
Dai capelli tirati a chi ti fa una domanda all'epiteto incivile per chi ha fatto soltanto il suo mestiere, ormai è un loop
Le scuse di ‘nonno Romano’ non erano ancora state battute dalle agenzie di stampa (sarebbero arrivate due giorni dopo) quando il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha dichiarato cose.
Che “i giornalisti esigono rispetto, è il momento di mettere fine una volta per tutte a comportamenti inaccettabili. Non si possono tirare i capelli ad una cronista. Non si possono lanciare insulti volgari e triviali o chiedere l’allontanamento di un giornalista”.
Episodi non isolati

“Quelli recenti di Prodi e Donzelli non sono episodi isolati, ma il frutto di una tendenza a considerare i giornalisti come nemici e a non rispettare dignità e professione. Il nostro compito è quello di garantire innanzitutto il diritto dei cittadini ad essere informati. La simpatia è un requisito che si richiede ad altri mestieri”.
Vero. Ma non per questo ruvidezza e arroganza fanno rima con professionalità. Sia in politica che nel giornalismo. Comunque la si pensi, è sempre una questione di stile. In tutti i campi. Altro è, certamente, quel fastidioso sussieguo e quell’aria di complice saccenteria con il potente di turno che ricorda tanto gli andati tempi della scuola. Detto ciò.
Prodi maleducato
Molto maleducato l’ex premier Prodi, in evidente imbarazzo malcelato con quella irruenza che lo ha fatto scantonare in pubblico con un gesto inadeguato, maldestro e inopportuno accompagnato da parole di derisione. Per di più, di fronte ad un buon numero di colleghi della Orefici di Quarta Repubblica. Gli stessi che si sono poi subito affrettati a rivolgere domande più ‘consone’ e allineate.

I distinguo sono d’obbligo. Fuori dal coro, quella della giornalista Lavinia Orefici è parsa più una ‘non domanda’. Di quelle da non poter classificare né tra le più autorevoli né tra le meglio poste. Ma questo non scalfisce di un millimetro la gravità di quanto accaduto. E Corrado Augias lo direbbe molto meglio di così. Lui, che di pazienza a volte ne ha avuta davvero poca. Come giornalista, conduttore e scrittore.
Donzelli non è da meno
Se ‘nonno Romano’ perde la brocca a sinistra, il Donzelli a destra non è da meno. E si rifiuta di dare informazioni ‘fuori sacco’ ai giornalisti che gli chiedono indiscrezioni (come è prassi per chi fa questo mestiere) in presenza di Giacomo Salvini. L’autore del libro ‘Fratelli di Chat’.
Lo classifica come ‘p…..di m….’ e si conquista le prime pagine online, su carta stampata e tv con il suo audio. Rivendicando il suo diritto a dire parolacce in conversazioni private.

Ma cosa c’è di privato in un dialogo tra cronisti e personaggi pubblici?
Ben poco, a dire il vero.
Tanto che, spesso, si tratta di confidenze fasulle o artatamente predisposte per essere divulgate.
Cronisti rischiosi
La summa è che, simpatici o meno, i cronisti sono da considerare dei soggetti rischiosi. Nel senso che, tra un sorriso e una battuta ironica, possono sempre riservare inaspettate sorprese.
Come è giusto che sia. La summa bis è che non si tirano i capelli (vedi le orecchie) ad un adulto, ancor prima che donna. Anche se sei nella terza età.