
[L’OPINIONE] Sempre più d’attualità il dibattito sull’Europa. L’appartenenza all’UE non significa perdere l’identità e le tradizioni del proprio Paese ma comprendere l'uomo non nel cielo della perfezione bensì nella realtà del vivere che è anche sporco come diceva Sant'Agostino
Lidano tu sei di Sezze hai già problemi con la Cammilla (Priverno)… E proprio per questo sono europeo, perché sono setino e muovo guerra di battute a Priverno come facevano le città di Grecia tra loro quando cominciavano a farci europei, come nelle liti tra le contrade a Siena o…
Come ci serve una abbazia, un santuario come facevano con i luoghi sacri gli uomini e le donne del Peloponneso. Eccepirete: ma la Grecia è distante. Infatti per andare lì diretto ho una strada, l’Appia, e uno di loro, un greco, venne qui per mare e si chiamava Ulisse. Insomma l’ Europa è un vai e vieni e io ci sto in mezzo.
Essere europeo

Sono europeo perché nelle mie parole ci sono greci e latini e c’è che credo in mille modi di pregare e ciascuno conta. Sono europeo perché comprendo l’uomo non nel cielo della perfezione ma nella realtà del vivere che è anche sporco come diceva Sant’Agostino. Sono europeo perché non tutto è liscio, ma anche il ruvido e le curve non sono mai come prevede il copione che ci siamo fatti degli altri
Sono europeo perché conta, da sempre, ciascuno di noi: Serse doveva non vincere ma stravincere, Leonida non doveva perdere ma neanche cominciare. Oriente contro questo occidente che chiamiamo Europa. Andò che siamo qui, che sono europeo.
Restare se stessi

Naturalmente il nodo è restare europeo, significa restare me stesso quando altri ti dicono “non serve”. Essere europeo significa schierarsi nella battaglia non quando è già vinta ma quando resta la possibilità di perdere. Golia era grosso, Davide grande. Sono europeo perché conosco la differenza tra grosso e grande. E le armi? Certo serve la filosofia di Atene, ma io sono anche Sparta e le legioni di Roma.