Indiscreto – Spifferi romani (Venerdì 19 marzo 2021)

Spifferi romani… del venerdì. Ma non è che Susanna sta prendendo le misure alla Pisana? Il secondo lavoro di Pirozzi. Come Letta calcola il perimetro. Corrado: con Virginia e con il Pd. Fratelli pigliatutto.I teneri auguri al Cav

Concita, Susanna e la tentazione pisana

Da tre giorni Roma è piena di (costosissimi) manifesti 4×3 con il gradevole volto di Susanna Ceccardi da Cecina. La giovane europarlamentare toscana  della Lega – eletta nella circoscrizione Italia Centrale di cui fa parte anche il Lazio – è stata eletta sindaco di Cascina a 29 anni, poi il salto a Bruxelles e la sfortunata candidatura alla presidenza della Regione Toscana.

Da Roma è sempre stata piuttosto defilata. Fino a pochi giorni fa, con i manifesti elettorali sparsi in tutta – ma proprio in tutta – la città. Circostanza che non è sfuggita a Concita De Gregorio che su Repubblica si chiede se, con Enrico Letta segretario del Pd e prima ancora sondato da Zingaretti per correre a sindaco di Roma, nella Capitale i Partiti non siano affetti da una sorta di tentazione Pisana.

Susanna Ceccardi (Foto: Paolo Lo Debole / Imagoeconomica)

In altre parole: ma non è che si va a votare in anticipo alla Regione Lazio? La scadenza di Nicola Zingaretti è fissata al 2023. Allora che è sta corsa? Per votare, bisognerebbe che il Governatore sloggiasse prima. Ma niente niente qualcuno s’è messo in testa che Zingaretti si candida al Campidoglio e spiccia la poltrona nell’emiciclo della Pisana?

Non si spiegherebbero altrimenti i manifesti elettorali della Ceccardi: le europee ci saranno solo nel 2024 ed è difficile immaginare che l’eurodeputata del Carroccio si stia avvantaggiando con una campagna elettorale anticipata. Ma allora perché tutti questi manifesti della Ceccardi? E cosa ne pensano le due eurodeputate romane?

Gli unici a capirci qualcosa, per ora, saranno Salvini e Durigon…

Il secondo lavoro di Pirozzi

A Sergio Pirozzi è tornata la voglia di calcio. Pare grazie a suo figlio: dopo il terremoto non voleva più saperne, poi ha ricominciato ad andare a vedere il figlio giocare a pallone. Prima guardava solo il ragazzo, poi ha ricominciato a osservare come la squadra si moveva nel suo insieme. Il passo di lì a tornare ad allenare è stato breve. Così ha ripreso in mano le redini del suo Trastevere, che sta conducendo dalla Promozione alla serie D ai professionisti della Lega Pro. I punti di vantaggio sono 8 e già a fine aprile Pirozzi e i suoi ragazzi potrebbero festeggiare la vittoria del campionato.

Sergio Pirozzi

Per l’ex sindaco di Amatrice si tratterebbe della più grande affermazione nel mondo del calcio. Certo, un campionato professionistico comporta un impegno pressante e maggiore rispetto alla serie D. Come farà Pirozzi a coniugare l’impegno in campo col suo ruolo di Consigliere regionale?

Stando il Trastevere a Roma e giocando il sabato o la domenica non dovrebbero esserci grossi problemi. In ogni caso calcio e politica sono da sempre le due passioni di Pirozzi, che non vede l’ora di fare il salto nei professionisti, di cimentarsi con un campionato maggiore, di giocarsi la possibilità di giocarsi una chance importante nella sua carriera da mister. Anche perché la politica è volubile: oggi ci sei, domani chissà.

Oltretutto – riferiscono fonti della Pisana – nel risiko delle presidenze di Commissione Pirozzi dovrebbe perdere la presidenza della commissione Terremoto e Protezione Civile, che dovrebbero tornare alla maggioranza, con Marta Leonori favorita alla successione. Pirozzi potrebbe avere dunque ancora più tempo da dedicare al suo Trastevere nei prossimi due anni.

Vabbè, c’ha fatto perdere la Regione Lazio per andare in Lega Pro?”, commentano i consiglieri regionali di centrodestra. Di certo Zingaretti non ha più sfidanti, quelli del 2018 li ha persi tutti per strada o li ha acquisiti in maggioranza: Roberta Lombardi è entrata in giunta, Stefano Parisi si è dimesso, Sergio Pirozzi vola col Trastevere.

Corrado, sosteniamo la Raggi ma…
Nicola Zingaretti con Roberta Lombardi e Valentina Corrado (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Per ora il Movimento 5 Stelle sostiene il bis di Virginia Raggi per il Campidoglio. E resterà su questa posizione, a meno che non si apra un dialogo col centrosinistra.

Valentina Corrado, neo assessora agli Enti Locali e al Turismo della Regione Lazio nonchè grillina della prima ora molto vicina a Luigi Di Maio, nel corso di un’intervista all’agenzia Dire apre uno spiraglio alla possibilità di un accordo, sulla scorta di quanto avvenuto in Regione Lazio. (Leggi qui Nel Lazio governo PentaDem Zingaretti: “Intesa storica”).

Se si fa un ragionamento legato a una visione, laddove ci siano i presupposti da entrambe le parti su Roma di sedersi e ragionare su una prospettiva futura per obiettivi da realizzare per la città e per proseguire il lavoro enorme avviato dal M5S, questo è sempre auspicabile, perché bisogna mettere al centro l’interesse collettivo – ha spiegato la pentastellata- Se ci sono le possibilità di fare un percorso insieme e’ sempre una cosa positiva per i cittadini“. Insomma, Virginia va bene ma se si deve fare l’accordo con il Pd parliamone.

E se l’accordo non si fa? “Se i presupposti non ci sono, non vedo per nulla anomalo il percorso elettorale parallelo di corsa per il Campidoglio del sindaco uscente. Allo stesso modo è legittimo che dall’altra parte ci sia il centrosinistra che vuole correre con un proprio candidato“.

Insomma: con Virginia o no?Il M5S- ha concluso Corrado – sostiene Virginia Raggi e cosi sarà se le due parti non decideranno di sedersi, valutare alternative o appoggiare il sindaco uscente. Dialogare è sempre positivo mantenendo le reciproche differenze, come accade in Regione Lazio, dove non è avvenuta una fusione ma un percorso da fare insieme con obiettivi comuni“.

Come si calcola il perimetro

Dialogo con i 5 Stelle: con Giuseppe Conte parlerà il prima possibile. Così come con Matteo Renzi. Intanto ha già parlato con Roberto Gualtieri stappandone la candidatura su Roma e con Carlo Calenda. Il lavoro del segretario del Pd Enrico Letta è tanto e lui non perde tempo. Avanti con i vicesegretari che scontentano tutte le correnti. Fatta la segreteria. Incontri bilaterali a spron battuto. (Leggi qui Letta incontra Calenda e raffredda il clima su Roma).

Col leader di Azione Letta ha parlato di governo e di amministrative, di Europa e di Roma. Non decidendo ancora nulla. Ma è la prima volta che Calenda parla in modo ufficiale col segretario del Pd: Zingaretti, dopo averlo candidato alle Europee e aver assistito contrariato alla sua uscita dal Pd perché in disaccordo con la decisione di far partire il governo rossogiallo, aveva tagliato decisamente i ponti, nonostante molti gli consigliassero di riallacciare il dialogo in vista della corsa al Campidoglio. E invece niente.

Ora invece Calenda è stato uno dei primi appuntamenti nell’agenda di Letta, che vuol studiare bene le alleanze nazionali e quelle per le elezioni comunali, città per città. Avanti con il dialogo con il M5S e con Conte, certo, ma per Letta il Pd resta l’architrave della coalizione del nuovo centrosinistra fatto da un nuovo Pd. Un centrosinistra ulivista e prodiano. Un Ulivo 3.0. Con tutto il centrosinistra.

Quindi si parla con Conte, si parla con Renzi, si parla con Calenda. E poi con tutti gli altri. Perché si fa presto a parlare di coalizione: il difficile è arrivare a calcolarne e stabilirne il perimetro.

Fratelli pigliatutto
Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida (Foto: Imagoeconomica)

La campagna acquisti parlamentare di Fratelli d’Italia non si ferma. Aumentano infatti i grillini che, emulando il precursore Rizzetto, dopo aver lasciato il MoVimento chiedono asilo politico (e ricandidatura) a Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida.

Due le new entry di FdI alla Camera ufficializzate in pompa magna. Si tratta degli ex M5S Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri, oggi ufficialmente in Fratelli d’Italia.

De Toma soprattutto a Roma è molto conosciuto: eletto in un collegio uninominale, molto amico del presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, che ne ha perorato la candidatura nel 2018.

Tanti auguri papà Silvio

Avviso a pagamento. Sui maggiori giornali italiani. Nel giorno di San Giuseppe, festa del papà, Pier Silvio Berlusconi ha acquistato una pagina per fare gli auguri a suo padre.

Silvio Berlusconi Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica

Poche, eloquenti parole: “Tutti conoscono – è il testo del messaggio a pagamento – le imprese straordinarie della tua vita. Quanti mestieri: l’imprenditore, il Milan, la politica… Ma io so che sei unico anche nel mestiere più bello e importante del mondo: sei un grande papà. Ti abbraccio forte e forte. Pier Silvio”.

Tenerissimo. Una testimonianza d’amore forte. Magari bastava una telefonata (ché le visite ai parenti in zona rossa sono vietate). O forse Pier Silvio ha voluto mandare un messaggio a tutti: famiglia, Partito, azienda soprattutto.

Di certo migliaia di papà in Italia Berlusconi lo rimpiangono: ieri il Milan è uscito dall’Europa League con quel Manchester United che Kakà e Inzaghi facevano a pezzettini…