“Notre Dame de la dèmocratie” ed il peccato originale

Huxley dixit: la dittatura perfetta sarà una democrazia, una "prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire".

Franco Fiorito

Ulisse della Politica

Ieri la Francia ha inaugurato la restaurata cattedrale di Notre Dame incendiata il 15 aprile 2019. Negli ultimi tre anni sono state centoottantasei le chiese cattoliche andate in fiamme nella sola Francia. Tutte con lo stesso motivo: un guasto elettrico o a volte una sigaretta abbandonata. Nel periodo recente la proporzione è aumentata in modo devastante: prima erano solo uno o due casi l’anno. Eppure all’ordine del giorno c’è l’islamofobia. Ma ogni anno non brucia mai una moschea.

La fenice transalpina

Anche Notre Dame non si distingue: ufficialmente o difetto elettrico o sigaretta. La verità non la dicono mai. Eppure tutti abbiamo negli occhi il disastroso incendio che si consumò in diretta mondiale di un simbolo imperituro della millenaria cultura cattolica. Quel tetto così abilmente costruito dalle mani degli artigiani nel lontano mille e cento bruciando non ha perso il suo valore simbolico come avrebbero voluto coloro che le hanno dato fuoco anzi lo ha rafforzato lo ha reso imperituro.

E dopo cinque anni di restauro la cattedrale risplende negli stessi cieli di Parigi dove si era dissolta in fumo. Una fenice che risorge dalle proprie ceneri. L’inaugurazione ha accolto praticamente tutti i potenti del mondo accolti dal presidente Macron.

Mattarella c’era, Trump c’era di più

L’omaggio reso ai pompieri a Notre Dame (Foto: Ludovic Marin / Ansa / Afp)

Regnanti capi di Stato e le più alte personalità religiose e civili. Una grande cerimonia dove il momento più toccante sono stati i cinque minuti di standing ovation per i pompieri che quella sera intervennero a cercare di salvare il possibile.

La chiesa appare lucente e luminosa quasi nuova di zecca tanto da aver fatto storcere il naso a chi la ricordava affascinante e cupa solcata solo dalle luci che filtravano dalle vetrate. Alcuni l’hanno paragonata ad un centro commerciale, ma succede spesso, nei restauri così integrali si perde un po’ di fascino e di mistero. Senza dubbio non lo hanno rimpianto i tanti presenti abbagliati dallo scintillio della nuova chiesa.

La stretta di mano tra Macron e Trump

Presente anche il presidente Sergio Mattarella. Il più fotografato è stato il nuovo presidente americano Donald Trump. Presente con Elon Musk che si è distinto per essere arrivato in ritardo. La scena più gettonata è stata l’arrivo di Trump accolto da Macron. Tutti hanno notato la poderosa stretta di mano che ha ricordato quelle di Bud Spencer e Terence Hill in cui nessuno voleva mollare e continuava a stringere. Infatti immortalata dai video è stata cronometrata per diciassette secondi di stretta di mano. Penso un record, non finivano mai di stringere.

Fuori dall’evento culturale religioso si è approfittato per un incontro trilaterale tra Macron, Trump e Zelensky, che oramai sempre con la stessa mimetica non manca mai nelle occasioni internazionali. La foto non sprizzava grande gioia ma i comunicati sono stati sereni.

Due leader alle prese coi loro guai

La foto con Zelensky, Macron e Trump L’omaggio reso ai pompieri a Notre Dame (Foto © Ansa / Afp)

Macron alle prese con la caduta del suo governo di questi giorni, Zelensky con la interminabile guerra erano rabbuiati. Trump sempre delicato ha dichiarato “Sembra che il mondo stia impazzendo in questo momento e ne parleremo”.

E non ha tutti i torti, pare che dopo il G7 ciociaro latore di pace nessuno abbia applicato questo messaggio. Non ha portato molta fortuna. Anzi. Oltre ai fronti Ucraino e Israeliano è esploso quello Siriano, in piena guerra. Sono pronte le polveriere Georgiana e Rumena. E a sorpresa si è aggiunta la crisi al limite del colpo di stato in Corea del Sud dove il presidente in carica è ricorso all’applicazione della corte marziale cioè l’uso dell’esercito a difesa del governo.

Ha ragione Trump a dire che il mondo è impazzito ma lo dice sornione ben sapendo che non sono casuali tutti questi focolai scoppiati improvvisamente. Come suo solito dice di non voler intervenire in Siria per farsi coinvolgere in nuovi conflitti. Ma l’attacco è partito dalla zona curda della Turchia che è un paese Nato oltre che singolarmente l’unico islamico. Infatti per questa operazione sono  stati riesumati tutti gli addentellati della Cia. A partire dall’Isis una vecchia creatura americana che poi aveva esaurito la sua funzione.

I “pragmatici” che tagliano gole

Al-Jolani intervistato dalla CNN (Courtesy CNN)

Invece adesso il leader della rivolta in Siria è un noto tagliagole ex comandante Isis che risponde al nome di Al Jolani. Uno che si è fatto cinque anni di prigione americana in Iraq che saranno serviti ad aprirgli la mente visto che lo stanno lasciando fare. Da noto criminale sanguinario di guerra oggi i giornali occidentali lo chiamano “politico pragmatico”.

Insomma la strategia attuale è la destabilizzazione. Basta guardare la Georgia dove si cerca di replicare identica la produzione di un colpo di stato eterodiretto sul modello di quello ucraino. Come sempre l’esportazione della democrazia passa per metodi ben poco democratici anzi per guerra e violenza. Avete fatto caso come tutti i  leader occidentali di una certa corrente di pensiero quando parlano dei loro avversari dicono sempre questa frase: sono nemici della “nostra” democrazia.

Non dicono della democrazia ma della “nostra” democrazia. Ed è quel “nostra” che stona. Perché non intende la democrazia vera ma quella costruita da certe forze di potere che non hanno nessuna intenzione di mollarlo. Ma scambiano la definizione di potere con quella di democrazia.

Golpe e morti ammazzati

Il dibattito tv tra Biden e Trump

Per questo nel titolo parafrasando la splendida cattedrale di Notre Dame parlo della Nostra Signora della Democrazia. Perché la democrazia oggi non è sic et simpliciter l’applicazione della massima che il potere appartiene al popolo che lo esercita tramite il libero voto.

No, la sedicente democrazia di oggi, la “loro” democrazia è il mantenimento dello status quo, indipendentemente a volte della volontà elettorale. Se il candidato che vince non piace ai “democratici” si trova un altro modo per esautorarlo. Ci hanno provato di recente con Trump tra tentati assassini e mazzate giudiziarie. In Slovacchia vince Fico tentano di assassinarlo.

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe all’Hudson Institute

Chi non ricorda l’omicidio del premier giapponese Abe due anni fa? Il colpo di stato Ucraino e quelli odierni  e fluttuanti di Georgia e Corea? Ma di tutti il più incredibile è quello che è accaduto in Romania appena ieri. Scrissi due settimane fa della vittoria al primo turno dell’indipendente Georgescu a sorpresa. Seguito dalla candidata Elena Lasconi che ad ulteriore sorpresa superò il premier uscente europeista arrivato terzo e quindi fuori dal ballottaggio. Bene alcuni candidati minori ricorsero alla Corte Costituzionale ma invano, questa dapprima ha decretato la regolarità delle elezioni e si è proseguito dunque con il ballottaggio.

Ma non contenti sono intervenuti i servizi segreti che, a decisione già presa,  hanno fornito alla corte presunti casi di influenza russa nelle elezioni. I servizi segreti capite, nelle elezioni.

“Scusate, è tutto da rifare”

Calin Georgescu.

Allora ieri la corte ritorna ob torto collo sulla sua decisione dichiarando incredibilmente le elezioni invalide. Il giorno prima del voto. Ora per fare un esempio recente e concreto mutuando le elezioni americane è come se l’ultimo giorno prima della sfida Trump – Biden non essendo riusciti a farlo fuori in altri modi e prevedendo la imminente vittoria di Trump interveniva la corte costituzionale americana e diceva scusate abbiamo scherzato è tutto da rifare.

Ma non è solo questo,  sapete in cosa consisterebbero le presunte influenze russe? Nel fatto che tik tok, il popolare social, passava più video di Georgescu rispetto a altri candidati. Guardate non sto scherzando, questi hanno annullato le elezioni perché questo faceva i video su tik tok ed essendo visti da più gente degli altri erano una pericolosa ingerenza. Casi concreti zero tutta fuffa.

Adesso se così fosse per esempio, come in Italia o negli Usa, dove tutti i mezzi di informazione parlano solo ed esclusivamente dei candidati a loro graditi anche da noi si dovrebbero annullare le elezioni ogni volta.

Gli elettori? Lobotomizzati…

Chiara Ferragni e Fedez (Foto: Clemente Marmorino © Imagoeconomica)

Ma la cosa più stupefacente è che prendono gli elettori per completi lobotomizzati. Cioè la frequenza delle visualizzazioni li indurrebbe automaticamente a votare per quello che guardano di più. Come fossero completi deficienti. Così fosse, bastassero le visualizzazioni, avremmo in Italia Fedez presidente del consiglio e la Ferragni Presidente della Repubblica.

Ma c’è di più, uno si aspetta che ci siano una serie di casi scoperti dove si sia materialmente influenzato il voto. Ma niente. Se uno scarica dal sito della presidenza rumena, cosa che io ho fatto e tradotto, il documento della Corte Costituzionale si aspetta di trovare prove concrete di questa ingerenza russa.

Invece niente, zero, zero carbonella. Solo l’ipotesi che il grande successo su tik tok abbia alterato le elezioni. E ancora di più la Corte non nomina mai la Russia ne dice in quale modo avrebbe contribuito ad alterare il processo elettorale. Niente di niente. Zero.

La “guerra ibrida della Russia” la chiamano questa teoria delle cospirazioni nelle elezioni. E ogni volta che lo sento mi ricorda la frase di Goebbels, che di propaganda era esperto, che diceva: “accusa sempre i tuoi nemici di quello di cui tu sei colpevole”. Illuminante vero.

Mantra di Goebbels e post di Tajani

Antonio Tajani presiede alla Farnesina la riunione dedicata al sostegno per le imprese italiane in Russia

E scusate la digressione a proposito di Russia, che come sapete è oggetto da anni oramai delle più dure sanzioni economiche possibili. Compreso l’embargo per le esportazioni italiane. Ha fatto scalpore infatti un tweet ufficiale del Ministro Tajani su X. Che pubblicando una foto di una nutrita riunione presso la sede del ministero scriveva sotto questa didascalia: “Alla Farnesina ho presieduto una riunione dedicata al sostegno per le imprese italiane in Russia. Aiutiamo il nostro settore imprenditoriale e bancario con risposte concrete attraverso un lavoro di squadra tra Istituzioni e le realtà produttive del territorio”.

Al che oltre a metà dei parlamentari dell’opposizione, oltre che molti italiani,  stupefatti hanno chiesto tutti qualcosa tipo: “Ma che è uno scherzo”? Vi lascio immaginare i commenti sotto. In effetti qualcosa stride.

Ma torniamo alle cose serie.

Tempo e governo provvisorio

La presidente Giorgia Meloni con i Macron all’apertura di Notre Dame

Dunque nella “loro” democrazia siamo arrivati a questo o vince chi ci piace oppure annulliamo tutto. Come quei ragazzini al campetto che non gradivano il risultato e si riprendevano il pallone andando via. E questo succede in Paesi di venti milioni di abitanti. Non contenti poi mica indicono nuove elezioni.

Dicono che ci vuole tempo, prima devono fare un governo provvisorio, poi devono punire tik tok, poi si vede. Adesso come l’Ucraina dove non si vota da mesi anche la Romania entrerà nel novero dei paesi “democratici” si ma senza elezioni. La democrazia è temporaneamente sospesa. Intanto al povero Georgescu a casa gli hanno pure staccato internet, la corrente ed il gas. Così d’ufficio, per gradire. Come forma di minaccia preventiva. Fa ridere ma è così.

Ma cosa aveva spaventato i democratici senza voti. Il fatto che i sondaggi davano una vittoria schiacciante di Georgescu per 65 a 35 circa. E cosa ha fatto di male questo Georgescu, mica ha detto che era filorusso, anzi lo nega sempre. Ha avuto solo l’ardire di dire al popolo rumeno che è contro la guerra, che le decisioni con la Nato vanno prese concordemente non da schiavi e che la Romania non vuole essere coinvolta nel conflitto in corso. Posizioni che gli hanno valso una valanga di voti. Ha avuto il consenso quasi di un rumeno su quattro. Voti veri. No tik tok.

(Foto © Gage Skidmore)

E guarda caso la Romania è la sede della più grande base Nato in costruzione in Europa che diventerà il primo avamposto antirusso. Una base che farà impallidire per armamenti e dotazioni la base tedesca di Ramstein, finora la più estesa  per grandezza e proporzioni.

Biden grazia Biden

Tutto in buona pace della nostra signora della democrazia. Ma pensate basti questo? No. È di questi giorni la notizia che Biden, presidente uscente grazierà cancellando tutti i reati il figlio Hunter. Avete capito bene grazia il suo stesso figlio. Immaginate Berlusconi che, se Piersilvio avesse commesso decine di reati gravi, lo avesse graziato gli ultimi giorni in carica. Serve come esempio plastico e comprensibile perché in Italia la grazia la dà solo il Presidente della Repubblica.

Joe ed Hunter Biden

Ma non basta, Biden vuole graziare anche Fauci il capo della sanità americana. Che per primo al mondo, secondo i No Vax, ha contribuito al disastro Covid e si è macchiato di diversi reati. Quindi copertura totale pure sul capitolo Covid e Big pharma. Una pernacchia alla giustizia.

E poi finisce che la gente imbestialita si fa giustizia da sola. È un modo di dire ma è appena successo negli Usa. Come una scena di un film un killer incappucciato ha raggiunto per strada Brian Thompson ceo di United Healthcare il più grande colosso assicurativo sanitario degli usa freddandolo con tre colpi. La scena ripresa da una telecamera come un crime movie.

Ad infittire la trama il fatto che sui bossoli ritrovati il killer aveva inciso tre parole. Queste sono: “Delay”,“Deny” e “Defend”. Ovvero Ritardare Negare Difendere.

Brian Thompson

Come un crime che si rispetta si scopre che sono le tre parole che compongono il titolo di un libro molto famoso. Pubblicato nel 2010 dall’esperto di diritto assicurativo Jay M. Feinman. Con il sottotitolo “perché le compagnie assicurative non ti pagano”. Un best seller che ha portato allo scoperto la pratica delle grandi assicurazione americane di cercare di non pagare a tutti i costi i rimborsi ai clienti. Pare che negli ultimi due anni i dinieghi siano più che raddoppiati. Permettendo guadagni monstre alle aziende assicurative americane che, ricordo, sono la colonna della sanità americana che è tutta a pagamento in pratica.

Marco morto in garage: di freddo

Ma la morte non corre solo sul filo dei miliardi delle grandi aziende e dei potenti. Anche oggi vicino a noi si muore in maniera incredibile. Una notizia mi ha colpito questa settimana più di tutte. Si chiamava Marco Magrin, aveva cinquantatré anni come me, forse per questo mi ha commosso tanto. Era un bravo ragazzo di Treviso.

Lavorava ma la paga non gli bastava per pagare l’affitto, così è stato sfratato e si era rifugiato in un garage. In quel garage ci è morto di freddo. Da solo.

Marco Magrin

Alla fine del duemilaventiquattro. Si può lavorare ma morire di freddo in un garage. Alla faccia dello stato sociale tanto sbandierato e della solidarietà. Fa ancora più rabbia infatti che a sfrattarlo è stato il proprietario della casa Andrea Berta un attivista dei centri sociali che a parole si batteva per diritto alla casa. Ma dalla sua di casa ha sfrattato buttandolo in garage il povero Marco.

Se la parola fariseo ha un senso si concretizza in gente come questa. Finti solidaristi con i beni altrui ma padroni intransigenti nel loro privato. Questo ancora oggi può succedere nelle grandi democrazie evolute. Ormai attente solo a mantenere il potere dimenticando i valori fondamentali alla base della convivenza. Dove per un italiano onesto non c’è un aiuto economico mentre il migrante clandestino riceve vitto alloggio vestiti e trenta euro al giorno.

Cosa abbiamo fatto di male per farci odiare così i nostri concittadini italiani. Per lasciarli soli nel momento del bisogno. Per farli morire al gelo nonostante lavorassero e avessero un ruolo attivo nella società.

Nove contro venti milioni

Ed ecco tornare il peccato originale del titolo. La democrazia che dal greco demos e kratos letteralmente significa “potere al popolo” è veramente oggi fedele alla sua dizione originaria? È vero che il popolo è sovrano? O una oligarchia mascherata e ben organizzata sta lentamente prendendo il posto della democrazia originale ammantandosi di quel nome ma non del suo significato primigenio. Oligos significa pochi in greco oligarchia il governo dei pochi. Ed infatti oramai in pochi decidono.

In Romania per esempio possiamo dire che il popolo è sovrano in questo momento? Lo ha detto proprio il candidato attaccato Georgescu. “Nove persone (il numero dei giudici costituzionali) non si possono sostituire a venti milioni” ha dichiarato fermamente. Eppure quei nove hanno deciso di invalidare milioni di voti per nulla, in pratica solo perché non gradivano il candidato che il popolo invece aveva scelto.

Dunque è questa democrazia o oligarchia mascherata da democrazia? E se così fosse perché il popolo oramai non reagisce a nulla. Anche le rivoluzioni e le rivolte vengono pianificate a tavolino ed economicamente da gruppi di potere. Non vi è più nulla di spontaneo nel popolo.

Sono domande complicate lo so ma vi lascerò con una frase illuminante di Aldous Huxley, il famoso scrittore inglese che nella prima parte del secolo scorso insieme a Orwell diede vita a quel genere letterario denominato distopico.

Distopie ed utopie

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la signora Laura con Emmanuel Macron Presidente della Repubblica francese, in occasione della cerimonia di riapertura della Cattedrale di Notre-Dame

La distopia è intesa infatti come un’inversione dell’utopia, una sua totale negazione. Pertanto se l’utopia descrive i contorni di una società ideale superiore e più giusta la distopia delinea i tratti di una società spaventosa inferiore e più ingiusta.

Ma vi lascio con la spaventosa attualità di questa frase di Huxley scritta orami alcuni decenni fa. «La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno  mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù».

Rendiamo deferente omaggio quindi a Nostra Signora Democrazia ed al suo peccato originale. Amen.