La “sindrome di Turetta” da cui siamo guariti: grazie a Formisano e Marrazzo

La capacità di un Giornalista dovrebbe essere quella di stabilire cosa è notizia e cosa non lo è. Invece si continua a distruggere l'esistenza delle persone solo per soddisfare il gusto del pruriginoso. Dal quale dovremmo essere guariti dopo i casi Marrazzo e Formisano

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

L’abbiamo sentito tutti, quel pugno nello stomaco, quella botta di magnesio al plesso solare quando un operatore di Pg, un Sostituto o un avvocato liscione ci piazzavano in mano un’intera ordinanza di custodia cautelare. Sornioni. Ci siamo sentiti tutti lusingati da cotante attenzioni, parte di un quadro di cui eravamo step sodale ed accettato. Ed investiti al contempo di un ruolo “sacro”: non tanto e non solo raccontare la verità, ma esercitare il potere assoluto sulla vita di una persona. E farlo quando quella persona era socialmente in ginocchio.

Poi siamo guariti quasi tutti. Perché abbiamo capito, con l’età e con il mestiere, che al lettore spetta ciò che è di pubblico interesse, non ciò che è di pruriginoso appeal. Prima di guarire abbiamo fatto danni, a volte gravi, altre irrilevanti ma comunque potenzialmente letali. E sì, qualcuno di noi non è guarito affatto. Perché certi mali si perpetuano in combo con un mestiere come, come tutti gli altri, non è immune da degenerazioni.

Le intercettazioni in carcere del papà

“Va beh, hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, è stato momento di debolezza”. Una debolezza che ha dato morte brutale ad una persona innocente, ma qui c’è l’ottica di un padre che parla in privato con suo figlio. E che aveva tutto l’umano ed agghiacciante diritto di sorvolare in lessico riduttivo e terapeutico il merito terribile di un reato. Salvo poi doversi umiliare in scuse pubbliche perché ha fatto il papà. Quel diritto ce l’aveva perché il contesto era una conversazione privata ed in una fase che nel cuore di quel padre vagheggiava un gesto estremo di colui a cui ha dato la vita.

La domanda è: chi, genitore, non avrebbe detto o comunque pensato di dire una cosa simile? Chi giurerebbe di essere immune da quella scelta di pancia fatta in un colloquio, il primo colloquio in assoluto dopo che Filippo Turetta venne fermato per l’omicidio della povera Giulia Cecchettin?

Le legge del foraggio al lettore

(Foto © DepositPhotos.com https://it.depositphotos.com/stock-photography.html)

La Legge è un’altra cosa e dirà in punto di Diritto quanto spetta all’indagato che a settembre sarà imputato. Ma di legge ce n’è un’altra. È la legge parallela e terribile del foraggio al lettore, dello struscio al fatto privato ed irrilevante per l’incedere della Procedura. La legge del “ripieno per gonzi”, come lo chiamava Stephen King in un suo romanzo. Quella non scritta ma forgiata da millemila fascicoli di intercettazioni carpite o ricevute da Procure e legali coinvolti, per cui ci sono cose utili in Procedura e cose inutili ma morbosamente utilizzate in mainstream.

Perché il mainstream che poi siamo noi se ne frega delle cose utili ad arrivare alla verità giudiziaria. Perciò tartufa, goloso e comarello, un’altra utilità. Quella dei particolari che impalcano una storia, e più la storia è equivoca e truculenta, più noi abbiamo materiale per esercitare il diritto di critica. Diritto che senza la facoltà di intelletto è fuffa, come lettori e come giornalisti.

Inside: sei Cd sul caso Marrazzo

Piero Marrazzo dopo l’elezione in Regione (Foto: Stefano Capra © Imagoeconomica)

Sette anni fa accadde una cosa strana ed esemplare al tempo stesso: da un armadio in dotazione a Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, spuntarono sei CD contenenti ore di intercettazioni. Assieme al sostituto Rodolfo Sabelli il magistrato di Piazzale Clodio aveva indagato nel fascicolo a carico di quattro carabinieri censiti penalmente per aver provato a ricattare Piero Marrazzo. Il già ex governatore del Lazio era stato trovato in un appartamento capitolino di via Gradoli intestato non proprio ad una suora nel quale girava della cocaina.

Ed i militari della compagnia Trionfale avrebbero provato a ricattare Marrazzo, tanto che per quei fatti del 2009 vennero condannati nel 2018. Per tre di loro le condanne vennero ridotte in Appello ma restò tutto il fango per un uomo ed un politico su cui il crisma dell’interesse pubblico andò a metamorfosi cupa.

Utili al procedimento o utili ai lettori?

(Foto © DepositPhotos.com https://it.depositphotos.com/stock-photography.html)

E divenne spregio etico ed extra fascicolare, mettendo fine alla sua carriera alla Pisana malgrado fosse di fatto una parte lesa. Ci furono testate che si offrirono di pagare somme altissime per il girato di quell’irruzione, le stesse testate che poi, quando esplose la vicenda Ruby-Olgettine-Bunga Bunga, invocarono il diritto alla privacy domestica.

Quelle intercettazioni Capaldo se le tenne in armadio fino alla pensione perché ritenne che non fossero proceduralmente utili a nulla se non a ledere l’immagine personale dei coinvolti.

Le difese chiesero comunque l’acquisizione di quel registrato perché di parere opposto, ma il senso generale è un altro. Ed è quello per cui ci sono cose utili in Procedura e cose inutili ma morbosamente utilizzate in mainstream. Flash back, dissolvenza ed andiamo indietro di qualche anno nei 2000, quando a Piedimonte San Germano un’indagine per presunto voto di scambio terremotò il Cassinate.

Outside: il voto di scambio a Piedimonte

La vicenda venne scoperchiata da un’elettrice francese, “Dominique C.” che giunse in paese e scoprì di aver già votato ma come uomo, quindi la Procura di Piazza Labriola mise in fascicolo il sindaco indicato in scheda, Mario Riccardi. E con lui un dirigente comunale, alcuni scrutatori e presidenti di seggio. Nel novero delle corpose intercettazioni che iniziarono a trapelare come melassa indifferenziata fin nelle redazioni spuntò anche il nome di Anna Teresa Formisano, deputata Udc.

E di fatto ultima politica cassinate ad aver apposto il suo nome sotto una proposta di legge di rango camerale. Da allora, tranne gli sprazzi apicali del solito Angelo Picano, più nulla, e il monte con l’Abazia fece ombra solo a delibere regionali e consiliari. La Formisano col merito penale ed ipotetico di quel fascicolo non c’entrava nulla.

Ed in ordine a quelle elezioni amministrative aveva espresso considerazioni, poi riportate in tape degli inquirenti, del tutto legittime. Questo nel clima di “ombrello” che i politici di rango nazionale fanno a ricette locali sulle cui sorti hanno un ovvio interesse.

Formisano che non c’entrava nulla

La piazza di Piedimonte San Germano. (Foto © Marco Cardone Fotografo)

Eppure anche lei per un po’ finì in prima pagina. Perché sì, ci sono cose utili in Procedura e cose inutili ma morbosamente utilizzate in mainstream. Cose inutili come quelle parole pronunciate dal padre di Filippo Turetta, l’omicida reo confesso di Giulia Cecchettin, nel corso di un colloquio in carcere con suo figlio. Quelle intercettazioni sono state ricevute e pubblicate un po’ dovunque e sono diventate carne macinata fresca per ogni strozza sciacalla.

Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha detto la sua in merito a quelle intercettazioni del colloquio in carcere. Così: “Il dovere del giornalista è distinguere cosa è essenziale per la comprensione dei fatti da ciò che è pura e semplice incursione nel dramma“.

(Dramma) “di genitori di fronte a un figlio che ha commesso un crimine terribile. Un dramma umano, quello del padre e della madre, che va rispettato”.

Guarire grazie al “rispetto”

FOTO © BURST / PEXELS

E ancora: “Non è in gioco la terzietà del giudice, così come da quel colloquio non emerge alcun elemento rilevante per le indagini e, quindi, di interesse pubblico“. Perciò “serve rispetto per il dolore dei genitori di Turetta e rispetto per il rinnovato e atroce dolore dei familiari della vittima.

Perché, debitamente fomentati in un mestiere che dà poco pane in cui punti tutto sulla gloria, quel cazzotto nello stomaco lo sentiamo tutti fin dai tempi di Gutenberg. Ma poi siamo guariti. Quasi tutti.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com).