
Indiscreto. Le cene della settimana con i menù politici più interessanti. Quelli della Lega che dovrebbero "stare litigati" e invece si vedono a Terra e Sole. I Fratelli che non abbozzano la cugina e le invadenze sulla Sanità. Rocca come Agnelli. I Capponi di Renzo per De Angelis e Battisti
Se hanno litigato l’hanno nascosto bene. Al punto che l’altra sera erano tranquillamente tutti insieme a cena, seduti allo stesso tavolo nella tenuta Terra & Sole di Castrocielo. Nicola Ottaviani, Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli e Riccardo Mastrangeli: cioè il Coordinatore provinciale e deputato della Lega, insieme al primo dei non eletti alle Europee nell’Italia Centrale e responsabile Organizzazione del Partito nel Lazio, l’assessore regionale e responsabile Organizzazione del Partito in Ciociaria, il sindaco del capoluogo seppure non iscritto ma di designazione ed osservanza leghista.
Tutti insieme elettoralmente

Una vulgata vuole che abbiano litigato. E che i rapporti tra di loro siano pessimi. Se è così non si vede. Le quattro ruote del Carroccio ciociaro l’altra sera hanno marciato alla stessa velocità ed in totale sintonia: senza cigolii, senza sussulti.
Vero che i ruoli sono cambiati. E che gli impegni in Commissione Bilancio a Montecitorio non consentano a Nicola Ottaviani di stare sui dossier di Frosinone come nel passato; per quello c’è Mastrangeli. Altrettanto vero che Pasquale Ciacciarelli è una delle certezze di Francesco Rocca nella Giunta regionale del Lazio: gli sta mettendo in campo un provvedimento urbanistico dopo l’altro e questo lo affranchi dal ruolo di concerto che nel passato lo legava ad Abbruzzese. Il quale si sta occupando della costruzione del Partito nel Lazio a stretto contatto con Claudio Durigon diventato vice di Matteo Salvini: ci sono loro dietro al ritorno di Armando Cusani in prima linea dopo sei anni di esilio politico. (Leggi qui L’è arriva’ l’Armando, sul Carroccio di Durigon…. E anche Orgoglio e stoccate: Cusani incoronato “top-player” pontino della Lega).
I funzionali

Sono funzionali l’uno all’altro. Come dimostra la levata di scudi fatta quando Riccardo Mastrangeli è stato messo sotto attacco da Forza Italia: gli altri tre hanno fatto quadrato. Esattamente come avvenuto quando sempre Forza Italia ha messo in discussione gli assessorati della Lega in Regione Lazio.
Nessuno di loro è di primo pelo, tutti vengono dalla stessa caserma: quella della prima Forza Italia. Si conoscono e fanno politica insieme ormai dagli anni Novanta. Vedute differenti sono possibili, contrapposizioni e spaccature no. In particolare adesso: che i Fratelli d’Italia vorrebbero mettere le mani sulla candidatura a sindaco di Frosinone.
L’avversaria interna

A tavola, ma in tutt’altro locale e differente contesto, l’altra sera erano anche Massimo Ruspandini e Daniele Maura. Cioè il deputato e Coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia ed il Consigliere regionale nonché vice presidente della Commissione Sviluppo. Falsa la vulgata che li vorrebbe in fase di distacco: vero il contrario. C’è un’evidenza a sgomberare il campo: i prossimi Congressi non riguarderanno la Federazione Provinciale ma tutti i Circoli nei Comuni ciociari; pertanto la posizione di Ruspandini alla guida del Partito non è oggetto di dibattito.
Lunedì verrà deciso il calendario e con ogni probabilità Ceccano sarà tra i primi a rinnovare gli organi dirigenti. Questo al fine di dare un chiaro segno di solidità dopo la pessima figura (ma nessun coinvolgimento giudiziario del Partito) nella vicenda che vede ancora agli arresti il sindaco Roberto Caligiore. Tra gli ultimi ad affrontare la conta sarà Cassino dove è in atto una mediazione tra le varie sensibilità.

C’è anche un’altra evidenza a stringere sempre di più il legame già a triplo filo tra Ruspandini e Maura: il sempre più evidente interesse esterno per le cose ciociare. Il segnale d’allarme è stata la cena delle settimane scorse ad Acuto tra l’assessore regionale Giancarlo Righini, il leader del Polo Civico Gianfranco Pizzutelli, il suo braccio destro nella conduzione dell’ASP Azienda dei Servizi alla Persona (che ha assorbito le funzioni degli ex Ipab) Manuela Mizzoni e l’esponente politica di Monte San Giovanni Campano Lorella Biordi. (Leggi qui: L’assedio a Pulvirenti per il passaggio a Dg della Asl).
La soluzione Agnelli

Ruspandini e Maura non intendono consentire che proprio Lorella Biordi possa dettare le scelte politiche – amministrative in provincia di Frosinone dentro Fratelli d’Italia. Contando in parte sulla sua sintonia politica con l’assessore Righini. Il caso di specie è l’avvicendamento del Commissario Asl Sabrina Pulvirenti. FdI ritiene che abbia una grande capacità di gestione sanitaria ma una scarsa propensione ad interfacciarsi con la politica locale e ne gradirebbe un avvicendamento. Non è un mistero che Righini stimi la dottoressa Manuela Mizzoni (per anni Dg nel gruppo INI) e che Lorella Biordi non disdegnerebbe sostituirla all’ASP.
Anche per questo, trapela una stima di Daniele Maura per Mauro Palmieri: ingegnere di Torrice, direttore dell’Unità Operativa Complessa Patrimonio dell’Asl di Frosinone. Nel passato è stato direttore del dipartimento Patrimonio InterAsl Frosinone – Latina.

Francesco Rocca sembra intenzionato a seguire la stessa linea che adottò Gianni Agnelli quando era editore del Corriere della Sera e si accese la rivalità tra Giulio Andreotti e Bettino Craxi per la nomina del nuovo direttore in via Solferino. Scrisse Giampaolo Pansa che ogni giorno Andreotti gli strizzava la palla destra e Craxi gli strizzava la palla sinistra. Stanco di strizzamenti, l’Avvocato si ricordò che a Mosca dal 1962 aveva un corrispondete di nome Ugo Stille: lo fece rientrare in Italia e gli diede i galloni da Direttore. E siccome stava fuori da prima che venisse istituito l’Ordine dei Giornalisti non risultava iscritto: per ovviare, nominò due vice direttori (tra cui il mitico Giulio Anselmi) uno gradito ad Andreotti ed uno a Craxi.
Rocca si prepara a fare lo stesso ed ha messo in giro la voce di avere mobilitato la dottoressa Eleonora Di Giulio: conosce bene la Asl di Frosinone per esserne stata Direttore Amministrativo e DG facente funzioni ai tempi di Pierpaola D’Alessandro; oggi è incardinata al Ministero della Salute. Tra i due litiganti…
I capponi di Renzo

Sul fronte Dem, Francesco De Angelis e Sara Battisti continuano a beccarsi come i capponi di Renzo nei Promessi Sposi: “a capo all’in giù, nella mano d’un uomo agitato da tante passioni, dava loro di fiere scosse e faceva balzare quelle teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”. Tutti destinati a finire in casseruola.
Il rischio di commissariamento per la Federazione Pd di Frosinone non è peregrino. Gli organi dirigenti sono azzerati da quando è stato avviato l’iter per il Congresso ed al posto della Direzione Provinciale ha preso servizio la apposita Commissione Congresso. Che alla prima tappa operativa è entrata in conflitto con se stessa e metà s’è dimessa, determinando le dimissioni anche del suo presidente arrivato da Roma. Questo significa che al momento non c’è uno legittimato a validare l’elenco dei tesserati ammessi al voto, a ricevere le Tesi con le candidature a Segretario provinciale di Luca Fantini ed Achille Migliorelli.
Bisognerebbe ricostituire la Commissione. Ma non c’è chi possa farlo perché sono stati sciolti gli organismi provinciali.
La soluzione Fardelli

Al di là della cortina fumogena densa di slogan come “Abbiamo già vinto” oppure “Vinceremo tanto a poco”, sia Francesco De Angelis che Sara Battisti sanno benissimo quali siano i reali numeri del tesseramento. Sia quelli dell’uno che quelli dell’altro.
Possono decidere di continuare il braccio di ferro. Portando alle lunghe il Congresso. Il che determinerà alla fine un vincitore ed uno sconfitto, una maggioranza ed una minoranza. Ma se i garbugli da azzeccare dovessero risultare tanti allora si andrebbe ad un commissariamento. Nel quale tutti sarebbero perdenti.
C’è già chi ha pensato di ricorrere alla strategia attuata dall’insuperabile Cesare Fardelli quando Francesco De Angelis e Francesco Scalia non si mettevano d’accordo ed il Pd era lacerato. Li invitò da Bassetto per un Convegno al quale dovevano intervenire ed effettivamente aveva affittato l’intera sala. Una volta che i due Franceschi furono lì trovarono solo Cesare: che li chiuse a chiave nella sala, si piazzò davanti alla porta all’esterno sistemandosi ad un tavolo ed ordinò un piatto di fini fini. Annunciando “Vi apro solo quando avete fatto l’accordo: da soli e senza tifosi non ci metterete molto”.
Saggezza insueprata.