Indiscreto – Spifferi romani (Martedì 23 febbraio 2021)

Spifferi dai palazzi romani. Il dono del Pd a Calenda come quello dei greci ai troiani.E Calenda lo sa. Raggi mette a segno due colpi di mercato. Meloni 'ringrazia' chi la insulta. E Salvini inizia la maratona. Ma sarà una campagna elettorale dimagrante

Che trappolone che sta preparando il Pd a Calenda!

Timeo Danaos ac dona ferentes. Temo i greci anche quando portano doni. Una frase che costò carissima a Lacoonte: finì stritolato insieme ai figli dai serpenti marini inviati da Poseidone solo perché era contrario a far entrare il cavallo a Troia. Gli avessero dato ragione la storia sarebbe andata diversamente.

Carlo Calenda è un uomo colto e Lacoonte lo conosce. Sa che rischia di fare la stessa fine, anche quando gli achei (quelli del Pd) portano doni. Così, con Beppe Grillo che domenica ha benedetto di nuovo la ricandidatura di Virginia Raggi (più che per convinzione, per non provocare altre scissioni nella corrente ortodossa del M5S), è evidente che i Dem dovranno abbandonare ogni ipotesi di trattativa con i grillini. E trovare un candidato. Che – si dice – potrebbe essere Roberto Gualtieri: nel Pd sono sicuri che sia così, pare che lui abbia addirittura accettato anche se nessuno glielo ha ancora chiesto.

Virginia raggi e Carlo Calenda

Peraltro, non è che l’ex ministro dell’Economia sia poi così entusiasta. Ma il dado potrebbe essere tratto presto. Quindi, niente convergenza con Calenda.

Ma Gualtieri andrà comunque legittimato in qualche modo. Di qui l’invito della sinistra a Calenda affinché partecipi anche lui a questa grande festa di democrazia che sono le primarie. Ma col Covid si potranno celebrare? Difficile – come il leader di Azione ha spesso spiegato – che si possano allestire gazebo. E poi quando? La campagna elettorale sta praticamente partendo. Al voto on line poi credono in pochi.

Comunque sia, le primarie hanno sempre investito il più bravo e il più forte. Nel 2013 le vinse Ignazio Marino, che sconfisse David Sassoli e Paolo Gentiloni. Il primo ora è presidente del Parlamento europeo e a preso una valanga di voti alle europee del 2014 e del 2019. Gentiloni dopo quella sconfitta ha fatto il presidente del Consiglio e ora è commissario Ue agli Affari Economici. E Marino? Già… Marino chi? Quello che “non è politica è Roma?”. Boh.

Indubbiamente, alle primarie vince il più bravo e il più forte… E Calenda sa bene che i greci vanno temuti anche quando portano doni. Magari farà la fine di Gentiloni o Sassoli, mica male. A meno che tutti i big del Pd non decidano di sostenerlo, dando un calcio negli stinchi a Zingaretti e a Bettini – che evoca il congresso proprio per blindare il suo pupillo e rilancia Gualtieri – anticipando di fatto una resa dei conti ormai inevitabile tra i Dem

Ma queste primarie si terranno mai? Col voto spostato in ottobre, chissà…

I colpi di mercato della Raggi

Virginia Raggi va di corsa, eccome se va di corsa. Così fatta pulizia nella giunta, epurati i “virginia-scettici” contrari alla sua ricandidatura, fatto fuori il vice Luca Bergamo, la sindaca di Roma avvia la campagna acquisti per affrontare la campagna elettorale che, presumibilmente, sarà più lunga del previsto: il governo infatti starebbe pensando di far celebrare le amministrative dopo l’estate.

Marta Bonafoni e Roberta Lombardi

Così la Raggi entra pesantemente sul mercato, dopo aver avviato il comitato elettorale, che sarà guidato da Raffaele Fanelli,  organizzatore di eventi per il M5S (a proposito, cosa ne pensa la nemica numero uno della Raggi, Roberta Lombardi, la testa di ponte dei grillini con Zingaretti un tempo grande amica di Fanelli?).

Adesso l’ultimo ingaggio è quello di Giuseppe Scognamiglio, ex diplomatico in Argentina e in Turchia, già consigliere tra il 1999 e il 2001 degli ex ministri Piero Fassino ed Enrico Letta e capo segreteria di Renato Ruggiero, all’epoca ministro degli Esteri. Esperienza da manager Unicredit, docente di Geopolitica alla Federico II di Napoli e alla Luiss, nel 2018 ha tentato senza successo l’ingresso in Parlamento con i Radicali.

Scognamiglio dovrà definire la visione di Roma per i prossimo 10 anni. “Dato che non c’è riuscita lei negli ultimi 5…”, ironizzano i consiglieri penta stellati non allineati e contrari alla ricandidatura della Raggi, che con Bergamo lavorano a una sempre più improbabile convergenza con il Pd.

In ogni caso Scognamiglio lavorerà subito su Recovery Fund, Giubileo 2025 e candidatura di Roma all’Expo del 2030. La Raggi vuole che il suo nuovo acquisto lavori oltre che sui fondi europei per l’emergenza Covid, anche sulla possibilità di attrarre investimenti privati e turismo, facendo leva sui suoi contatti. Ah, Scognamiglio è stato ingaggiato gratis. Perché comunque la Raggi è e resta grillina, sebbene in alcuni casi abbia fatto delle eccezioni (e le spese per lo staff sono lì a disposizione di tutti…).

La maratona non piace ai leghisti romani
Giorgia Meloni con Matteo Salvini. (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Ahò, sta cosa del professore de Siena gli ha fatto guadagnare altri due punti”. A chi? A Giorgia Meloni naturalmente, che sprofonda nello sconforto lo stato maggiore romano della Lega in vista delle amministrative.

Perché se già prima Fratelli d’Italia partiva in vantaggio – alcuni sondaggi prevedono il doppiaggio di FdI sulla Lega – man mano che i giorni passano la Meloni sembra rafforzarsi sempre di più, soprattutto quando qualche furbone pensa di offenderla in modo demente, provocando la solidarietà unanime: da Mattarella a Draghi fino ad arrivare alla Boldrini e ai partigiani. Roba mai vista. Risultato: Fratelli d’Italia al 17,5%, superato il M5S e quasi agganciato il Pd.

E Matteo? La linea moderata ha pagato all’inizio, quando i sondaggi nazionali dicevano che sì, FdI cresce, ma pure il Carroccio, che piano piano è possibile risalire la china, scoprendo che l’europeismo di maniera e la moderazione fanno breccia su un elettorato che esiste ancora e che aspetta solo punti di riferimento. Salvini l’ha capito e ha cominciato la sua maratona. Ma vaglielo a spiegare ai centometristi che corrono per il Campidoglio…

Campagna elettorale dimagrante

Bene tipografie e social media manager. Male i ristoranti. Malissimo le società di sound, luci e allestimento eventi. Non è il borsino dell’economia nazionale post-Covid, ma i preventivi di spesa di segretari romani e candidati all’Assemblea Capitolina per la prossima imminente campagna elettorale. Perché la pandemia rivoluziona anche il modo di prendere voti.

Previsione diffusa: crollo generalizzato delle preferenze rispetto al voto di lista a causa dell’impossibilità di organizzare eventi e di incontrare persone. Il che vuol dire: niente bagni di folla in piazza, eventi piccoli, possibilmente all’aperto con poche persone e magari più diffusi sul territorio, chiusure di campagna elettorale itineranti.

E ancora: tanto lavoro di spedizione di materiale elettorale via posta (i “santini” o “manine” faranno come al solito la parte del leone), ampio ricorso alle newsletter e ai profili social, dove verranno destinate risorse per “sponsorizzate” mirate e circoscritte.

Chi ne sarà avvantaggiato? Per la maggior parte dei big romani dei diversi Partiti, la crisi avvantaggerà i gruppi politici più strutturati con un elettorato fidelizzare da anni e finirà col penalizzare i rookies. Insomma, dalle urne dovrebbero uscire poche sorprese: il Covid darà ancora più potere ai capicorrente. I quali però sono molto nervosi e preoccupati. “Qua non si può incontrare nessuno, manco una riunione con i municipali si può fare”, si lamenta un big romano della Lega.

E da FdI la pensano allo stesso modo: “Telefonate, incontri con poche persone, qualche colazione o pranzo sperando che non si torni zona Arancione. Così è un disastro… fare politica è un’altra cosa”.

Come dargli torto? Quelli che stanno peggio di tutti sono e restano comunque sempre loro, i ristoratori. Già il giro di cene elettorali era diminuito negli ultimi anni, poi il Covid li ha tenuti chiusi per mesi e ora non potranno neppure alzare due spicci con la prossima campagna per Roma.

Vabbè, per una volta i politici non ingrasseranno cercando di prendere voti e magari butteranno giù qualche chilo. Sperando che prima o poi finisca pure… il magna magna.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright