Sprovveduti e mitomani, perché oltre la fatalità ci sono gli imbecilli

L'ebbrezza di rischiare senza avere la minima idea di cosa sia il rischio. In questa estate tanti esempi di imbecillità: da quelli che vanno in montagna con le infradito a quelli che inventano di sapere cose su un omicidio

Rita Cacciami

In punta di stiletto. Il veleno è previsto nella ricetta.

La potenza delle immagini. La forza evocatrice dei messaggi che non hanno bisogno di tanti giri di parole. In una estate torrida, falcidiata dagli incendi quasi tutti voluti ‘ardentemente’ dall’uomo, non sono mancati tanti, troppi incidenti a danno di escursionisti.

Alcuni molto esperti ma sfortunati, taluni davvero tanto sprovveduti. Per tutti si è alzato un elicottero, sono partite le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico, con volontari, militari, vigili del fuoco, cani guida, personale del 118. Un vero e proprio ‘esercito’ della salvezza che si è prodigato all’alba, al tramonto, di notte… al mare o in montagna. Mettendo a rischio anche l’incolumità degli equipaggi.

Non tutto è fatalità. Che si sappia. E allora ecco che c’è un video, diffuso proprio dal CNSAS nazionale, che la dice lunga sulla superficialità di chi si avventura senza avere contezza di dove stia andando e perché. Tanto da non riuscire ad indossare neanche gli indumenti appropriati. Scegliendo come prima cosa le calzature adeguate. Non per fare passerella mentre si percorre un sentiero, ma per evitare di ruzzolare giù per decine di metri. E rischiare di non vederla proprio più, la cima. E nemmeno il resto.

Il video della Protezione Civile

Una sequenza video efficace, quella realizzata con il dipartimento Protezione Civile perché sa giocare con l’ironia nonostante la grandissima serietà dell’argomento. E quindi, arriva a destinazione. O almeno, si spera. Insieme alle tante possibilità offerte dalla tecnologia, con l’app Georesq per essere sempre rintracciabili o raggiungibili. Ammesso che si abbia l’accortezza di avere sempre il cellulare carico o si porti con sé una batteria esterna di scorta.

E magari nello zaino una borraccia d’acqua, uno snack energetico, un cappello, un impermeabile. Spesso, nello zaino non c’è proprio niente, invece. Si va con marsupio… e infradito. Alla ventura.

Quando, invece, serve iniziare un percorso sapendo di averlo studiato a fondo, documentandosi. Seguendo le indicazioni senza mai allontanarsi dai sentieri segnalati per improvvisarsi giovane marmotta in esplorazione esterna.

Oltre la fantasia

Se parlate con un volontario vi dirà che in tanti anni di salvataggio ne ha viste e sentite di tutti i colori. Ma che la realtà supera sempre la fantasia. Come in tanti altri ambiti. Volete un esempio?

C’è un presunto sosia dell’attore Johnny Depp che ha rimediato una denuncia da parte dei carabinieri. Anche lui ha voluto provare l’ebbrezza del rischio. Ma non da escursionista. Da mitomane, inserendosi nella tragica trama dell’omicidio Verzeni in provincia di Bergamo. Da attore qual è, ha deciso di inventarsi delle fantomatiche informazioni utili alle indagini, di aver conosciuto la povera vittima e di aver scambiato messaggi con lei.

Balle. Utili solo per avere un po’ di notorietà sui media dopo essere stato ascoltato come persona informata sui fatti. E per rimediare una bella denuncia.

Anche questo è un messaggio chiaro e definito.