Numerologia e nuovi spunti di reset del calendario official: che arrivano dagli Usa ma che trovano ottima ispirazione anche da noi in Italia
Dev’essere la coincidenza con l’otto settembre, compleanno della Madonna… Stavolta non la cantante ma l’originale la mamma di Gesù, assunta da secoli a modello della perfezione muliebre, ad aver reso questa settimana molte donne protagoniste. Non sempre in positivo ma certamente protagoniste.
La Harris che fronteggia Trump nel suo primo dibattito, la Von der Leyen incalzata da Draghi, la Meloni incalzata da tutti. E la Boccia che dopo aver eliminato Sangiuliano all’autoscontro fronteggia le sorelle Meloni con l’aggiunta del cognato tipo quelle partite “contro il resto del mondo” che si facevano una volta. Fa corsa a parte l’outsider Cinzia Dal Pino balzata all’onore delle cronache per aver fronteggiato, in quel di Viareggio un borseggiatore investendolo poi con il suo suv.
Quell’Armistizio là segnato sul calendario
Eppure l’otto settembre, del 43, fino al secolo scorso era inequivocabilmente la data dell’armistizio. La firma del generale Castellano a Cassibile vicino Siracusa per conto di Badoglio. Una data simbolica che oggi è praticamente snobbata ma che ha un significato potentissimo nella geopolitica che l’ha seguita. Essendo praticamente l’inizio del nostro rapporto, molti lo chiamano in un altro modo, con la superpotenza degli Stati Uniti che da quel momento esercita nella nostra politica una rilevante influenza. I cui frutti sono ben visibili anche esattamente ai giorni d’oggi determinando tutte le scelte più importanti della nostra politica attuale.
Il dieci settembre invece è stato il giorno dell’attesissimo dibattito presidenziale Trump – Harris. Che come sempre ho seguito in diretta goduriosamente alle tre di mattina fino alle cinque ora italiana che corrispondeva alle nove di sera a seguire per gli orari americani. La rete prescelta dopo lunghe trattative è stata l’Abc, une delle più odiate da Trump. Palesemente schierata contro di lui ed il cui proprietario è stato colui che ha fatto conoscere la Harris con il suo attuale Marito.
Ma Trump “sprezzante del pericolo” ha accettato comunque pensando di avere partita facile contro una Harris molto meno avvezza ai dibattiti. Invece lei si era preparata molto bene ed infatti non ha sfigurato tenendo discretamente botta. Certamente coadiuvata alla perfezione dai due conduttori Abc che a detta di molti hanno reso il duello una specie di tre contro uno perché diciamo non perfettamente imparziali.
L’aiutino media a Kamala
Le domande tutte su temi favorevoli alla Harris e contrari a Trump. Sempre incalzanti ad interrompere Trump. E soprattutto realizzando una serie di fact checking in diretta tutti solo esclusivamente sulle risposte di Trump e per confutarle. Uno schema noioso e parziale che ha levato molta verve al dibattito dove spesso si sentivano più protagonisti i conduttori che i candidati.
Ma non resisto a non fare un piccolo excursus su questi famigerati fact checking. Tanto di moda nell’era contemporanea. In pratica colui che si erge a fact checker si arroga il diritto di decidere se un fatto incluso nel discorso sia vero o meno. Diciamo un potere appena al di sotto di dio ed autoattribuito. Comunque questi portatori della verità ormai usano la tecnica del controllo dei fatti non per rendere il dibattito più realistico ma per indirizzarlo. Rendendolo poi di una noia mortale.
Tutto parte dal presupposto che noi siamo una massa di pecoroni incolti e semideficienti non in grado di giudicare se una affermazione sia realistica o meno. E quindi arriva il fact checker. Che spesso è molto più cretino e impreparato di noi, ma si erge a Solone con una sicumera convincentissima e ci insegna la vita. Peccato che nella maggior parte delle volte quella che viene definita la verità sono una accozzaglia di dati o dichiarazioni utilizzate per sostenere una delle tesi in campo.
Gattini, papere e migranti haitiani
Questi presunti fact checker infatti sono spesso lautamente stipendiati da entità economiche non certo disinteressate. E dunque pur ergendosi a censori in realtà sono solo parte di un raffinato strumento comunicativo. Strumento teso a spiegarti che ciò che dicono loro è vero e verificabile ma sempre da loro e tu devi gentilmente aderire ossequiosamente.
Ma non faremo mancare un esempio immediato proprio sul dibattito Trump Harris perché molto divertente ed al limite dell’assurdo. Perché la questione più dibattuta dopo il confronto e super riportata su tutti i social era questa. Se degli immigrati haitiani che in massa hanno ospitato in Ohio, rubino i gattini dai giardini, le papere dagli stagni e forse anche i cani dalle cucce per mangiarli. Si avete capito bene. E non si offendano quelli di Vicenza ma nell’Ohio ci sono, forse, orde di magnagatti. Come nel noto adagio veneto.
La questione dominava i social già prima del dibattito con molti meme e foto e video che ne parlavano. Con l’intelligenza artificiale i sostenitori di Trump avevano creato immagini spassose. Con Trump che portava in salvo i gattini e le papere inseguito da gruppi di immigrati Haitiani affamati.
Il fatto però di averlo nominato in un dibattito presidenziale ha fatto deflagrare la questione. “They are eating the dogs eating the cats”: questa frase di Trump che tradotta semplicemente dice stanno mangiando i gatti i cani è diventata un tormentone, il giorno dopo c’era una canzone già pronta. L’audio è stato per tutta la settimana il più usato per la creazione di video dove ignari gattini e cagnolini alla parole di Trump sbarrano gli occhi impauriti. Insomma un macello, una follia collettiva a tratti anche molto divertente, tranne per i poveri animaletti.
Non è vero uguale a “non lo so”
Ma la questione è vera o no? Ovviamente gli schieramenti contrapposti sostengono ognuno l’esatto contrario dell’altro. Ma per tornare alla questiona fact checking è successo questo.
Appena Trump finisce di pronunciare la frase il damerino dell’Abc lo interrompe mentre parla per il suo fact checking. E dice testualmente questo “noi abbiamo controllato e non è vero”. E spiega come ha controllato: hanno chiamato il direttore del Comune e gli hanno chiesto notizie e quello ha risposto non so niente di questi fatti. E così i fact cecker dicono “there are no evidence”. Non ci sono prove, in italiano.
Alla faccia del controllo dati. Come sostenevamo prima. È come se uno prendesse e telefonasse al comune di Anagni. Poi chiama il Segretario generale, persona seria, che appena sveglio si è messo a lavoro su qualche carta e gli chiede: “Scusa che per caso sai se sò magnato qualche gatto in giro sti giorni?” E quello risponde “ma veramente io non ne so niente”. Ecco questo è il livello del fact checking in un dibattito presidenziale.
E nulla varrebbe citare che tra le varie “nnommere” cioè i soprannomi che si affibbiano alle famiglie locali vi sia anche un soprannome “magnagattucci”. Che di per se infatti non prova nulla ma qualche sospetto lo ingenera. Ma lasciamo stare i fact checking alla ciociara.
Video a casi assurdi
Per corroborare la mia tesi infatti iniziano ad uscire negli Usa una serie di video che invece documentano un sacco di casi assurdi e francamente raccapriccianti. Non c’è da stupirsi perché succede periodicamente anche in italia ed è pieno di video anche da noi.
Esce il video di una body cam di una pattuglia di polizia che chiamata dagli abitanti arresta una signora di colore. E la interroga avendola colta in flagrante ad uccidere un gattino nel giardino di una povera famiglia e che lo stava mangiando. Poi le foto di gente che decapitava le anatre ai laghetti. E che se le portava a casa per mangiarle fino all’intervento di alcuni politici locali che disperati citavano nel consiglio comunale i barbari avvenimenti.
Ecco questo è il livello del fact checking odierno, non un vero controllo ma ho chiesto a uno ma non sa niente.
Il maiale di Napoleone
Infatti io diffido sempre di questi che si ergono a portatori di verità mi ricordano sempre il maiale Napoleone che si era messo a capo della fattoria degli animali di Orwell. Nella quale sul muro scrivevano le regole ogni volta adattandole però ai desiderata di questo Napoleone.
“Gli animali sono tutti uguali” – si leggeva – ma poi fu aggiunto “ma alcuni sono più uguali di altri”. Ecco quando vedo i presunti fact cecker penso sempre a questo.
Ma mettendo a parte la mia idiosincrasia per questi autocrati della notizia. Questo metodo di finto controllo fonti e di interruzione continua ha reso il dibattito molto più noioso di quanto ci si aspettasse. Come sempre ognuno ha affermato di aver vinto il dibattito e dopo pochi minuti erano già pronti i sondaggi che affermavano tutto ed il suo esatto contrario in dipendenza di chi li aveva realizzati.
Contenuti seri? Zero
Livello di contenuti seri nel dibattito praticamente zero, tempo perso. Rimane solo una nota di colore sugli orecchini della Harris che sembravano dei Tiffany con una perla ma assomigliavano tanto a delle famose cuffie a forma di orecchino che però sono in realtà degli auricolari mascherati che si chiamano Nova H1. Insomma molti l’hanno presa per una novella Ambra eterodiretta da qualche Boncompagni americano ma è solo un sospetto.
In finale le regole strettissime i tempi contingentati i finti fact checking le intrusioni dei conduttori hanno reso il dibattito noioso. E infatti l’audio più gettonato è quello di Trump con gli haitiani magnagatti.
Per dovere di cronaca però va detto che forse questo dibattito è stato più utile alla Harris che a Trump. Proprio perché molti si aspettavano che la incalzasse come fece con Biden poche settimane or sono invece lui non ha esagerato e lei si è difesa bene.
Torri Gemelle e veri capi dem
Ma dopo il dieci viene l’undici. E l’undici settembre per gli Usa è una data nefasta quella dell’attentato alle Torri Gemelle. Avvenimento che col tempo sta perdendo potenza ma che andrebbe ricordato invece con grande enfasi per avere sempre presente fino a che punto può arrivare la barbarie umana. Anche li si sono incontrati Trump e la Harris, alla commemorazione, lui accompagnato dal vice Vance e lei non dal vice ma dal senatore democratico Schumer.
Questo Schumer – chi conosce i democratici lo sa – è il vero capo del partito democratico americano. Colui che insieme a Nancy Pelosi ha guidato l’estromissione di Biden e è stato il kingmaker della Harris. È di origine ebraica e fu grande amico di Trump fino a quando lo finanziava, poi entrato Trump nei repubblicani l’amicizia è finita. A guardarlo è un po’ una specie di Gargamella newyorchese con una faccia cattiva come poche.
Ma anche li fuori dai convenevoli Schumer e la Harris ridacchiavano di Trump sfottendolo. Un comportamento poco consono per una ricorrenza luttuosa ma Trump si ringalluzziva perché dal pubblico presente molti urlavano il suo nome per salutarlo, una scena molto particolare considerando che Trump è di New York ma la Grande Mela è a maggioranza schiacciante democratica.
Lodi e critiche a Supermario
Nessuno è profeta in patria, come negli Usa anche in Europa. Deve averlo pensato Mario Draghi che in settimana a tenuto un importante relazione su richiesta della Von Der Leyen sul tema dell’Europa. Per fare l’”Accorciabro” che è un ragazzo che sui social riduce a pochi secondi le lunghe elucubrazioni degli influencer. Sintetizzando in due frasette lunghi minuti di sproloqui, posso sintetizzare anche io il discorso Draghi.
Che è stato questo. Se andiamo avanti così siamo rovinati. Se mi date ottocento miliardi di euro e li spargiamo a pioggia in Europa le cose miglioreranno. Accorciabro direbbe tempo risparmiato due ore.
Anche qui i Renzi e consimili a lodare il grande intervento mentre altri a denigrarlo . Tra questi spiccava il ministro dell’economia tedesco che ha detto testualmente: “Il piano di Draghi non ci interessa“. Singolare posizione visto che la Von der Leyen anch’essa teutonica lo aveva incaricato.
Ma in Germania vige un po’ di confusione in effetti. Preda di una fortissima crisi economica. In settimana Scholtz a sorpresa ha dichiarato che chiuderanno i confini agli immigrati. Certamente una posizione indotta dalla crescente forza elettorale della destra Afd che ormai viaggia a percentuali sopra il trenta per cento dovunque e minaccia il governo socialista.
Ma sull’immigrazione il vento sta cambiando un po’ dovunque in Europa anche nella accoglientissima Svezia, dove la premier ha detto che gli immigrati o si adeguano ai costumi svedesi o saranno espulsi.
In tutta Europa dicevo ma tranne che in Italia dove in piena controtendenza il vicepresidente del consiglio Salvini è sotto processo per aver fermato i migranti. E il Pm ha chiesto sei anni di reclusione per sequestro di persona. Per essere gentili lo definiremo solo paradossale.
La signora di Viareggio e le signore Meloni
Infatti tiene banco nelle cronache della settimana la signora di Viareggio che dopo essere stata rapinata ha speronato con la macchina il ladro. (Lo ha fatto) per recuperare il maltolto ma con una foga eccessiva tanto da provocarne il decesso infatti viene accusata di omicidio volontario.
A prescindere dal fato che nessuno dovrebbe mai morire per poche centinaia di euro che non valgono certo una vita ma il fatto è molto significativo. Perché quando le persone esasperate iniziano a reagire anche in modo violento è il segno che troppo spesso si è superato il limite della sopportazione. E bisogna debitamente tenerne conto per non creare un clima di guerra civile o di scontro continuo.
Tutto questo lo sapranno bene le sorelle Meloni che allo scontro continuo sono abituate ma che stavolta debbono affrontare anche lo scontro gossipparo. Perché la ineffabile Boccia dopo aver eliminato Sangiuliano sta incentrando le proprie attenzioni anche sul ministro Lollobrigida. Tirandolo in ballo non si sa per ora a che titolo. Rendendo a tutti gli effetti la vicenda una specie di telenovela sudamericana dagli esiti imprevedibili.
In mezzo a tutta questa confusione una sola notizia spicca per positività però. La nuova legge sulle occupazioni abusive delle case appena varata. A mio avviso la prima legge veramente di destra dell’era Meloni. Un po’ stile law and order ma certamente un punto di giustizia. Perché stasera abbiamo parlato di tante donne agguerrite molto spesso potenti e di successo.
Occupazioni abusive: la svolta
Donne che si ribellano agli spacciatori o che mettono in crisi i governi. Io invece avevo negli occhi la storia di questi giorni di una anziana signora che recatasi in ospedale per un intervento ha trovato al ritorno la casa occupata. Con questo video in cui la malcapitata anziana e gracile parlava agli occupanti da fuori la porta di casa sua coi giornalisti, la polizia ed un parlamentare al seguito. Pregando di rientrare nella casa che aveva acquistato con anni di sacrifici.
Ma l’impotenza, l’assurdità, la vergogna di quella scena finalmente oggi dove sono stati finalmente approvati gli sgomberi forzosi ed immediati per chi occupa fa tornare uno spiraglio di luce sulla parola giustizia sociale. Dove la prepotenza non la fa da padrona. E dove le donne anche se anziane e deboli e non in grado di difendersi da sole vengono difese dallo Stato che torna finalmente ad esercitare la sua funzione. Una buona notizia in mezzo a tanta confusione.
E comunque l’otto il dieci e l’undici giocateveli al lotto questa settimana. Se vincete mi aspetto un grazie oltre ovviamente ad un obolo. Se vincete è un fact checking. Se perdete è un fuck cheking. Absit iniuria verbis.