Ricordiamo oggi una storia Patria, ma anche una pagina di umana vita e gli uomini non sono buoni
La guerra, vinta o persa è sempre cosa brutta. E’ come la carne di cavallo per i bambini senza ferro: necessaria ma dal sapore difficile e per il cavallo è stata una tragedia già prima. La guerra fa male, toglie dalla scena del mondo ragazzi che del mondo avrebbero bisogno per vivere non come scusa per morire.
Eppure, oggi è tempo di nuove guerre, guerre assurde come l’ aggressione russa all’Ucraina o il bloccare il percorso di vita verso il normale vivere con la strage del 7 ottobre e poi il resto. Inutile strage definì il papa Benedetto XV la Prima Guerra Mondiale.
La storia che non è accogliente
Ma questo non cambia il percorso della guerra e la guerra stessa. Ora festeggiamo la vittoria del 4 novembre del 1918 di noi italiani contro gli imperi centrali, contro la prepotenza di un mondo di cui eravamo periferia.
Trieste e Trento diventavano città dello stato italiano per quanto italiane lo erano sempre state. Ragazzi di cui la storia non sarebbe stata accogliente.
Quei ragazzi capirono in mezzo ad una strage che la vita gli apparteneva visto che potevano perderla. Così il mondo è cambiato per sempre, certo per i vivi, e questo è il nodo.
Ma questo, tutto questo va ricordato, perché è vita vera e la vita viaggia a braccetto con la morte.
Ricordiamo oggi una storia Patria, ma anche una pagina di umana vita e gli uomini non sono buoni.