
Di pessimo gusto. Perché inutilmente volgari. L'apertura di queste olimpiadi non rappresenta la cultura dello sport né quella francese. Che dimentica come nel frattempo il mondo vada avanti. E nelle stesse ore si sono mossi Nethanyau, Xi che non mette le date a caso, il Venezuela...
Vanitas vanitatum et omnia vanitas. Con questa celeberrima frase si apre il libro dell’Ecclesiaste nella Bibbia. Vanità delle vanità, tutte le cose sono vanità: parole spesso citate per affermare la vanità dei beni terreni e l’insipienza di coloro che si affannano a conseguirli.
L’ho citata con l’indebita inserzione olimpica nel titolo perché mi sembrava perfetta per descrivere la cerimonia di apertura delle olimpiadi di Parigi nella quale vanità è stata la parola d’ordine e anche perché il dibattito che ne è conseguito aveva più di biblico che di mondano.
Polemiche all’apertura

Una apertura fonte di polemiche in tutto il globo perché tutta improntata allo sfoggio della cultura woke con scene personalmente di cattivo gusto e probabilmente fuori luogo in un occasione del genere.
Parliamoci chiaro la libertà sessuale degli individui non sembra messa in discussione ormai da nessuno. Siamo pieni di immagini messaggi chiaramente orientati ormai ovunque. Tanto che nessuno ormai per una nota conseguenza della finestra di Overton li trova ne fastidiosi ne irritanti. Certo ci si schiera pro o contro come in ogni dibattito con lunghe discussioni di principio, questo ormai è normale ed all’ordine del giorno.
Lo specifico per comprendere meglio il mio giudizio su questo evento: che è completamente negativo. E non perché come molti hanno scritto somigliava più ad un gay pride che ad una apertura olimpica. Ma semplicemente perché era esteticamente brutto, privo di qualsiasi riferimento culturale francese e soprattutto perché lo sport e gli atleti erano completamente assenti.
È stato un malriuscito esercizio di autoreferenziale: vanità senza un vero significato ne sportivo ne culturale, un ammasso di immagini monodirezionali francamente noiose e a tratti fastidiose.
Scenografia da carrozzone

Partiamo dalla scenografia. Intanto non si è svolto in uno stadio come ogni olimpiade. Ma in una specie di carrozzone itinerante che toccava più luoghi della capitale francese in una confusione dispersiva ed antiestetica.
Macron e le autorità in tribuna sotto la torre Eiffel. Tribune mezze vuote per il diluvio che si è abbattuto sulla manifestazione per tutta la sua durata e che – molti hanno fatto notare – è smesso subito dopo la fine quasi come una punizione divina.
Tutti i Capi di Stato messi in tribune aperte sotto la pioggia scosciante. Macron no lui aveva il palchetto coperto e guardava la plebe dall’ alto ed al coperto. Gentilmente però avevano fornito dei teli trasparenti di plastica per non bagnarsi. Tipo kway da poveri. Ed a giudicare dall’immagine di Mattarella che sembrava un pulcino bagnato zuppo e dalla sua espressione non funzionavano molto. Difatti dopo il passaggio della pattuglia italiana si è alzato e se n’è andato. Come moltissima altri lasciando questa immagine triste di questi palchi bui mezzi vuoti sotto il diluvio.
Gli atleti però non erano li. Li hanno mollati su dei Bateau Mouche sulla Senna facendoli sfilare ad una lentezza estenuante. Un calvario di attesa tra una barca e l’altra. Una noia mortale non sopita dalle immagini di rinforzo di strani soggetti che giravano con biciclette e skate board o facendo break dance. Tutti elementi tipici della cultura francese come noto.
In barca con Israele

L’Italia sfilava sulla stessa barca di Israele. A bordo numerosi agenti del mossad per paura di attentati. Non dev’essere stata la traversata più serena. Ma la gioia e l’esplosione di colore dei nostri atleti è stata una delle note più belle della serata. Capitanati da un tarantolato Tamberi hanno dimostrato un grande spirito italiano ed olimpico. Tamberi era talmente euforico che nella concitazione, povero, ha perso nella Senna la fede nuziale.
Con tanto di post su Instagram per giustificarsi con la moglie prima che fosse lei a notare l’anulare privo delle insegne matrimoniali. “Troppa acqua, troppi kg persi negli ultimi mesi o forse l’incontenibile entusiasmo di quello che stavamo facendo. Probabilmente tutte e tre le cose, resta il fatto che io l’ho sentita sfilarsi, l’ho vista volare… l’ho seguita con lo sguardo fino ad averla vista rimbalzare dentro la barca. Rimarrà per sempre nel letto del fiume della città dell’amore. Che sia di buon auspicio per tornare a casa con un oro più grande“. Pare che la signora non l’abbia presa con spirito altrettanto olimpico ed avrebbe commentato con una tipica frase delle donne che al di là della forma, nella sostanza significa “Quando torni a casa facciamo i conti”.
Alla fine delle sfilate sui battelli degli atleti non si è avuta più traccia. Addirittura nella coreografia finale le bandiere venivano portate da delle controfigure prezzolate assunte per l’occasione. Una tristezza unica. La più grande festa dello sport ma gli atleti non sono protagonisti. E grande assente anche il pubblico.
Olimpiadi senza pubblico

Si perché le Olimpiadi che si professavano inclusive hanno chiuso il centro di Parigi in un cordone di sicurezza inaccessibile a chi non avesse un qr code. Solo addetti ai lavori e i pochi fortunati che avevano acquistato i biglietti per le tribune sulla Senna. Fortunati per modo di dire perché li hanno comprati mesi fa alla modica cifra di 1600 euro per poi scoprire che l’unica cosa che guardavano era la sfilata delle barche sotto il diluvio. Tutto il resto dello spettacolo era altrove in decine di posti diversi. Solo a beneficio delle immagini televisive. Si dice che l’inclusività si sia manifestata nel fatto che abbiano sproloquiato liberamente e democraticamente lanciato improperi in tutte le lingue del mondo.
Il resto della cerimonia era così composto: il trasporto della fiamma olimpica e degli spettacolini imbarazzanti che tra un passaggio ed un altro servivano a coprire i vuoti nei tempi televisivi. Ma non ci sono riusciti. Il ritmo era noioso le immagini ammantate dal buio e devastate dalla pioggia una confusione ed una banalità uniche. Il contrario della gioia e dell’entusiasmo di tutte le manifestazioni della storia olimpica.
Pensiamo al passaggio della fiamma. Che ricordiamo all’arrivo a Parigi è stata consegnata ad un transessuale di un metro e ottanta, che pensavamo un caso isolato invece poi ci siamo accorti e lo dico senza giudizi che era invece la categoria più presente in tutta la manifestazione d’apertura. La fiaccola poi invece di essere a forma di fiaccola era una specie di borraccia di alluminio con la stessa forma sopra e sotto. Ci hanno spiegato che voleva simboleggiare l’eguaglianza perché il sopra e il sotto sono uguali. E magari ci hanno pensato pure tanto. Ma sorvoliamo.
Testimonial poco testimonianti

Si sono alternati poi tedofori famosi io direi con qualche delusione. Ad un certo punto portava la fiaccola il rapper americano Snoop Dog che oltre ad avere il fisico di uno che non ha mai fatto un ora di sport in vita sua diciamo non simboleggia il prototipo dello sportivo olimpico stando per sua dichiarazione tutto il giorno su un divano a farsi le canne.
Poi appaiono Zidane che almeno è francese. Che passa la fiaccola a Nadal invece spagnolo. Poi la buttano su una barca, l’ennesima con sopra Carl Lewis la Comaneci e Serena Williams la quale soffrendo il mal di mare veniva sorretta e stava per vomitare in diretta mondiale tra le onde della Senna una scena imbarazzante. Poi arrivano e la consegnano a Tony Parker francese ma famoso perché ex giocatore Nba. Che insieme ad un altra atleta danno fuoco al braciere olimpico. Diciamo che di atleti francesi olimpici a portare la fiamma neanche uno.
L’accensione del braciere è il paradigma di tutta la manifestazione. Finta come tutto il resto infatti la fiamma non è vera ma un gioco di luci e fumi artificiali che poi viene alzato su una mongolfiera.
Cantante cercasi

Una tristezza unica. Non dico che bisognava ripetere le gesta dell’arciere che accese il braciere scoccando una freccia infuocata da decine di metri a Barcellona. O che la fiamma dovesse ardere cosi tanto come a Seoul dove avendo improvvidamente liberato alcune colombe della pace poco prima alcune di queste finirono arrostite nel braciere olimpico sopra al quale si erano appollaiate. Ma almeno un fuocherello vero la prima sera.
Ma è la parte spettacolo ad aver attizzato le più forti polemiche. Passiamo veloci sui cantanti. Prima Aya Nakamura una musicista maliana divenuta francese nel 2021 che ha cantato in un video evidentemente preregistrato. Poi Lady Gaga, nota cantante francese, ah no scusate nota paladina lgbqt, che hanno messo a cantare tra piume di struzzo rosa sulla banchina dei battelli un omaggio incomprensibile a Zizi Jeanmarie. Sembrava una cabaret di periferia. Conclude appollaiata sulla torre Eiffel in playback e sotto il diluvio Celine Dion che invece è canadese. Almeno lei, che forse è stata il miglior momento della manifestazione, ha omaggiato splendidamente Edith Piaf. Cantanti francesi non pervenuti. Mi domando se in tutta la Francia non ci fossero cantanti in grado di rappresentarla nella cerimonia olimpica.
Lo spettacolino fru fru

È tutta la parte spettacolino fru fru invece ad aver creato le polemiche maggiori. La parte più penosa a giudicare dalle polemiche è stata la riedizione dell’ultima cena ispirata al dipinto di Leonardo da Vinci dove Gesù era impersonato da una cicciona seminuda contorniata poi dai presunti apostoli tutti trans, gay o drag queen rigorosamente seminudi o in abiti succinti. Il più ridicolo era un ballerino vestito di nero il cui costume prevedeva un testicolo in esposizione. Adesso lo so che a scriverlo è incredibile ma verificherete facilmente dalle immagini. Sul tavolo poi dentro un piatto da portata gigante un panzone tutto dipinto di blu orribilmente agghindato che nelle intenzioni doveva essere Dioniso il dio dei piaceri materiali ma che sembrava più il nipote queer del grande puffo.
Ora di questa scena ci sono due aspetti da mettere in risalto. Il primo quello che ha indignato quasi tutti è il piccolo grande orrore estetico culturale religioso e politico di aver ridotto una immagine sacra al pubblico ludibrio mortificando i milioni di cristiani nel mondo. Una mancanza di gusto e caduta di stile ignobile. Il secondo è che cosa cavolo ci entrava questa scena ridicola con il tema olimpico e con la cultura francese che neanche sfiora la terribile rappresentazione. Un ridicolo sfoggio di cultura woke ed lgbqt che risulta solo come una forzatura e completamente fuori contesto. Un vanitoso autocompiacimento.
Ma soprattutto una offesa a gratuita ai cattolici di tutto il mondo. Se ne sono visti bene infatti i coraggiosi organizzatori di questo scempio di ridicolizzare la figura per esempio di Maometto. Memori della reazione avuta per esempio con l’attentato a Charlie Ebdo dove la mancanza di rispetto fu punita con la morte.
Inutile e volgare

Ed è proprio questo aspetto che rende più specioso il tutto: la sua completa inutilità la sua volgarità ma soprattutto l’ignavia e la pavidità di chi offende una religione che sa non reagirà in modo violento. Infatti le reazioni ci sono state si ma tutte di secondo piano dai vescovi francesi fino ad Avvenire. Ma sobrie come se ormai si dovesse aver paura di far rispettare la religione che da millenni caratterizza la cultura europea.
Ma non solo la cena, poco prima un video in cui tre uomini truccati si baciano e si appartano in una stanza avvinghiati tra loro. Completamente fuori contesto. E che dire della lugubre figura che portava idealmente la fiaccola su un pallido cavallo sulla Senna. Una figura incappucciata sul un cavallo meccanico che a molti ha ricordato quello descritto nell’apocalisse.
I commentatori a sperare raffigurasse Giovanna d’Arco mentre era mutuata dal noto videogioco Assassins Creed. Nell’ idea del creatore doveva rubare la fiaccola e scappare salendo i palazzi e poi cavalcando. Scene rovinate dalla pioggia incessante. Anche qui è curioso perché il noto videogioco rappresenta una setta di assassini islamici che si contrappone nel gioco ai templari con il compito di ucciderli sterminandoli. Si introducevano nei palazzi incappucciati per poi uccidere.
Un’altra caduta di gusto. Sarebbe da chiedersi cosa c’entra tutto questo con la cultura francese e soprattutto con le olimpiadi.
Gusto macabro

L’unico tocco di Francia c’è stato con la scena in cui Maria Antonietta canta in un palazzo in fiamme. Peccato che con gusto macabro a cantare era la testa mozzata tenuta in mano dalla stessa Maria Antonietta decapitata. Una scena tanto ridicola quanto raccapricciante. Insomma una manifestazione tanto volgare quanto inopportuna completamente slegata dai valori dello sport olimpico e dalla cultura francese. Un mero sfogo di vanità utile solo come spot per la cultura woke.
Che si aggiunge ai problemi già pervenuti a decine, dagli attentati alle centrali dei treni che hanno bloccato Parigi, ai furti subiti da tanti atleti, ai ridicoli letti di cartone e materassi di plastica appioppati agli atleti in competizione nei villaggi olimpici, oltre alla presenza di topi dovunque, alle condizioni imbarazzanti della Senna.
In fondo però ce lo si poteva aspettare queste Olimpiadi saranno lo specchio della Francia attuale. Dove il presidente Macron si è arroccato nel fortino del potere anche dopo aver perso due elezioni di fila. Dove dopo le elezioni che si professavano vinte dalla sinistra non si è riuscito ancora a dare un governo alla Francia ed Attal il primo ministro è in carica senza maggioranza solo con lo scudo di non lasciare il Paese senza Governo durante le olimpiadi.
Cui prodest

Infatti e lo dicevamo questa orribile apertura olimpica è ad uso e consumo dei gruppi di potere non della Francia. Non nobilita la storia francese, ignora il profondo significato del valore dello sport assente in tutta l’inaugurazione. Non mostra le figure importanti dell’arte e della cultura francese ma le importa dall’estero sotto i dettami woke. Non ricorda la figura di De Coubertin francese nato a Parigi e inventore delle olimpiadi neanche citato di striscio. Offende la religione cristiana e rende omaggio all’islam. Infatti al momento in cui Macron parla come già successe ai mondiali di rugby viene raggiunto da una serie di fischi e mugugni che la tv ha cercato di coprire ma che nei video dei presenti si sentono chiaramente e copiosamente.
Dunque una apertura brutta ed inopportuna in cui salvare poco. Ma ripeto non solo per l’impostazione culturale ma per l’incapacità professionale di renderla una manifestazione piacevole ed attraente al di la dei temi. Un esercizio di vanità solipsistica ed egoreferenziale senza senso scollegato dalla realtà.
Nel frattempo il mondo si muove fregandosene delle sfilate di drag queen alle olimpiadi. Nethanyau ricevuto in pompa magna nel congresso americano in cinquantadue minuti di discorso viene interrotto da cinquanta applausi scroscianti. Incontra uno spento Biden e poi la Harris in evidente imbarazzo. Kamala dopo l’incontro si affetta a parlare pro Palestina temendo un emorragia elettorale ma poco prima applaudiva il premier israeliano. Non bastasse costui finita la visita vola a Mar a Lago a casa di Trump dove si ferma ospite per lunghe ore per poi fare una conferenza congiunta. Un colpo pesante visto che era una visita ufficiale e in genere si incontrano i presidenti in carica e non i candidati opposti.
Le date dei cinesi

Giorgia Meloni di sicuro non ha guardato la cerimonia perché era in volo per la Cina per incontrare il premier cinese Xi Jinping. I cinesi non mettono le date a caso. E l’incontro è certamente di grande rilievo. Scende dall’ aereo accolta benevolmente accompagnata dalla figlia Ginevra.
Nel frattempo si vota in Venezuela. Tutti in attesa di sapere se finirà o meno l’era Maduro in un paese attanagliato dalla gravissima crisi economica.
Il più calmo di tutti è Putin in Russia. Paese escluso insieme alla Bielorussia dalle olimpiadi. Perché sono in guerra. Come se Israele non lo fosse. Aveva vietato la trasmissione in Russia delle immagini delle olimpiadi francesi per ritorsione. La portavoce del governo ha però dato la rassicurante notizia a tutti i cittadini russi che non hanno perso niente perché la cerimonia di apertura era, come diceva Fantozzi della corazzata Potemkin, una cagata pazzesca.
Godiamoci allora queste olimpiadi il cui significato storico e il potere umano restano intatti come un momento importante per il mondo intero. Sperando solo che infine gli atleti non vengano costretti a ritirare le medaglie vestiti da drag queen. E, inutile vanità a parte, che vinca il migliore.
(Leggi qui la versione opposta: L’ultima cena francese è la creazione dell’amore).