Travolti da un insolito destino nel rosso mare di Marte

La liaison insinuata dai media di gossip tra la premier e l'imprenditore Usa è molto più che cronaca rosa: è un piano commerciale monstre

Franco Fiorito

Ulisse della Politica

Galeotta fu la cena Newyorkese di questa settimana dove Giorgia Meloni è stata tra i leader, politici ed imprenditori, insigniti dei Global Citizen Awards dal grande think tank statunitense Atlantic Council. Al Gala di premiazione a New York in occasione della 79esima Assemblea Generale dell’Onu, alla premier è stato riconosciuto il “rivoluzionario ruolo di prima premier donna italiana, il suo supporto per l’Unione Europea e l’Alleanza transatlantica. E la sua presidenza del G7 nel 2024”.

Meloni è stata presentata da Elon Musk, che ha espresso la sua “ammirazione” per la premier, e, ha detto, per “l’incredibile lavoro che sta svolgendo” in Italia. Musk ha citato crescita economica e bassa disoccupazione. Meloni lo ha ringraziato per “le bellissime parole al mio riguardo” e per la sua “preziosa genialità”.

Una donna per amico…

Elon Musk consegna il premio ‘Global Citizen Awards’ a Giorgia Meloni

Musk ha elogiato la presidente, dicendo di ammirarla: “Ha fatto un lavoro incredibile. Lei è ancora più bella dentro che fuori”. Di sottofondo, ad accompagnare la consegna del premio, un tappeto sonoro che ricorda Una donna per amico di Lucio Battisti. Ma è stata proprio questa frase sul gradimento estetico e personale accompagnata da una serie di sguardi languidi, toccatine, sorrisi e complicità a fare partire il gossip in tutto il mondo.

Credo che Musk dicendo che era più bella dentro che fuori le volesse fare assolutamente un complimento, fiducioso nella bellezza della nostra presidente. Magari ignaro di celeberrimi precedenti tipo quelli di Berlusconi che disse a Rosy Bindi che era più bella che intelligente dove era tutt’altro che un complimento. Ma il Musk ignaro si è avventurato nell’ardito complimento che in ogni caso ha tradito la grande confidenza tra i due che più diversi tra loro non potrebbero essere.

Pianeti rossi e Line nazionali

La locandina del film ‘Fascisti su Marte’ (Regia: Corrado Guzzanti e Igor Skofic – 2006).

Infatti nel titolo parafrasiamo il famoso film di Lina Wertmuller “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”. Ma vista la passione di Musk per i viaggi spaziali in particolare per il suo desiderio di arrivare su Marte lo abbiamo adattato al pianeta rosso per eccellenza.

Niente a che vedere con “Fascisti su Marte” fantastica parodia di Guzzanti un esercizio satirico di fanta-revisionismo storico. Girato come un falso documentario e parodiando lo stile dei cinegiornali dell’Istituto Luce del Ventennio fascista. Dove nel 1938 un manipolo di camicie nere, comandato dal gerarca Gaetano Maria Barbagli, s’imbarca sul prototipo di razzo spaziale tedesco Repentaglia IV. Razzo costruito con l’aiuto del fisico Ettore Majorana, e parte alla conquista di Marte, «rosso pianeta bolscevico e traditor».

Crediamo che Musk ignori anche questo precedente ma la sua passione per il pianeta rosso l’ha colta anche quel genio di Osho che nella foto in cui vengono immortalati i due chiosa con una didascalia che fa dire a Elon mentre fissa negli occhi Giorgia “te va d’annà a beve na cosa su Marte?”.

Osho e l’invito di Musk su Marte

Giancarlo Giannini e Mariangela Melato (Frame da ‘Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto’. Regia: Lina Wertmüller – 1974)

Ma l’intesa tra i due ha destato grande interesse. Due che, come dicevamo, sono molto diversi tra loro per questo mi hanno ricordato il film della Wertmuller. Una ricca borghese di Milano Raffaella Pavone Lanzetti, anticomunista e repubblicana, passa le sue vacanze su uno yacht in mezzo al mar Mediterraneo assieme ai suoi ricchi e viziati amici. Durante la crociera non fa altro che rimarcare il proprio elevato rango sociale, umiliando i suoi sottoposti, tra cui Gennarino Carunchio, marinaio siciliano comunista e dal carattere scontroso. E che nutre sentimenti di insofferenza e disprezzo verso i ricchi turisti, ma che deve suo malgrado servire per sopravvivere.

I due, la Melato e Giannini lasciano un’interpretazione rimasta nella storia. Con lui che complice l’isolamento su un isola deserta prima da sottomesso diventa dominante e maltratta la naufraga fino a invertire i ruoli. Ma poi tornati alla civiltà è il rapporto tra loro a naufragare definitivamente.

Il Carunchio dominante

ELON MUSK

Dubito che la confidenza tra la Meloni e Musk sia arrivata a questi termini ma un certo feeling politico lo hanno notato tutti. Di certo non raggiungerà le vette di violenza verbale di Gennarino che chiamava la Raffaella “bottana industriale” in una nota scena ma una scintilla è stata evidente.

“Giorgia Meloni, mentre fuori cadeva una pioggia battente, è arrivata alla Ziegfield Ballroom vestita con un lungo abito nero, al braccio del consigliere militare Franco Federici in alta uniforme. Lì sul palco, incaricato di darle il riconoscimento, Elon Musk. “È grandiosa, è autentica, onesta, affidabile”. Un sorriso imbarazzato ha messo fine alla breve ed emozionata presentazione.

E sulle note di Una donna per amico eseguita al pianoforte, la presidente del Consiglio è salita sul palco per ricevere il premio, che ha accettato sorridendo e posando una delicata carezza riconoscente sul braccio di Elon Musk.  A seguire, la cena: tra candele, lampadari di cristallo e luci violacee, Musk era seduto tra Giorgia Meloni e la mamma, Maye Musk. Dapprima scherzoso con la presidente del Consiglio, è poi rimasto in silenzio tra le due donne che hanno parlato per quasi tutto il tempo.”

Così descrive la serata Vanity Fair che in quanto a pettegolezzi non è secondo a nessuno.

Di premi e carezze sul braccio ad Elon

Giorgia Meloni durante il discorso di ringraziamento

Proprio al tavolo della cena una fotografia li ritrae mentre si scambiano uno sguardo quasi trasognato, il volto sorridente. La foto ha subito fatto il giro del mondo grazie al tweet del giornalista Simon Goddek. Il quale all’immagine ha aggiunto la didascalia: «Sappiamo tutti cosa è successo dopo», accompagnata da una faccina maliziosa.

In poche ore il post ha raggiunto un milione di visualizzazioni, tanto che Elon Musk in persona ha dovuto smentire le voci ormai impazzite: «Ero lì con mia mamma. Non esiste alcuna relazione sentimentale con il primo ministro Meloni». La mamma stessa è intervenuta dicendo che Elon era tornato in albergo con lei.

Visto che il miliardario ha tantissimi follower sui social network, viene il dubbio che la risposta non abbia fatto altro che moltiplicare il gossip. «Non pensare all’elefante», diceva il linguista George Lakoff per dimostrare ai suoi studenti che, una volta detta una parola, è poi impossibile non pensarvi.

Diciamo dunque che i commenti non si sono mantenuti sul piano istituzionale ma hanno sconfinato ampiamente nel gossip. Eppure c’è molto di più e di più serio. Argomenti che i gossip non possono esaurire e che anzi invece contribuiscono a sviare. Forse ad arte.

Uno anno per lo Starlink Tricolore

Il ‘trenino’ di satelliti Starlink

Infatti dietro ai colloqui dei due si cela una raffinata trama commerciale che coinvolge le diverse attività dell’imprenditore americano. In particolare quelle sulla tecnologia e partono da una parola: Starlink.

Secondo fonti vicine ai colloqui tra la premier e il fondatore di Tesla, Musk sarebbe pronto a connettere l’Italia alla rete satellitare Starlink in meno di un anno, offrendo un’alternativa rapida ed economica ai progetti esistenti come Tim e Open Fiber. La vera sfida per la premier Giorgia Meloni al fine di massimizzare le opportunità derivanti dal rapporto con Elon Musk è superare però le resistenze interne al suo stesso governo, i maggiori ostacoli sembrano provenire infatti proprio dai collaboratori e dagli alleati di Meloni, che stanno rallentando la possibilità di dare a Starlink l’opportunità di entrare nel mercato italiano come fornitore alternativo.

A New York infatti la premier ha sottolineato che il suo coinvolgimento non era di natura politica, ma legato a opportunità imprenditoriali. In particolare, i colloqui si sono concentrati sulla possibilità di utilizzare Starlink per connettere rapidamente alla rete le aree ancora isolate d’Italia.

Meno costi e “s’abbracciamo”

La WebFarm Seeweb

Musk ha proposto di connettere l’intero Paese in soli 6-9 mesi, con costi notevolmente inferiori rispetto ai progetti di rete basati su infrastrutture tradizionali. Il sistema satellitare di Starlink non richiederebbe infatti grandi investimenti in infrastrutture fisiche, permettendo una connessione diretta agli utenti a prezzi accessibili, con abbonamenti sotto i 10 euro al mese.

Secondo questa proposta, Starlink sarebbe anche disposto a contribuire con metà dei fondi necessari, in collaborazione con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Rispetto ai progetti attuali, che prevedono lunghi tempi di realizzazione e costi elevati per gli utenti finali, l’offerta di Musk rappresenterebbe una soluzione più rapida ed economica per portare la banda larga nelle aree più remote del Paese.

Capite da soli cosa significherebbe un offerta di internet superveloce sotto i dieci euro al mese che sono in media la metà o meno ancora delle offerte oggi presenti sul territorio. Una rivoluzione.

I benefici per il Bel Paese

Un accesso più veloce e diffuso alla rete potrebbe infatti portare a benefici economici significativi per l’Italia. Secondo studi della Banca Mondiale, un miglioramento delle infrastrutture di rete ha un impatto positivo immediato sul Pil, poiché consente alle imprese. Soprattutto quelle piccole e a conduzione familiare, di accedere a mercati internazionali e di espandere la propria offerta.

Allo stesso modo, i consumatori avrebbero più possibilità di scoprire e acquistare prodotti italiani. Anche la pubblica amministrazione trarrebbe vantaggio dalla digitalizzazione, offrendo servizi più efficienti e accessibili.

Nonostante l’interesse di Meloni, le principali resistenze provengono dai suoi collaboratori, che sono cauti nell’aprire a Starlink per non danneggiare gli interessi dei fornitori di rete tradizionali, come Tim e Open Fiber. La decisione finale spetta a Meloni, che deve valutare se proseguire con la proposta di Musk o mantenere lo status quo. Da parte sua, Musk ha chiarito che non ci sono ulteriori incontri previsti: la sua offerta è sul tavolo, pronta per essere accettata.

Non credo ci sia bisogno di sottolineare quanto siano grandi gli interessi in gioco. Considerando pure che nel silenzio dei media la Tim è stata acquistata nei mesi scorsi da Soros. Che è grande finanziatore della sinistra mondiale ponendo al vertice Dan Petraeus ex comandante della Cia.

E Tesla? Che fai, la butti via?

La questione non si limita solo alla rete internet. Un’apertura a Starlink potrebbe aprire la strada a una collaborazione più ampia con Musk, che include potenziali investimenti nel settore automobilistico. Con la produzione di auto elettriche Tesla, e nella ricerca spaziale. Tuttavia, le lungaggini burocratiche e le divisioni interne potrebbero frenare questo processo, sollevando dubbi sulla capacità del governo italiano di gestire progetti più complessi.

In sintesi, il futuro della collaborazione tra Meloni e Musk dipenderà dalla capacità del governo di superare le resistenze interne e di prendere una decisione rapida. Se la premier sceglierà di dare fiducia a Starlink, l’Italia potrebbe ottenere vantaggi economici significativi. Se invece le resistenze interne prevarranno, il rapporto con Musk rischia di rimanere confinato al piano simbolico, senza tradursi in reali benefici imprenditoriali per il Paese.

Questo solo per non sottovalutare la nostra premier che al netto della cronaca rosa e delle foto con gli sguardini languidi si conferma una figura in grado di creare occasioni internazionali importanti. Vedremo se avrà il coraggio di sfruttarle.Vi confesso che a me non dispiacerebbe affatto pagare solo dieci euro la connessione internet. E soprattutto contemporaneamente non contribuire ad aumentare la ricchezza già spropositata di Soros.

Diddy nei guai, negli Usa tremano tutti

Ma a New York in questo periodo c’è un aria frizzantina dove l’incontro Musk Meloni è solo un piccolo tassello. Arrestato pochi giorni fa il famoso rapper e cantante Sean Combs che quando ero giovane io si faceva chiamare Puff Daddy ma adesso solo Diddy. È accusato di una sequenza di reati infinita: abusi, stupri, favoreggiamento della prostituzione e traffico sessuale.

Con la particolarità che a partecipare ai suoi famosi White Party (perché erano tutti vestiti di bianco) erano la quasi totalità del jet set americano. Artisti attori imprenditori politici. Tutti che oggi tremano per le rivelazioni che potrebbero uscire fuori. Molti pare che si stiano già separando dai rispettivi consorti per precauzione. Ma è sicuro che le bombe deflagreranno a breve. Si inseguono particolari piccanti di stanze segrete pratiche sessuali promiscue ed estreme, fiumi di droghe e sostanze.

La più divertente il ritrovamento di un migliaio di bottiglie di olio per i bambini ritrovate nella casa del rapper che pare venissero addizionate di sostanze stupefacenti. Sostanze che stordivano i malcapitati attraverso un massaggio per poi approfittarne. Un “bottanificio industriale” in questo caso la definizione del film della Wertmuller sembra molto più adatta al caso.

Eric che fa il turco

Il sindaco di New York Eric Adams (Foto: Anthony Quintano)

Se non bastasse a turbare la grande mela anche lo scandalo che sta travolgendo il sindaco democratico Eric Adams. Una vicenda dalle tinte fosche che lo vede accusato di aver ricevuto illegittimi favori nell’ambito dell’autorizzazione del nuovo consolato turco.

Ma anche qui c’è molto da scoprire. Adams seppur democratico è un ex poliziotto che non ha mai condiviso la linea Biden Harris sull’immigrazione. E non lo ha mai nascosto. Infatti oggi i suoi maggiori detrattori sono proprio l’ala sinistra del suo partito che lo sta attaccando con grande ferocia. L’inchiesta poi nasce da un procuratore speciale nominato pochi mesi or sono proprio da Biden che col sindaco ci è andato giù pesante da subito.

Un caso evidente di una forte guerra interna tra i democratici molto singolare perché emerso in piana campagna elettorale per le presidenziali in una città come la grande mela che è la più grande degli usa e che seppur a forte connotazione democratica è comunque la città di Trump che è newyorchese in tutto e per tutto.

Il brindisi marziano, Barbagli permettendo

Insomma veramente travolti da un insolito destino, chi auspicabilmente su Marte in gita romantica, chi nei festini tra gente famosa, chi impelagato in corruzione e guerra interna. New York non è mai stata così al centro di tante trame come in questo periodo.

Ed al suo confronto la vicenda Giannini Melato nell’azzurro mare d’agosto viene oscurata dal duo Musk Meloni. Che forse come dice Osho rivedremo a brindare romanticamente su Marte, sempre che prima non lo conquisti Gaetano Maria Barbagli col suo ardimentoso ed immaginifico manipolo di camicie nere.