… Fuori posto… (di G.M. Sacco)

Grazia Maria Sacco

Vivo i tramonti come le albe. Con il sorriso. Ad occhi aperti e a piedi nudi.

di Grazia Maria SACCO
Avvocato e blogger
Nel Salotto di Grazia

 

 

Uno dei ricordi più battenti della mia infanzia è la voce “infuriata” di mia madre che mi diceva: “Lasci sempre tutto fuori posto, cosa c’entra questa cosa qui?, il suo posto dove è?”.

Era considerata una mania tutt’altro che lodevole quella di seminare cose in giro, come a tenerle a vagare nelle stanze, in cerca di un loro posto, felici però di essere lasciate così libere, senza essere condannate ad un angoletto stretto fra le migliaia di altre cose tutte stipate, magari, per natura, ordine o colore; tanto erano felici che puntualmente smentivo mia madre e non le perdevo affatto, come lei sosteneva, ma anzi le ritrovavo anche nel più cosmico dei disordini.

Sarà che i posti, quelli frutto di categorie, di assertazioni decise, di convenzioni a lungo riflettute, non vanno bene per tutte le cose, ed ancora di più non si confanno alle persone.

Non, almeno, a tutte.

Perchè il fuori posto è una porta magica aperta sull’imprevedibilità, sulle sorprese: quanti incontri ci saremmo persi se non avessimo, almeno una volta ogni tanto, trasgredito una fila, invertito l’ordine della giornata, cambiato posto improvvisamente, disdetto un appuntamento o sfidato un pronostico?

Fuori posto è un luogo incantato, che si è sottratto alle logiche del tempo e dello spazio, che ha sfidato le coordinate e i fusi orari, ed ha deciso di vivere segnato dal solo ritmo dell’istinto, della piacevolezza, dell’incontro con ciò che percepiamo a noi affine.

é un pò isolato forse, e magari la strada per arrivarci è un pò impervia per chi si appresta ad un nuovo cammino; è una strada poca battuta quella che vi conduce perchè implica una scelta, tanto importante quanto spontanea.

Chi è fuori posto, infatti, non sa stare al suo posto.

Anche perchè diffidente come è stenta a credere che altri, siano essi un dogma religioso o sociale, politico o di luogo comune, possa sapere il posto che gli appartenga.

Fuori posto è ovunque e in nessun luogo.

Muta come un’altalena portata su dal vento, a ritmo di correnti diverse; gira come fosse una trottola, non ha punti fissi e per questo è libera di voltarsi altrove, quando un altrove entra prepotentemente alle sue porte.

E’ la voce fuori coro il “fuori posto”; il colore fuori dagli spazi; la calligrafia fuori dalla righe perché deve raccontare qualcosa in più, che non si può comprimere, che non può essere ridotto.

E’ il bambino scomposto sul banco di scuola; un giorno di riposo nel pieno della settimana, il silenzio mentre tutti giudicano, la mano tesa al posto del dito puntato, una parola gentile quando tutti si aspettano la tua rabbia.

E’ la poesia non recitata a memoria, ma modulata secondo se stessi; il bagno a mare fuori stagione; la strada in curva, la salita più ripida per arrivare in cima.

E’ lo straordinario dove non te lo aspetti.

E, sopratutto, è quello che non ti aspetti.

Vagate il più possibile “fuori posto”: arriverete laddove gli altri si saranno fermati.

Perciò ci vediamo presto, sempre fuori posto.

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