Indiscreto – Spifferi romani (Martedì 23 marzo 2021)

Spifferi romani del martedì. Il rientro di Cavallari. Ed il suo record. Ma anche in Regione Lazio non si scherza. E per il sindaco di Roma come la mettiamo?

Il record di Cavallari…

Il segreto di pulcinella, vale a dire il passaggio di Enrico Cavallari a Forza Italia (notizia che di per sé circolava alla Pisana da tre mesi), verrà svelato in pompa magna oggi pomeriggio al Senato. Appuntamento alle 16 con il commissario romano Maurizio Gasparri, il segretario provinciale Alessandro Battilocchio e il vicepresidente del Partito nonché coordinatore nazionale Antonio Tajani per dare il benvenuto a “un consigliere regionale” e presentare altre adesioni.

Alone di mistero e rullo di tamburi per una notizia di per sé vecchia, peraltro bruciata da Cavallari con un post sui social in cui annuncia l’addio alla maggioranza di Zingaretti.

Enrico Cavallari

E allora la notizia va rigirata. Domani si festeggia il record di Cavallari, al secondo posto nella classifica all time di cambi di casacca nel centrodestra.

Primo e irraggiungibile è Fabrizio Santori, che nonostante l’anagrafe ha militato in tutti – proprio tutti – i Partiti: An, Pdl, FI, La Destra, FdI, Lega. Al quale però i conti non quadrano. «Dall’elenco bisogna togliere Forza Italia. E poi da Alleanza Nazionale al PDL è stato un passaggio forzato dagli eventi considerato che il partito di Fini si sciolse formando insieme a Forza Italia un unico Partito. Fu un cambio di casacca ma non voluto. Successivamente il PDL si sciolse e scelsi la Destra anche questa si sciolse e il passaggio naturale fu in Fratelli d’Italia, anch’esso una costola della deflagrazione del pdl. Anche in questo caso un cambio di Partito mio malgrado, generato esclusivamente dagli eventi. L’unico vero cambio fu il passaggio nel 2018 nella
lega di Matteo Salvini
che feci con convinzione e determinazione
»

Cavallari ha sfilato sotto le insegne di An, Pdl, Noi con Salvini, Lega e, adesso, Forza Italia. Santori ha fatto leggermente meglio per via di un fugace passaggio ne La Destra, partito ora estinto e pertanto impraticabile per Cavallari. Perché altrimenti…

Cavallari (marito dell’ex dellutriana Barbara Mannucci, già parlamentare Pdl, poi nel coordinamento romano di Noi con Salvini, sedotta e abbandonata dal leghismo de’ noantri) torna in FI lasciando Italia viva, Partito troppo a sinistra per il suo elettorato di destra e con i cui dirigenti non pare aver mai legato veramente.

Soprattutto Cavallari, artefice del patto d’Aula insieme al consigliere leghista Cangemi, con l’ingresso in giunta dei 5 Stelle, pare aver esaurito la sua funzione di stampella a Zingaretti, con tutti i vantaggi che ne seguivano. Meglio rientrare nel centrodestra, regalando al commissario Gasparri il primo colpo di mercato.

Maurizio Gasparri (Foto: Carlo Lannutti / Imagoconomica)

FI e Gasparri in questi mesi hanno visto uscire consiglieri regionali e comunali in quantità industriale. Oggi gli azzurri sono ai minimi storici: non hanno alcuna rappresentanza in Campidoglio dopo vent’anni e in Consiglio regionale hanno un solo consigliere (ne avevano eletti 6…). Anzi da domani due, con Cavallari.

… e quello della Pisana

Con il passaggio di Enrico Cavallari in Forza Italia saliranno a 15 (in soli tre anni di legislatura) i cambi di gruppo nel Consiglio regionale del Lazio. Un record, se consideriamo l’impossibilità di dare vita a nuovi monogruppi non usciti dalle elezioni e l’abolizione di indennità di carica e di funzione per i capigruppo approvati dopo gli scandali avvenuti durante la giunta Polverini.

In tre anni 15 cambi di casacca: significa 5 l’anno. Hanno cambiato Partito 11 consiglieri. Recordman è Giuseppe Emanuele Cangemi, il vicepresidente della Pisana è passato da FI al Misto, dal Misto a FI e da FI alla Lega.

Dietro di lui Enrico Cavallari (dalla Lega al Misto e dal Misto a FI) e Pasquale Ciaccarelli (da FI al Misto via Cambiamo e dal Misto alla Lega).

Mauro Buschini

Un passaggio di gruppo invece per Marietta Tidei (dal Pd al Misto-Italia viva), Marco Cacciatore (dal M5S al Misto), Davide Barillari (pure lui dai grillini al Misto), Sergio Pirozzi (dallo Scarpone a Fratelli d’Italia), Antonello Aurigemma (da FI alla Meloni), Massimiliano Maselli (da Noi con l’Italia a FdI), Adriano Palozzi (da FI al Misto: è coordinatore nazionale di Cambiamo) e Laura Cartaginese (da FI alla Lega).

Per quanto riguarda i Partiti, 8 cambi di gruppo su 15 riguarda Forza Italia: che ha visto uscire consiglieri per ben 6 volte (Cangemi è entrato e uscito due) e ha assistito a due ingressi (uno Cangemi e uno Cavallari, uniti anche in questo non solo nel patto d’Aula).

Calenda preferisce Bertolaso, e il Pd?

Per Carlo Calenda, leader di Azione e pretendente al soglio capitolino, Guido Bertolaso è un “candidato sindaco forte” e “una persona capace.

Carlo Calenda

Quanto a se stesso e alla propria aspirazione a guidare Roma, Calenda ribadisce: “Vado avanti con la mia candidatura, non butto certo il lavoro fatto sin qui. Il Pd decida”. Messaggio chiaro: Bertolaso è bravo, capace ed è una candidatura forte. Gualtieri no.

O il Pd decide di andare su Calenda o Calenda andrà a vanti comunque, decidendo di sostenere magari al ballottaggio il candidato già capace.

Nel frattempo nel Pd il dibattito prende quota ma sotto traccia. Nessuno vuole bruciarsi. La strigliata fatta da Enrico Letta ai Segretari Capitolino (Andrea Casu) e Regionale (Bruno Astorre)dopo la fuga di notizie sulla candidatura di Roberto Gualtieri è stata incisiva.

Lancia segnali di riposizionamento li dà Claudio Mancini, tesoriere del Pd romano e vicinissimo a Gualtieri (qualche malangua ha provato a sostenere che fosse stato lui ad accreditare la notizia della candidatura dell’ex ministro. Intervistato da RomaToday, a proposito dello stop imposto da Enrico Letta ha commentato con filosofia.

Ha detto: «Il nuovo Segretario ha posto l’accento sulla necessità di allargare la coalizione considerando le amministrative del prossimo autunno una tappa per la costituzione delle alleanze per le future politiche. Ha quindi deciso di posporre le decisioni del Pd ad una verifica con i potenziali alleati. Nessun problema, anche perchè le elezioni, nel frattempo, sono state spostate ad ottobre».

Claudio Mancini. (Foto: Alessia Mastropietro / Imagoeconomica)

Quindi la rosa dei candidati ora si amplia. «Gualtieri, Sassoli e perché no anche Zingaretti o Marianna Madia: abbiamo per fortuna una classe dirigente tra le migliori del paese, capace di imporsi e farsi apprezzare anche fuori dai confini nazionali».

A volte ritornano

Grandi manovre in Forza Italia per riuscire a mettere in campo una lista decente alle prossime amministrative di Roma. I pretendenti latitano. In pochi si vogliono candidare in una lista ai minimi storici e con la prospettiva di perdere. Significherebbe eleggere un solo consigliere comunale (se va bene) e nessun municipale nei Municipi perdenti (ma con Bertolaso in campo le cose potrebbero cambiare…).

Per questo è partita la campagna acquisti, che rispecchia i tempi di crisi che vive il Partito. Non solo Enrico Cavallari. Al Campidoglio si candiderà Rocco Belfronte, sostenuto dall’accoppiata Giordano Tredicine-Samuele Piccolo (orbo di Laura Corrotti). Belfronte 5 anni fa si candidò nella lista Più Roma capeggiata da Maria Fida Moro, figlia dello statista Dc, a sostegno di Roberto Giachetti. Cioè con la sinistra. Ora si candiderà per il centrodestra con FI.

Vabbè. Anche la figlia di Moro dice di simpatizzare per Giorgia Meloni e FdI…