Luteraia, Nobile nel cuore e anche in bottiglia

Il ricordo di un afoso pomeriggio in terra Toscana mi ha fatto conoscere l’azienda Luteraia, un vero colpo di fulmine. Alla scoperta del vino Indaco…

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Agosto 2019, esterno, giorno. Lo ricordo bene quel pomeriggio di mezza estate, faceva caldo, parecchio. La gente normale di solito in quei momenti cerca refrigerio in una limonata, un gelato, o più semplicemente con acqua fresca. Ma quel pomeriggio mi trovavo a passeggiare beatamente tra i vicoli di Montepulciano, mettiamoci pure il fatto che io non appartengo alla categoria “gente normale” quindi cercavo del buon vino. La limonata ve la bevete voi! 

Siamo in Toscana, facile bere del buon vino vero? In teoria si, ma anche qui si possono prendere delusioni cocenti o assaggiare cose che ormai sono arcinote, quindi mi affido ad un oste del luogo. Entro in una piccola enoteca del centro storico specializzata nella vendita dei prodotti di cantine piccole ed ancora poco conosciute. Ho fatto centro perché dietro a quel bancone c’era una persona che mi ha fatto conoscere un prodotto eccezionale, il Nobile di Montepulciano dell’azienda Luteraia. Quel sorso lo ricordo benissimo, quel bicchiere di Annata 2014 mi è rimasto stampato in testa.

Luteraia, il sogno di papà Sergio 

Sergio Paolini

Mi metto subito alla ricerca di informazioni e conosco il proprietario, Andrea Paolini, persona di una gentilezza di altri tempi.

Chiacchieriamo molto perché anche lui è rimasto colpito dal fatto che la 2014 possa essere rimasta impressa così tanto: “Sono sorpreso ma fino ad un certo punto perché quell’annata è croce e delizia, credevamo fosse un disastro perché fu travagliata già dalla vendemmia, tra pioggia, cambi repentini di temperatura e muffe. Ma ha acquistato nel corso degli anni e tanti addetti ai lavori mi hanno segnalato questa cosa, è un vino che sta invecchiando veramente bene!

Luteraia è una piccola azienda situata a pochi passi dal borgo di Montepulciano, attiva da meno di 20 anni ma dietro si cela una storia bellissima: “L’azienda è nata per volontà di mio padre, Sergio, da sempre cultore ed appassionato di vino. Ha lavorato per una vita in banca, poi a 60 anni ha detto basta, ha lasciato il lavoro per darsi totalmente alla sua passione. In quel periodo io non ero molto presente perché passavo molto tempo fuori dal paese, viaggiavo molto, mi è sempre piaciuto il vino ma non ero interessato a tornare e a stabilirmi definitivamente“.

Il vino Indaco

Sergio intanto avvia l’azienda insieme alla moglie Eugenia e inizia a farsi strada tra i piccoli produttori dell’area Nobile. Luteraia, il primo vino dell’azienda vede la luce nel 2004.

Passano gli anni, l’azienda cresce e nel 2013 ritorna anche Andrea, anche perché papà Sergio inizia ad avere problemi di salute: “Sono tornato quando c’era bisogno di me ed è stato positivo per l’azienda perché abbiamo messo insieme quelle che erano le mie idee con quelle di mio padre, il vecchio ed il nuovo, infatti negli anni poi si sono consolidate queste due filosofie e le abbiamo riassunte nei nostri vini“.

Sergio Paolini oggi non c’è più, Andrea porta avanti con convinzione l’azienda anche per cercare di esaudire l’ultimo desiderio di papà: “Quello che voleva fare papà era un vino che rispecchiasse i valori della famiglia, del bere in compagnia, prima di morire mi disse che dovevo fare il vino indaco!.

Or dunque, cos’è il vino indaco? “Quello che intendeva mio padre è che dovevo metterci più sentimento del dovuto, il vino Nobile di Montepulciano è rosso e per mio padre il vino rosso era diventato ormai un business, un marchio da vendere, soprattutto qui in zona. Lui voleva l’indaco come intenzione, il vino che riconduceva ai ricordi di infanzia, quando il vino era al centro della tavola, quando la famiglia era unita. Indaco, colore che viene nominato poco, indaco come simbolo di spiritualità e risveglio interiore“.

Il vino “Giusto” e le tre L

Con i suoi 3 ettari e mezzo l’azienda produce tre tipologie di vino rosso, o meglio, due rossi ed un indaco. In vigna si predilige la lavorazione artigianale: “Non amo molto le mode e le etichette, si fa tanto parlare oggi di biologico, biodinamico eccetera, io però credo che il vino vada fatto nella maniera giusta, soprattutto per aziende piccole come la nostra. La lavorazione è in gran parte manuale, i trattamenti sono pochissimi e solo se necessari, non credo che il nostro sia un vino biologico, credo più che si tratti di un vino come deve esser fatto, un vino “giusto“.

Domina il Sangiovese (prugnolo gentile), ma è la sapiente  dose di altre uve locali che rende unici i vini di Andrea Paolini, adiamo a conoscerli!

Literaia

Il Luteraia Annata 2008

Iniziamo la degustazione in allegria, perchè proprio questo il clima che c’è nell’aria quando si stappa una bottiglia di Literaia.

L’etichetta suggerisce molto: Literaia perchè è un litro, quindi se una bottiglia da 75 vi mette di buon umore figuriamoci questa! Poi c’è un asterisco vicino al nome che riporta alla riga di sotto dove c’è scritto “rimedio naturale alla sete e affini” e questo mi fa  sentire meno solo nella categoria persone “non normali” che vorrebbero del buon vino rosso anche contro la canicola estiva.

Sangiovese quasi in purezza, c’è quel 10% di Trebbiano che da ulteriore vivacità ad un vino che nasce per la compagnia, per l’inizio di una serata. Si beve come quando una persona  normale beve acqua fresca in un afoso pomeriggio estivo, agile, fresco. Ma se pensate di degustare un vino poco complesso vi sbagliate di grosso perchè Literaia da soddisfazioni fin dall’olfatto: rose, lamponi, finocchietto. Il sorso è immediato e pulito, arcigno quanto basta e dotato di una freschezza che lo rende molto duttile all’abbinamento con il cibo: aperitivi, rustici, ma si potrebbe azzardare anche con piatti di pesce.

Luteraia Nobile di Montepulciano DOCG 2014

Ho voluto assaggiarlo di nuovo, volevo la conferma e volevo riprovare quelle sensazioni di quell’afoso pomeriggio di Agosto. Quel 2014, lo confermo, è eleganza pura. Sangiovese Prugnolo Gentile al 70%, 20% Canaiolo, e piccole percentuali di  Mammolo e Malvasia Aromatica bianca, vinificazione in acciaio, poi un anno in tonneaux e poi almeno tre anni in bottiglia.

Un vino che ti seduce già all’impatto visivo,  un rubino limpido, con leggere venature granata, soprattutto ai lati. Naso intenso e fine: confettura di prugne, viola e chiodi di garofano ad una prima annusata, dopo qualche minuto fanno capolino sentori di muschio e vaniglia.

Il sorso è elegante, avvolgente, Luteraia non è un vino scorbutico, nemmeno  nell’immediato, è un vino che ti accarezza piano piano da subito, ti conquista con gentilezza, un vero gentleman. Asciutto ed estremamente equilibrato, Luteraia va bevuto con una bistecca alla brace, decisamente il suo abbinamento migliore. Felicissimo di averlo ritrovato, berlo è stato bello come due anni fa!

Lemuria IGT Toscana 2013

Il Lemuria anno 2013

Ecco il famoso vino indaco. Per cercare di assecondare il volere di papà Sergio,  Andrea ha lavorato molto sulla selezione delle uve e sulle percentuali , cercando di trovare una quadra e distaccandosi un po’ dal disciplinare per cercare l’autenticità.

Sangiovese Prugnolo Gentile al 55%, 25% Canaiolo, Mammolo 15 % e il 5% di Malvasia Aromatica  bianca. Lemuria aggiunge sicuramente qualcosa rispetto al Luteraia, forse ha leggermente più corpo ma conserva quelle caratteristiche di eleganza e rotondità che sono nel DNA dell’azienda. Ben strutturato, naso e bocca si rincorrono, quello che annusi lo ritrovi al palato: more, visciole, vaniglia, dopo qualche minuto anche qui ritroviamo un leggerissimo sentore di muschio. Tannini delicatissimi, finale leggermente tostato ed ottima persistenza.

Ora, io non so se Lemuria sia veramente ideale  come semplice vino da tavola per ricordare i pranzi in famiglia. La logica dopo l’assaggio mi porta a considerarlo un vino complesso, da bere con la dovuta calma. Merita rispetto e tempistiche adeguate. Ciò non toglie che non possa essere “Indaco” come lo voleva papà Sergio, perché sappiate che, dopo avergli dedicato tempo per degustarlo come si deve, la bottiglia è bella che finita e nemmeno te ne sei accorto. Raro trovare un prodotto di otto anni con tale facilità di beva.

Non so se sono davvero riuscito a fare il vino come lo voleva papà. Io ci ho messo tutto l’impegno possibile, chissà… Forse mi ci sono avvicinato, forse no. Lascio a chi lo beve il giudizio. Però almeno posso dire che si, il mio lavoro sul vino è Indaco, è come lo voleva mio padre, perchè l’ho fatto con il cuore“. 

Grazie ad Andrea per la bella chiacchierata. Consiglio di bere i vini dell’azienda Luteraia con The Soft Parade dei Doors in sottofondo, album fin troppo sottovalutato, ricco di sfumature, ritmi ed umori diversi, ideale come colonna sonora per accompagnare le tre L!

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