Terruar, si scrive come si legge!

Nello scenario da favola di Polignano a Mare, hanno "sfilato" le cantine del nuovo catalogo di Terruar… Potevo mancare?

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Le premesse si sono palesate subito: mare, sole che riscalda un rigido pomeriggio di fine marzo e in lontananza dei trulli in bella mostra. E trasferta sia, armati di tanta voglia di didattica e tanta sete ci dirigiamo in Puglia, direzione Polignano a Mare per partecipare alla giornata di presentazione del nuovo catalogo di Terruar, che si legge come si scrive, o meglio, si scrive come si legge.

Il plurale è riferito al sottoscritto ed ai miei compagni di avventure eno-pericolose, il fratello Gianluca e il compare Roberto sempre al mio fianco nel momento del bisogno…di bere!

Non una semplice distribuzione.

Torniamo seri e diamoci un tono, veniamo al dunque, cos’è Terruar? Allo stato attuale è una distribuzione vini, birre e distillati con un catalogo che è diventato ampio e molto eterogeneo, coadiuvato dall’enoteca che si trova ad Altamura dove questi prodotti si possono assaggiare direttamente.

Questo è quanto? No. Terruar è un messaggio, una storia, un obiettivo.Terruar nasce per pura passione ed è un percorso che abbiamo costruito negli anni con il duro lavoro”. A raccontarlo è Biagio Tricarico, uno dei quattro soci fondatori. È un ragazzo di Altamura che ha iniziato da lontano ed è riuscito negli anni ad aggregare molte sensibilità accomunate dalla stessa passione: “Il vino è sempre stato una mia passione. Come lavoro facevo il rappresentante di abbigliamento, poi ho frequentato il corso da Sommelier e li la mia passione è cresciuta. Ma allo stesso tempo è maturata anche una diversa concezione del bere vino, virando verso i vini più legati al territorio e alle piccole aziende, concezione che poi abbiamo cercato di trasmettere nel nostro concetto di distribuzione”.

Birra Pagnotta, il pane di Altamura e il bomber

Punto di partenza, ma anche di svolta è stata però una birra, la famosa Birra Pagnotta realizzata con le pregiate semole rimacinate di Altamura; questo prodotto ha conquistato molti ed ha permesso a Biagio di reinventarsi come rappresentante, dall’abbigliamento alla birra e vini, iniziando ad imbarcare le prime cantine in un mini catalogo.

Il bomber Caputo

Nasce così Terruar, che vede insieme a Biagio i soci Luigi Branà, Anita Perillo e Ciccio Caputo, proprio lui, il bomber della Sampdoria. Originario anch’egli di Altamura ha creduto fortemente nel progetto di Birra Pagnotta e Terruar e a questo punto ho finalmente capito il significato delle sue esultanze dopo i gol!

La compagnia delle cantine che si aggregano a Terruar cresce e si sviluppa in modo molto veloce e concreto, nonostante il sopraggiungere della pandemia:”Sono stati due anni durissimi e molto probabilmente ancora non è finita, ma proprio in questo periodo, nonostante le mille difficoltà siamo riusciti ad aggregare nella nostra distribuzione tante piccole/medie realtà da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, insomma dopo quattro anni da quando abbiamo iniziato possiamo parlare di una distribuzione tutta nostra“.

L’essenza di Terruar in tanti calici

Degustando in sala

Gli assaggi della selezione Terruar mette in chiaro subito la direzione intrapresa: cantine medio piccole con prodotti di assoluta qualità che hanno in comune l’approccio alla viticoltura naturale e sostenibile, legata al territorio e al rispetto dell’ambiente.

E nella sala convegni del Cala Ponte Hotel di Polignano a Mare ne abbiamo viste delle belle, la giornata è stata ricca di soddisfazioni e curata alla grande, dagli stand all’angolo food, tutto è filato liscio.

Abbiamo incontrato vecchi amici descritti in queste pagine (Fra i Monti, Aia delle Monache, Lusenti, Enoteca ¾, Nicola Gatta); assaporato le ultime annate di tante cantine provenienti da ogni parte dello stivale; e persino dalla Francia. Tutto in un’atmosfera molto rilassata ed informale: clima ideale per godere appieno delle prelibatezze.

SoFood, eccellenze salvavita!

Le prelibatezze della selezione SoFood

A proposito di prelibatezze merita sicuramente un plauso la selezione di prodotti tipici di SoFood. Non ci siamo certo tirati indietro di fronte ai prodotti artigianali e di qualità esposti, dalla burrata pugliese alla mortadella di Bologna, dalle Alici di Cetara alla carne Piemontese. Per non parlare della pregevole selezione di salumi e formaggi da ogni regione. Un angolo food davvero ben curato e soprattutto molto utile quando si assaggiano vini dalla mattina alla sera!

Insomma, possiamo dire che ce la siamo goduta fino a tarda sera. Dopo una diatriba durata un’oretta sull’andare o non andare a fare un aperitivo a Polignano (?!?) e dopo che un tassista ci ha mandato a quel paese causa la diatriba stessa, siamo rimasti. E abbiamo cenato con i produttori. Da perfetti crocerossini del buon vino, ci siamo presi cura di tante povere bottiglie abbandonate ai banchi degustazione, confortati dal fatto che avremmo pernottato stesso al Cala Ponte. Ma quei cento metri a piedi dalla sala alla camera sono stati lunghi come una tappa del cammino di Santiago.

Siamo stati dannatamente stoici, ci siamo meritati l’invito per l’anno prossimo!