Cosa resterà di questa quarantena (quello che i virologi non dicono)

Foto © Anna Shvets / Pexels

Ci sono segni indelebili che questa lunghissima quarantena lasceranno dentro ognuno di noi. Come i molti uomini mandati dalle moglie a fare la spesa al supermercato.

Rita Cacciami

In punta di stiletto. Il veleno è previsto nella ricetta.

Un dramma dopo l’altro, abbiamo vissuto settimane tra depressione ed euforia, alternando fasi compulsive ad altre molto down. Anzi, lockdown. Chiusi a chiave come adolescenti in un bagno. E pizzicati a fumare con la finestra aperta

Ora che cominciano a togliere qualche paletto, pochi in realtà ché il libero arbitrio è cosa pericolosa assai, è tempo anche di consuntivi. 
I maschi potranno dire di aver capito finalmente che Coccolino non è solo un ammorbidente. E che Wc Net non è uno stura water. Ma solo dopo aver sostato ore davanti allo scaffale dei detersivi con la foto fatta a casa. Quella che sembra non corrispondere a nulla di quelle centinaia di bottiglie che sembrano tutte uguali. E maniacalmente simili nel nome e nel colore.

Foto di Helmi Lutvyandi da Pexels

Per fortuna altri esemplari maschili si aggiravano nei pressi, sempre con lo smartphone come catalogo

Niente, neanche loro hanno avuto maggior fortuna prima di due settimane di tentativi maldestri. Ripiegando sul pacco famiglia di carta igienica maxi. Serve sempre e confonde le idee. C’è chi addirittura guardava desolato il carrello e chiamava ininterrottamente la consorte. Sembra che la moglie voglia lavare i piatti solo con il profumo al melograno. Ma i panni con il vetiver. Lui ha confuso tutto e ha preso un bagno schiuma. Meglio di niente, si dirà. 

E che dire del lievito di birra. O meglio, del vuoto che ha lasciato per oltre 21 giorni nel banco frigo? Un’assenza che ha destato grande preoccupazione, quasi quanto quella della sua compagna farina. Fino a quando non è comparsa un’inedita, enorme confezione da mezzo chilo. Noi, abituati al consueto, rassicurante ‘cubetto’, siamo rimasti traumatizzati.

Chissà. Forse per sempre. Destinati a impastare pane, infornare pizze e cuocere calzoni. Così, come ora.

Come se non ci fosse un domani.