplicemente celebrati quei santi dal nome improbabile o poco festeggiati ammucchiati tutti insieme come a dargli un ultima possibilità di essere notati.
Halloween che vuole offuscare la Santità
Con la festa di Tutti i Santi si vuole tramettere che lo scopo della vita dovrebbe essere quello di imparare ad essere tutti santi. E la santità vuol dire amare Dio e amare il prossimo. Halloween invece nasce proprio per offuscare tutto questo. Alla vocazione, alla chiamata che abbiamo tutti noi alla luce contrappone questa festa di tenebre.

Alla bellezza della santità, al bel volto di coloro che guardando Dio e risplendono della Sua luce contrappone volti di mostri morti viventi, diavoli o cose orribili. Ad una festa che parla di vita eterna contrappone una che parla di morte di zombie di anime intrappolate e così via.
Ecco forse la cosa peggiore della festa di Halloween è quello di farci ulteriormente dimenticare lo scopo della vita. Halloween parla di una vita che è una carnevalata e dissoluzione, tutti i santi invece parla di una vita che è una cosa seria un impegno ad amare che richiede una lotta senza sosta contro il nostro egoismo.
Alle origini di “dolcetto o scherzetto”
Ah storcete la bocca. Eh ma come sei bacchettone. Ma è divertente dolcetto o scherzetto, i costumi la festa. Allora adesso ve la spiego io la festa. Fagiani. Innanzitutto halloween nasce proprio in contrapposizione diretta con la festa di ognissanti. Ah ristorcete la bocca. Allora ve lo spiego a partire dal nome, dall’origine linguistica.

Il dizionario Merriam-Webster spiega che il nome di questa festa deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve. In inglese arcaico, la parola hallow significa ‘santo’: si riferisce quindi alla vigilia di Ognissanti. All Hallow’s Day, invece, significa Ognissanti. Il riferimento alla vigilia è riconoscibile in altri nomi di festività anglosassoni: ad esempio, Christmas Eve (Vigilia di Natale) o New Year’s Eve (Capodanno).
La notte della paura
Halloween è la vigilia di ognissanti, proprio lessicalmente, etimologicamente. E a questa si contrappone. Halloween è la notte della paura, la notte degli esseri oscuri che oscillano tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La notte del 31 ottobre è il momento in cui si celebra questa festa. Questa festa è stata storicamente associata a una sottile separazione tra il nostro mondo e l’aldilà. È l’ultima occasione per le tenebre di contrastare la luce e di tenere intrappolate le anime. Questo è.

Da alcuni decenni la popolarità di questa festa è cresciuta notevolmente negli Stati Uniti e ora, grazie alla nostra incapacità culturale e a stormi di fagiani che scimmiottano qualsiasi iniziativa di oltreoceano, si è diffusa anche in Europa. Ma le ragioni della celebrazione di Halloween vanno ricercate proprio in Europa, dove si trovano le sue origini attraverso la festa celtica di Samhain.
La festa celtica di Samhain
Coincide con il Capodanno celtico. Le sue origini possono essere fatte risalire all’Irlanda pagana di più di 3.000 anni fa. Samhain segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, una data importante per i Celti, un popolo pastorale che, come altri popoli antichi, misurava il tempo in base alle stagioni, al calendario dell’allevamento e ai cicli del raccolto.

In questa occasione si mettevano da parte le provviste per superare l’inverno, il che rendeva la festa ancora più importante. Era anche considerato un momento di passaggio, il che portava i Celti a credere che il muro che divideva il regno dei vivi da quello dei morti diventasse così sottile da permettere ai due mondi di comunicare. Samhain era quindi un momento in cui i morti venivano onorati. Onorati non derisi o scimmiottati sottolineo.
Ma come arriva questa festa da noi. I soliti romani. Nel 43 d.C., l’Impero romano aveva conquistato la maggior parte del territorio celtico. Nel corso dei quattrocento anni in cui governarono queste terre, due feste di origine romana furono combinate con la tradizionale festa di Samhain. Feralia, un giorno di fine ottobre, quando i Romani tradizionalmente commemoravano i morti.
E la festa per rendere omaggio a Pomona, la dea romana dei frutti e degli alberi. Il simbolo di Pomona è la mela e l’incorporazione di questa celebrazione in Samhain probabilmente spiega la tradizione del ‘bobbing’, la pesca delle mele con la bocca che viene praticata anche oggi per Halloween.
L’istituzione della festa di Tutti Santi

E cosa faceva poi la chiesa secoli dopo. Il 13 maggio del 609 dC, Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon di Roma a tutti i martiri cristiani, e venne istituita la festa cattolica di Tutti i Martiri nella chiesa occidentale. Papa Gregorio III (731-741), in seguito, ampliò la festa a tutti i santi così come tutti martiri e trasferì l’osservanza dal 13 maggio al 1 ° novembre.
Con il 9° secolo l’influenza del cristianesimo si era diffusa nelle terre celtiche, dove a poco a poco soppiantò i vecchi riti indigeni. Nel 1000, la chiesa avrebbe fatto del 2 novembre il Giorno dei morti, un giorno per onorare i cari trapassati a miglior vita.
Ecco da allora noi abbiamo la nostra festa dei santi il 1 novembre e onoriamo i morti il 2 di novembre. E allora a che serve halloween? A rompere le scatole. Solo a questo. A cercare di festeggiare le tenebre invece della luce. Di fare prevalere il male sul bene.
E lo fa nel modo più commerciale ruffiano che ci possa essere. Quello di renderlo una festa divertente ed appetibile da grandi e piccini. Ma nella quale con una leggerezza studiata vengono sdoganati simboli esoterici e satanisti sotto forma di gioco. Ah ma che carina la zucca. Oh che divertente dolcetto o scherzetto.
La zucca e la leggenda di Jack o’Lantern
Adesso ve lo spiego io il significato della zucca di Halloween e la leggenda di Jack o’Lantern. In patria, gli irlandesi erano soliti decorare rape e patate. Tuttavia, coloro che, spinti dalla profonda carestia del XIX secolo, emigrarono in America, si resero conto che lì l’ortaggio era più piccolo e quindi impossibile da utilizzare per i loro scopi.

Così, come alternativa, scoprirono le zucche: facili da coltivare e da intagliare e di dimensioni adeguate. Erano perfette per scavarle con una smorfia e illuminarle con una lampada al centro.
La loro funzione non era solo decorativa: poste fuori dalle porte la notte di Halloween, spaventavano lo spirito errante di Jack’o’lantern, un vagabondo che, avendo fatto un patto con il diavolo, la notte di Halloween vaga con un ceppo ardente dentro una rapa, in cerca di un posto dove stare.
Secondo la leggenda, Jack era un peccatore che, quando morì, fu rifiutato sia dal paradiso che dall’inferno. Perché non aveva onorato il suo patto col diavolo. Così, la sua anima tormentata è destinata a vagare per l’eternità in cerca di un posto dove riposare.
La storia di un patto col diavolo
La storia di un patto con il diavolo, questo ricordiamo noi con queste ridicola zucche dalle espressioni idiote. Con una leggerezza ed una felicità che fa sorridere per ingenuità e mancanza di solide basi culturali, che sono sempre l’antidoto migliore per questo genere di manifestazioni.

E infatti le avete viste queste orde di ragazzine e di mamme vestite da diavolette con quelle cornette e quelle codine a punta che ti minacciano con il forcone se non gli dai quello che chiedono. Questi trucchi da zombie, da morti viventi intrappolati tra la vita e la morte per quel patto diabolico.
Lo sdoganamento light del satanismo, ridotto però a banalissima manifestazione commerciale. Si perché gli americani commercializzano tutto anche il diavolo se c’è da tirarci fuori i soldi.
Un altro Carnevale
Oggi infatti Halloween è conosciuto come una sorta di carnevale. L’usanza di travestirsi ad Halloween affonda le sue radici nei rituali precristiani: venivano adottati vari costumi per confondere fantasmi e demoni. In Irlanda, in particolare, Halloween viene ancora celebrato con feste in costume.
Eh però si li avranno pure vestiti da diavoletti questi ragazzini ma che carini quando bussano facendo paura dicendo dolcetto e scherzetto. Ma dolcetto e scherzetto è una formula. Ma non quella che credete voi.

Il motto della festa, piuttosto internazionale, è “trick or treat” (“dolcetto o scherzetto”). Secondo la leggenda, è Jack stesso che gira per le case recitando questa frase, scegliendo in realtà tra un sacrificio e una maledizione.
Capite. Il dolcetto è il sacrificio e lo scherzetto la maledizione. Commercializzati, edulcorati, ammorbiditi quanto volete ma è così. E voi mandate in giro poveri bambini ignari travestiti da morti o da diavoletti con quelle cornette rosse che trovate in ogni negozio e supermercato ad emulare un tizio rimasto tra i vivi e i morti per un patto col diavolo chiedendo di scegliere tra sacrificio e maledizione.
E lo fate pure felici e contenti. Divertiti, euforici. E in quello che scrivo non c’è ombra di moralismo, di bigotteria per me è una questione culturale.
Una questione culturale
Non dispiace a nessuno vedere nel periodo di Halloween i social riempiti di ragazze in abiti succinti truccate da mostri, signore che mostrano le zucche ma nel décolleté, sexy zombie in reggicalze e guepière, streghe scosciate che cavalcano scope ma senza volare, milfone assatanate con il rivolo di sangue che gli cola dalla bocca rosso fuoco.
E le feste a tema nei locali, dove seconde solo alla serata della festa delle donne, le stesse dopo essersi riempite di spritz come se non ci fosse un domani si convincono di essere realmente assatanate a vanno in cerca delle vittime di turno da possedere.

Intendiamoci anche io sono un peccatore, come tutti noi, forse anche oltre la media. Ma è per quello che vivo alla costante ricerca di una vita spirituale. Della positività della luce. Per questo mal tollero tutte quelle infiltrazioni culturali che non vengono dalla nostra tradizione che invece di portare un miglioramento introducono invece un subliminale ed insopportabile imbarbarimento.
E visto che si parla di morti, anzi in questo caso di mortacci il titolo dice gli halloween vostri e di chi non ve lo dice come recita il noto e popolare adagio romano che celebra i nostri trapassati meglio di ogni altro.
Ma come sempre è una nostra scelta. Ed ogni volta che vedo un caso come questo ricordo l’antico adagio popolare del padre che racconta alla figlia dei due lupi. Ci sono due lupi che si combattono sempre. Uno è buio e disperazione. L’altro luce e speranza. Quale lupo vince?
Risposta: quello che nutri.



