Eccola lì, nascosta tra le altre. Bellissima, morbida, che ti avvolge in un abbraccio e sei in paradiso. Eccola lì, oggetto del desiderio di molti ma non per tutti. L’hai scovata e pensi che dovrà essere tua. Sì, tua per sempre. È lei.
È lei la camicia dei tuoi sogni, perfetta sulla sua gruccia e perfettamente stirata accanto alle altre. Di quell’azzurro magnifico e quella seta straordinaria. Una meraviglia! Punto. Niente altro da dire.
Ne vedi appena il polsino, il colore e la stoffa e te ne sei già innamorata a prima vista. Uno di quei colpi di fulmine che si hanno quando si entra in un negozio e tu già ti immagini con quel capo in una serata speciale, o per quella festa dove, guarda caso, devi andare proprio il giorno dopo.
È tutto perfetto, anche il prezzo. È già tua. Solo che l’idillio svanisce non appena la tiri fuori e ti rendi conto che non è per te. E non lo è per niente. Troppo stretta? No. Troppo larga? Nemmeno. Troppo corta, troppo lunga, troppo elegante, troppo sportiva, troppo appariscente, troppo semplice? No, no e no.
La camicia dei tuoi sogni, con la stoffa perfetta, i polsini da urlo e il colore incredibile ha i bottoncini dietro. Non davanti, come tutte le altre, ma sulla schiena. Uno appresso all’altro. Con le asole strette strette e luccicante madreperla che si intravede in fila perfetta.
La crisi isterica, a questo punto, sarebbe perfettamente giustificata.
Perché il problema vero, quello insormontabile, è che tu abiti sola, non sei una contorsionista e capisci subito che a fine serata, quando la maggior parte delle persone ha già la testa sul cuscino da un paio d’ore, non ce la farai mai a togliertela. Sempre ammesso che ad un’ora più decente tu abbia avuto la possibilità di bussare alla tua vicina per fartela allacciare.
Perché passi il tubino con la chiusura lampo, che per tirarla su o abbassarla presuppone sempre una certa elasticità, ma i bottoncini… i bottoncini proprio no. L’ostacolo diventa davvero insormontabile.
La fregatura dei single sta nelle piccole cose come questa. Non certo nei ragionamenti sentimentali e pseudo filosofici su quanto sia deprimente trovarsi la sera sul divano da sola con l’idea che invecchierai in quel modo.
Eccola la vera fregatura. La camicia con i bottoncini dietro, il bracciale impossibile da allacciare con una mano sola, la doppia chiusura della collana che non riesci a vedere nemmeno allo specchio, gli stivali troppo stretti da togliere da sola.
Tutto qui? Ma quando mai. La fregatura sta anche nel cibo, nelle mono porzioni che si contano col contagocce, pensando sempre che a tavola si debba essere almeno in due. Certo passi avanti ne sono stati fatti ed esiste persino la Viennetta per single, ma la verità è che lo spreco del cibo, quando si è soli, è quasi scontato.
Se poi vogliamo fare qualche ragionamento filosofico, sempre evitando accuratamente di deprimersi, basterà ricordare come i single vengano visti da fuori. Sì, come siano percepiti da quel mondo che ha messo su famiglia.
Al di là del senso di colpa per non essersi riprodotti contribuendo in maniera determinante al tracollo demografico del Paese – come ha recentemente fatto notare il ministro della Salute con quella grande idea del Fertility Day – vige chiarissima l’idea che chi abiti solo abbia poco da fare. Insomma, che non sia impegnato come chi abbia una famiglia. “Tanto tu non hai grandi impegni vero?”. Come se non dovesse ugualmente cucinare, lavare, stirare, tenere in ordine la casa. Come se ‘l’importanza’ del tuo tempo fosse direttamente proporzionata al numero dei figli.
Succede pure (succede veramente oh!) che un capo possa dirti “vabbè, resti tu fino a tardi, tanto a casa non c’è nessuno che ti aspetta”.
Ma neanche questo è terribile – e lo è parecchio – come il mancato acquisto della camicia, con i bottoncini sulla schiena tutti allineati uno dietro l’altro. Con le asole piccole piccole, come il più classico degli abiti da sposa. Ecco appunto. Sarà un caso? Forse no. E la sposa, a meno che lo sposo non capitoli proprio la prima notte, ce l’ha sempre qualcuno pronto a sbottonarle l’abito.
La soluzione c’è, o ci sarà. E non è certo quella di rinunciare al proprio status.
È stato inventato di tutto. A quando uno strumento che sostituisca due mani?