Il vino moderno nella tradizione di Aia delle monache

Uno è commercialista e l'altro è consulente: la sfida di due fratelli che per passione iniziano a fare vino in un'area di grandi produttori. La novità della 'viticoltura bio e sostenibile'

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Quando assaggi i vini di Aia delle Monache ti rendi conto di quanto siano importanti al giorno d’oggi le etichette ed il marketing. È stata proprio una di queste strane ma originalissime etichette a farmi avvicinare all’azienda: Il Gallo di fretta canta all’alba lontana. Lo voglio assaggiare, ma proprio immediatamente!

Poi sono andato a degustare tutti i vini, mi sembra il minimo quando la didattica chiama, ed è proprio in quel momento che il cerchio si chiude e trovi la soddisfazione completa, in quel momento puoi esclamare: “Wow, che sfizio questa etichetta… Ma che buono sto vino!

Vittorio e Michele
Le etichette

La storia di Aia delle Monache parte appena cinque anni fa in provincia di Caserta. Michele e Vittorio Verzillo sono due fratelli che nella vita hanno lottato sempre contro i numeri: commercialista uno e consulente finanziario l’altro. Da sempre però appassionati di vino, tanto da covare un desiderio negli anni, quello di comprare una vigna e fare il vino in proprio.

L’idea nasce e cresce, si nutre di desiderio nell’attesa di trovare uno sbocco giusto. Non appartenendo ad una famiglia di viticoltori bisognava aspettare l’occasione propizia. Ed ecco che qualche anno fa un grosso produttore vitivinicolo della provincia di Caserta vende i suoi terreni ai fratelli Verzillo e da li inizia l’avventura di Aia delle Monache.

L’occasione è ghiotta ma non semplice, i terreni sono ubicati tra Caiazzo e Ruviano, zone vitivinicole di assoluto pregio. Proprio per questo non facili: perché lì ci sono molte aziende da diversi decenni, nomi storici del settore, insomma devi essere ferrato ed avere grandi idee per emergere.

Il Pallagrello, il Casavecchia ed il percorso bio
I vigneti

L’inventiva e la capacità di stupire certo non manca ai fratelli. Nemmeno il coraggio, per questo iniziano subito a tracciare un percorso chiaro, viticoltura biologica e sostenibile, pochi trattamenti in vigna e solo con rame e zolfo.

Si affidano per questo ad un enologo, Gennaro Reale di Vignaviva Agroenologia, che si è formato proprio in queste zone e che conosce alla perfezione queste tipologie di uve. Infatti i vini di Aia delle Monache sono specchio fedele del territorio: “Volevamo in effetti proprio questo, mettere in bottiglia una fedele rappresentazione di questo lembo di terra, inutile modificare o cercare di imitare qualcosa o qualcuno. I vini del casertano possono e devono essere di qualità assoluta“.

Vittorio è una persona schietta e preparata nonostante i pochi anni di attività: “Non abbiamo comprato questi terreni perché avevamo soldi da buttare, lo abbiamo fatto col cuore e mettendoci in gioco. In pochi anni abbiamo già fatto passi da gigante, abbiamo imparato molto e vogliamo continuare, di imparare non si finisce mai, e menomale!

Con quei nomi strani volevamo in effetti colpire l’attenzione del cliente, ma c’è comunque un perché. Già dal nome dell’azienda Aia delle monache volevamo dare l’idea di una tenuta di campagna, l’aia appunto, un pollaio, il gallo, la quercia… Ma poi ci siamo sbizzarriti un po’“.

In effetti i nomi dei vini ti colpiscono subito, andiamo a conoscerli.

Il Gallo di Fretta Canta all’alba Lontana – Casavecchia
Il Gallo di fretta canta all’alba lontana

Il primo vino dell’azienda che ho assaggiato qualche anno fa. Ovviamente preso per il nome e l’etichetta, questa rete di un’aia disegnata in rilievo, ogni volta che versi il vino ci passi sopra la mano e ti solletica il palmo, veramente un’idea notevole! 

Il Casavecchia è un vitigno storico della zona del Volturno Casertano, nella fattispecie la vigna è situata in una zona collinare di Castel Campagnano a circa 250 mt sul livello del mare. Uve raccolte a mano e selezionate in modo rigoroso, dopo un affinamento parte in serbatoio di acciaio, parte in tonneaux di rovere francese e parte in ceramica per circa 8 mesi viene imbottigliato nella primavera successiva alla vendemmia e sosta in bottiglia per almeno 4 mesi.

Il Gallo di fretta canta all’alba lontana si fa apprezzare per la facilità di beva ed una discreta eleganza, si presenta di un rosso porpora limpido, al naso more e lamponi, leggermente speziato. Come detto prima sorso elegante e agile, tannini vividi, di medio corpo ma decisamente equilibrato.

L’ombra Calma della Quercia – Pallagrello Nero 2016
L’ombra Calma della Quercia

Il Pallagrello che ti colpisce! Perchè? Perchè la bevibilità va a braccetto con la complessità e questa è una qualità notevole. Anche in questo caso le vigne si trovano a Castel Campagnano, ma

L’Ombra calma della Quercia non passa per l’acciaio ma fa affinamento parte in botte di rovere francese da 10 hl e parte in ceramica per 12 mesi. Imbottigliato nell’inverno successivo alla vendemmia; sosta in bottiglia per altri 12 mesi.

Complesso, deciso, appagante, rosso intenso con leggere sfumature porpora, al naso sentori balsamici e frutta rossa. Al palato sorprende la freschezza, corpo medio e buona persistenza. Da abbinare a piatti di carne rossa o formaggi stagionati, io l’ho bevuto con un semplicissimo piatto di pasta al sugo con carne, la semplicità vince sempre!

Giusto un Litro – Vino Rosso
Giusto un litro

A proposito di etichette, nomi strani e idee geniali…Giusto un litro, lo dice la parola stessa, è una bottiglia di vino rosso da un litro. Ultimo nato in casa Aia delle monache è un prodotto destinato alle “sbicchierate” nei locali, per avere più calici ad un prezzo di una 75cl.

Ma tutto ciò è riduttivo, in realtà Giusto un Litro è un prodotto davvero interessante, un blend di Pallagrello nero 70% e Casavecchia 30%, un mix vincente perchè ha come obiettivo la bevibilità. E bevibile lo è, scorre via che è un piacere, ma non per questo ci troviamo di fronte ad un vino banale, tutt’altro; l’affinamento in botte grande gli conferisce un bouquet di profumi intensi e piacevoli, in bocca è immediato ma leggero, morbido e abbastanza sapido.

Versatile negli abbinamenti, io lo consiglierei con un bel tagliere di salumi, con pane fatto in casa, o dei formaggi semi stagionati , insomma lo vedo meglio con piatti non cucinati proprio per esaltarne le caratteristiche di “spensieratezza” , per usare le parola dei fratelli Verzillo questo prodotto nasce “come risposta ad un bisogno di libertà, la nostra idea è che il vino possa e debba liberarsi da sovrastrutture, schemi, vincoli e classificazioni dettate dai disciplinari di produzione o da mode e tendenze. Recuperando la giusta semplicità, finalmente riusciremo ad apprezzare il vino con i nostri sensi facendoci guidare solo dal piacere della bevuta“.

Nulla da aggiungere quindi, tranne un consiglio: bere i vini di Aia delle monache con la giusta musica di sottofondo. Vista l’attitudine dei fratelli Verzillo consiglio Bargain dei The Who, spirito punk, eleganza british in un mix esplosivo!

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