O sei madre o una madre l’hai avuta, e sai quanto sia forte: davvero o per finta

Anche quando è vistosamente fragile. Perché instabile, malferma. A volte confusa. Continua ad essere accudente, presente, insistente

Rita Cacciami

In punta di stiletto. Il veleno è previsto nella ricetta.

Se non sei madre, una mamma l’hai comunque avuta. E quindi sai bene di cosa parliamo. Di una strana e inarrivabile creatura che può passare dal celestiale all’infernale in pochissimi secondi. Mantenendo accesa quell’aureola di santità che le è propria da quando è uscita dalla sala parto. Con lungo e doloroso travaglio o senza.

Va compresa per istituzione. Non solo quando gli ormoni impazziscono e la rendono a dir poco intrattabile. E’ madre, è sensibile, è ansiosa, è preveggente. E’ dolce o ferma, arguta o ingenua. Di solito ama i fiori. Ma potrebbe anche essere un pollice nerissimo.

Così come un antichef. O una sfornacrostate e timballi compulsiva.

Tutto e niente…

Tutto e niente insieme. Perché tanto per lei parlano gli occhi. Anche la più ferma e rigorosa non sfugge alla prova della tenerezza. Mascherata da rude e poco incline a baci e abbracci che dispensa solo durante il sonno dei pargoli.

Mentre l’altra faccia della medaglia sbaciucchia senza tregua e fa agguati alle spalle degli adolescenti che fuggono a gambe levate per l’imbarazzo.

Una mamma sa attendere. Che il figlio prenda le distanze e cammini da solo alla ricerca di un senso per sé. Voltando le spalle a tutto ciò che è stato fino a quel momento. E spesso irritandosi per le scelte fatte: sport, musica, scuola, amici, viaggi. Sembrerebbe tutto da buttar via. Per qualche tempo lo è e fa male. Poi, il tempo attenua gli urti.

E riannoda i fili. Con lentezza, con pazienza. Le telefonate riprendono. Si riattiva anche il canale di comunicazione non verbale. Le porte sbattute si riaprono a metà. Poi del tutto. Si dorme sempre pochissimo, però. E male, finché non si sente il motore che si avvicina. E che fa tirare un altro sospiro di sollievo.

Ginocchia sbucciate e salite faticose

Una mamma non smette mai di esserlo. Anche quando finge di essere forte. Anche quando è vistosamente fragile. Perché instabile, malferma. A volte confusa. Continua ad essere accudente, presente, insistente.

Senza accorgersi che fare un passo indietro, affidarsi, lasciare a quello sguardo il compito di rivelare affetto e gratitudine senza troppi giri di parole, è pur sempre una grande prova di amore. Tanto quanto aprire vecchi album di fotografie da guardare insieme.

E non importa se con equilibri differenti.

La strada percorsa è sempre una gran bella storia. Di affetti, di scambi e di esperienze. Di inciampi e di cadute. Di ginocchia sbucciate, di faticose risalite.

E splendidi tuffi nel mare mosso dopo aver corso sulla sabbia che scotta. Aspettando poi a riva i piccoli che escono dall’acqua per poterli avvolgere in una stoffa morbida. Che in un attimo diventa un abbraccio.

Quello, sì, impossibile da dimenticare.